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MAGGIO 2021 PAG. 24 - Assocostieri e Assarmatori: ruolo del GNL nello shipping

 

Fra i combustibili alternativi, il gas naturale liquefatto è quello più avanti
 

«Ad oggi l’unica soluzione a disposizione degli armatori per garantire il pieno rispetto delle normative ambientali è il GNL. Siamo certamente coinvolti anche sul resto: idrogeno, batterie, ammoniaca, compreso il cold ironing, iniziativa che crediamo applicabile solo su un certo numero di porti; ma si tratta applicazione che richiedono tempo. Servono finanziamenti e ricerche. Il GNL invece è già ben presente in settori come le crociere, i traghetti e il trasporto contenitori».  Il Gas Naturale Liquefatto è al momento – e probabilmente lo sarà ancora per un certo tempo – l’unico combustibile immediatamente applicabile su ampia scala, a basso impatto ambientale e utile nella transizione verso l’abbattimento delle emissioni di CO2 per la propulsione marina. E le parole del presidente di Assarmatori, Stefano Messina, al Forum organizzato con Assocostieri su “Il ruolo dei combustibili alternativi nella transizione energetica del comparto marittimo” lo confermano pienamente.

Affinché questa tecnologia contribuisca fattivamente alla transizione energetica del nostro Paese va però fatta chiarezza sul ruolo che dovrà giocare nei trasporti sul medio termine, affrontando tutta la serie di procedure burocratiche che finora hanno rallentato un settore che, altrove, si pensi al Nord Europa, è in pieno sviluppo.

«Non essendo mai stato usato finora il GNL non rientra nella lista delle accise per il bunkeraggio, si tratta di modificare i regolamenti vigenti adeguandoli alle particolarità del suo utilizzo,» ha spiegato Marika Venturi, Presidente di Assocostieri, che ha peraltro  messo in risalto come la necessità di procedere rapidamente sulla strada della transizione energetica renda di primaria importanza una conduzione efficace ed efficiente dei procedimenti di VIA, che permetteranno la realizzazione degli investimenti infrastrutturali programmati ed il raggiungimento di una piena competitività con il resto d’Europa.

Su questo spinoso problema – l’Italia potrà contare a breve solo sugli impianti costieri di Oristano e Ravenna, cui si aggiungerà a stretto giro anche l’adeguamento al bunkeraggio per OLT, in Toscana – è intervenuto anche il Presidente della Commissione VIA Massimiliano Atelli, del Ministero della transizione ecologica.

«La Commissione, in termini generali, sta lavorando per cercare una fattiva collaborazione con tutti i vari proponenti, beninteso nel reciproco rispetto dei ruoli,» ha assicurato. «Seppure con un numero ridotto dei Commissari, da 52 a 40, si sta procedendo ad una valutazione media di un dossier al giorno. Su 344 dossier già esaminati, soltanto 10 sono stati respinti».

Dalla tavola rotonda è emerso che il GNL per essere adottato su larga scala necessita ancora di interventi infrastrutturali e di sistema di ampia portata. Nel comparto traghetti, per esempio, va ripensata l’articolazione dei depositi, che vanno realizzati non distante dai porti ma al di fuori delle aree abitate ed è necessario che gli interventi siano coordinati e la loro realizzazione vada avanti in modo simultaneo.

Al tempo stesso c’è bisogno di una vasta campagna di refitting delle navi che ora utilizzano le vecchie tipologie di carburanti o la costruzione di nuove unità a GNL. Operazione che può collegarsi agli investimenti per il rinnovo delle flotte previsti nel fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), di recente approvato dal Governo.

«Di fatto il Paese si trova a vivere il suo anno zero,» ha sottolineato Dario Soria, Direttore Generale di Assocostieri. «C’è una serie di autorizzazioni in essere, da Marghera a Crotone, che evidenza la costruzione di una filiera strategica. A dire il vero nel PNRR c’è poco spazio per il GNL che può contare su un fondo complementare di cento milioni per i prossimi due anni». Soria ha sottolineato invece l’importanza che i policy maker non imprimano una brusca frenata al sentiero intrapreso verso i combustibili alternativi della DAFI, con particolare riferimento al GNL, «ad oggi unico combustibile alternativo disponibile e il cui impiego è pienamente in linea con l’ammortamento delle nuove infrastrutture e navi da costruire».

Ma il GNL può giocare un ruolo fondamentale anche sotto l’aspetto dello sviluppo tecnologico. «Gli obiettivi di decarbonizzazione fissati al 2050 non possono essere raggiunti partendo da zero,» ha avvertito Michele Francioni, Senior Vice President MSC Cruises. Nel processo di graduale sviluppo di tecnologie alternative il gas liquefatto giocherà un ruolo importante perché «non è possibile passare ad emissioni zero con un salto quantico». «C’è un passaggio necessario in cui il gas potrebbe essere usato anche “blended” con l’idrogeno. Proprio perché non possono essere costruite navi su tecnologie inesistenti. Senza considerare che il GNL è un prodotto criogenico, così come l’idrogeno e l’ammoniaca: dal suo uso possono essere sviluppati tutti gli standard di sicurezza necessari anche per il lungo temrine».  

Particolare attenzione è stata posta anche alle recenti scelte dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale, dove il progetto per la costruzione di un deposito costiero sta attraversando un periodo di ripensamento. Il porto di Napoli, già importante snodo energetico per il Sud Italia, risulterebbe essenziale per rafforzare la posizione italiana nel settore: al centro del Mediterraneo permetterebbe di intercettare la direttrice di traffici Suez – Gibilterra, ad oggi appannaggio dei porti spagnoli e francesi. Sul punto specifico Giovanni Annunziata, Responsabile dell’area demanio di Salerno, in rappresentanza dell’AdSP campana ha rassicurato i presenti. Annunziata ha evidenziato la grande attenzione riposta dall’Autorità nei confronti dei combustibili alternativi e del GNL, il cui sviluppo dovrà avvenire in stretto coordinamento con gli enti territoriali. «L’obiettivo è passare da un necessario confornto con le popolazioni». Ma sul punto, «Napoli non si defila».

A chiudere l’incontro il Segretario Generale di Conftrasporto, Pasquale Russo, che ha sollevato tre temi di grande interesse per le imprese del settore: la necessità di chiarire gli scenari e le priorità di investimento fra il GNL e gli altri combustibili alternativi; l’esigenza di snellire gli iter autorizzativi necessari alla realizzazione degli insediamenti costieri necessari alla filiera del GNL; il bisogno di contemperare la sostenibilità ambientale con quella economica. «Sono necessari degli incentivi economici senza i quali rischiano di venire meno le condizioni di mercato».

Giovanni Grande

 

 

 

 

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