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FEBBRAIO 2019 PAG. 49 - Studio cinese sull’impatto ambientale della BRI


Quanto è sostenibile dal punto di vista ambientale la BRI? Che tipo di rischi possono scaturire dall’apertura di corridoi che mettono in comunicazione paesi con ecosistemi variegati e differenti tra loro? È la risposta che cerca di dare lo studio “Risks of biological invasion on the Belt and Road” condotto da un team di ricercatori dell’Istituto di zoologia dell’Accademia cinese delle Scienze.

La ricerca, in particolare, valuta il rischio l’introduzione in un determinato habitat di specie aliene, fenomeno collaterale ma non trascurabile legato alla crescita esponenziale del trasporto merci internazionale. Gli elevati investimenti previsti nelle infrastrutture della BRI interesseranno, infatti, circa metà del pianeta, investendo il 77% (27 su 35)  degli hotspot globali. Incrociando i dati su commercio, numeri di passeggeri e volumi delle merci che passano da aeroporti e porti commerciali nei Paesi BRI i ricercatori hanno individuato, relativamente a 816 specie vertebrate invasive (98 anfibi, 177 rettili, 391 uccelli e 150 mammiferi), 14 punti di invasione, la maggior parte dei quali rientra nei 6 Corridoi economici previsti dall’iniziativa. “La probabilità di invasione è 1,6 volte più alta rispetto ad altre regioni”. Con il coinvolgimento di circa 120 paesi e la crescita delle connessioni relative tra città, porti, aeroporti, strade, ferrovie e mezzi di trasporto “il rischio – sottolinea la ricerca – non è solo teorico”. “Lo spostamento di persone e merci in circa il 15% delle aree nei paesi BRI presenta un generale rischio di introduzione di nuove specie di vertebrati”. Senza contare che in oltre due terzi dei casi sono presenti habitat fortemente predisposti alle invasioni con il rischio che “una specie, una volta introdotta, possa rimanere”.

Tra i 14 “hotspot di invasione” e con habitat ad alta idoneità ci sono le Isole dei Caraibi, l’Africa settentrionale, l’Europa orientale, l’Asia sud-orientale. Da qui la richiesta di un progetto specifico basato su “prevenzione, sorveglianza, risposta rapida e controllo” e l’istituzione di un fondo speciale per sostenere l’attuazione di misure per la biosicurezza. Sebbene ad oggi non sia ancora possibile valutare l’impatto della BRI negli ultimi 5 anno “il rischio aumenterà considerevolmente nel prossimo futuro”. “I cambiamenti climatici porteranno sfide ambientali ancora più grandi”.

Giovanni Grande
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