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DICEMBRE 2021 PAG. 62 - Uniport, rilanciare la centralità strategica del settore portuale

 

 

Negli ultimi 5 mesi FISE Uniport (l’Associazione che rappresenta le imprese che operano in ambito portuale) ha registrato un deciso rafforzamento della propria compagine associativa grazie all’ingresso di 15 nuove aziende che oggi hanno ampliato l’ambito di rappresentanza in tutti i principali porti del Paese, da Genova a Venezia, da Trieste a Livorno, da Napoli a Gioia Tauro e che rappresentano circa il 70% dei contenitori movimentati nel 2020.

Degli obiettivi a breve e medio periodo e della nuova visione dell’Associazione ne abbiamo parlato con il suo Presidente Federico Barbera.

Presidente Barbera, quali le prime mosse del nuovo corso di Uniport?

Negli scorsi mesi abbiamo tenuto diversi incontri istituzionali con referenti di primo piano in ambito governativo e parlamentare. Abbiamo rafforzato la nostra attività di rappresentanza presso le Istituzioni e stiamo dialogando con i decisori politici su diversi temi, in primis sull’implementazione del PNRR, affinché non vada persa un’occasione unica per rilanciare la centralità strategica del comparto portuale del nostro Paese. Nel corso di tutti i nostri incontri abbiamo illustrato le principali criticità vissute dal settore, avanzando proposte operative per rilanciare il comparto e il lavoro portuale. Tra queste, la proroga della misura di sostegno, già applicata nel 2020 in modo efficace grazie al Decreto Rilancio, che prevede la rimodulazione al ribasso dei canoni concessori a carico dei terminalisti che hanno subito una riduzione del fatturato. La misura non comporterebbe oneri aggiuntivi per lo Stato in quanto potrebbe essere finanziata con gli avanzi di amministrazione delle stesse Autorità Portuali.

Il bando Green Ports, così come è, oggi rischia di essere un’occasione persa per lo sviluppo del sistema portuale nel Sud Italia. Qual è il vostro punto di vista?

Nel provvedimento viene messo nero su bianco che i beneficiari del bando sono esclusivamente le Autorità del Centro-Nord; queste, poi, per partecipare e usufruire dei contributi stanziati, devono coinvolgere nei loro progetti i terminal portuali locali, che risultano, quindi, beneficiari indiretti delle risorse. Abbiamo chiesto al Governo di rimediare a questa incongruenza, ampliando la platea beneficiari di questo bando a tutto il territorio nazionale, sicuramente in un prossimo provvedimento, al fine di estendere queste opportunità anche ai terminalisti del Sud Italia, che non hanno beneficiato di risorse per lo sviluppo.

Di recente avete avviato un dialogo diretto con il territorio con l’iniziativa Il Porto Incontra. Quali gli obiettivi?

Lo scorso 15 novembre si è tenuto a Gioia Tauro il primo di una serie meeting itineranti presso le Autorità di Sistema Portuale volti a favorire il confronto fra operatori e stakeholder istituzionali locali e nazionali, accendendo i riflettori su un settore strategico per il nostro Paese. Lo abbiamo chiamato “Il Porto incontra” proprio per promuovere una sempre maggiore integrazione degli hub portuali nei territori in cui sono collocati. La prossima tappa vedrà protagonista il porto di Livorno ad inizio 2022.

Il DDL Concorrenza sta proseguendo il proprio iter. Nei giorni scorsi l’Associazione ha precisato la propria posizione sul tema. Quali le criticità che segnalate?

Da sempre l’Associazione si batte per la piena e totale concorrenza nel settore mentre si è opposta e si opporrà al cumulo di concessioni nello stesso porto assentite per la stessa attività allo stesso soggetto, attualmente previsto nel testo. Per ulteriore chiarezza diciamo no a due concessioni per contenitori nello stesso porto perché comprimono la concorrenza, monopolizzando o creando posizioni dominanti derivanti da spazi, ormeggi, pescaggi di alti fondali.

Sul fronte del lavoro portuale cosa chiede l’Associazione?

Abbiamo proposto di prevedere in Legge di Bilancio un emendamento che preveda un contributo di parte pubblica, per il tramite delle Autorità di Sistema Portuale, al fondo di accompagnamento all’esodo previsto dall’ultimo rinnovo del CCNL dei Lavoratori dei Porti. Allo stesso già partecipano le azienda mediante contribuzione determinata, e da determinare, per i rispettivi lavoratori. La proposta, condivisa da tutte parti sociali stipulanti il contratto (Assoporti, Assiterminal, Assologistica, Fise-Uniport, FILT CIGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI), intende avviare un percorso teso ad armonizzare questa  condizione, senza oneri aggiuntivi per l’amministrazione pubblica.


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