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LUGLIO 2019 PAG. 16 - PAM a Napoli, evento storico per la cittá



“A suo modo l’apertura della nuova sede dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo a Napoli rappresenta un evento storico. A 70 anni dall’insedimamento della Nato è la prima volta che un’organizzazione internazionale di grande portata mette radici in città. Da qui possiamo partire per costruire una nuova idea di Mediterraneo, basato su convivenza pacifica e scambi culturali ed economici, come da tradizione e storia del bacino”. L’avvocato Francesco Senese rappresentante e laision officer dell’organizzazione atlantica presso il PAM è tra i registi dell’operazione che porterà sulle falde del Vesuvio i rappresentanti dei parlamenti di 33 stati. Un trasferimento che comincerà ad inizio settembre di cui spiega modalità, motivazioni e portata.

Che cos’è il PAM?
Nato poco più di dieci anni fa ad Amman, in Giordania, l’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo è un organismo che riunisce i rappresentati parlamentari dei paesi che si affacciano sul bacino. In possesso dello status di osservatore permanete dell’ONU opera su tre filoni, attraverso le sue commissioni permaneti dedicate a cooperazione politica e sicurezza, cooperazione economica, sociale e ambientale, al dialogo tra le civiltà e i diritti umani. Il presidente viene eletto ogni due anni dall’assemblea plenaria, con un’alternanza tra un rappresentante dei paesi della sponda Sud e della sponda Nord del Mediterraneo. Tra i suoi obiettivi la capacità, attraverso la democrazia parlamentare, di faovrire il dialogo, aprendo canali alternativi anche tra Paesi caratterizzati da forti contrapposizioni.

Come arriva fino a Napoli? 
L’indisponibilità della sede originaria di Malta aveva portato il PAM a dividersi tra due centri minori, uno a Bucarest, l’altro sempre a Malta. Ed è dalla ricerca di una soluzione a questo stato di cose che è nata l’idea di proporre Napoli come sede definitiva, puntando alla sua centralità sia gegografica sia culturale nell’ambito mediterraneo. Grazie ad un lavoro di squadra che ha coinvolto anche il Segretario Generale dell’organizzazione, Sergio Piazzi, e la Regione Campania che ha messo a disposizione una serie di strutture, all’ultima seduta plenaria di Belgrato, lo scorso febbraio, siamo riusciti a spuntarla sulle proposte francesi e maltesi. Ad inizio settembre cominceranno le operazione di trasferimento a Palazzo Pico, nato come polo di eccellenza per la digitalizzazione, e già sede di rappresentanza delle Universiadi.

Quali sono le inziaitive previste quando la sede diventerà operativa? 
La città diventerà protagonista di una serie di eventi, ospitando delegazioni provenienti da ogni angolo del bacino. Tra questi un’incontro con protagonisti Camere di commercio e rappresentanti del mondo produttivo: operazione già organizzata a Milano ma che vorremmo orientare verso un rapporto più diretto tra i protagonisti. Nell’ambiro della tutela del patrimonio artistico riuniremo tutti i direttori dei principali musei e siti archeologici dell’area per promuovere un protocollo d’intesa. Allo studio anche una serie di partnership con le Università con l’idea di creare una sorta di Erasum mediterraneo. Ma le iniziative da proporre e strutturare sono tante. Puntiamo a coinvolgere anche i grandi operatori economici del territorio come il porto per sfruttare i segnali di apertura al mercato che arrivano dalla sponda sud. 

Cosa si aspetta dal PAM napoletano?
Si tratta innanzitutto di una occasione di rilancio per la città. A livello generale l’idea è quella di contribuire a cambiare l’immaginario contemporaneo del Mediteraneo per riportarlo, paradossalmente, al passato. Oggi il Mare Nostrum è considerato solo come fonte di criticità, un mare di morte. Bisogna invece recuperare l’idea della rete di scambi culturali ed economici che ne ha sempre caratterizzato la storia. Il Mediterraneo è l’autostrada su sui possono viaggiare i grandi temi del futuro.
Giovanni Grande
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