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MAGGIO 2020 PAG. 20 - IMAT - rinnovo certificati a rischio congestionamento


La transizione verso la “nuova normalità” vede il lavoro marittimo dibattersi in una condizione paradossale. Esaltato, giustamente, come uno dei fattori che ha mantenuto in piedi il Paese nel momento più difficile dell’emergenza sanitaria i lavoratori del mare si ritrovano ad affrontare difficoltà di varia natura nella “fase 2”.

La prima, più volte evidenziata dalle associazioni nazionali e internazionali del settore, è costituita dal mancato turn-over degli equipaggi. La questione, emersa fin dal primo momento, rischia di avere un impatto drammatico se non risolta per tempo. A fine Maggio, nonostante l’impegno dell’IMO e dell’Ue per garantire i necessari corridoi aerei per rendere possibile le rotazioni del personale di bordo, non si era ancora riusciti a sbloccare la situazione.

«Sono coinvolti – come spiegato in più di un’occasione il presidente di Confitarma, Mario Mattioli – tra il 250mila e 300mila marittimi a livello internazionale, oltre 3mila italiani. Bisogna fare presto, anche per evitare serie conseguenze a livello di salute di chi è rimasto a bordo per tanto tempo e di stress per chi si ritrova inattivo ad aspettare un imbarco».

Proprio l’inattività di chi attende di salire a bordo fa emergere il secondo problema, inerente le misure di welfare. Molti marittimi italiani stanno vivendo una difficile situazione economica, considerando che molti di loro non rientrano nelle varie misure di sostegno messe a punto dal governo fino ad ora. Qualcosa in questa direzione si sta muovendo, con le prime iniziative parlamentari che prevedono interventi per il settore e l’interlocuzione avviata a livello regionale da Confitarma per alleviare questa situazione.

Infine, il nodo della formazione, non secondario per un tipo di attività caratterizzato da un accentuato livello di professionalizzazione e specializzazione, normato a livello internazionale. IMAT, il principale training center del comparto ha messo nero su bianco. Il Centro Studi dell’Academy ha calcolato il numero di ore di lezione complessive per il conseguimento dei certificati obbligatori previsti dall’IMO e necessari per operare a bordo: 96 ore complessive per intraprendere la carriera da marittimo di coperta o di macchina;  da 231 a 319 ore, a seconda delle diverse tipologie di navi, per la propedeuticità alla carriera di Comandante, cui si aggiungono nella fase finale del percorso altre 396 ore; da 126 a 196 ore per la propedeuticità, più altre 410 ore per la figura del Direttore di navi mercantile. Tutte attività precluse dalla chiusura momentanea dei centri.

«Stando alle nostre elaborazioni – spiega l’amministratore unico di IMAT, Fabrizio Monticelli –  IMAT relativamente  al solo processo di aggiornamento dei corsi “BST”, “Antincendio Avanzato” e  “Crowd Crisis”, entro la fine del 2021 bisognerà gestire circa 11.590 corsisti per un totale di 17.765 certificazioni, per complessive 417.240 ore di formazione. Per i nuovi corsi basici necessari all’introduzione di  nuovo personale nel comparto marittimo si stimano, entro la stessa data, 2.354 corsisti per un totale di 11.770 certificazioni, per 150.656 ore di formazione».
Il rischio di congestionamento per le richieste future di rinnovo dei certificati, anche alla luce delle richieste relative ai refresh del cosiddetto “ciclo di Manila 2016” in scadenza alla fine del 2021, è altissimo. «Tralasciando tutto ciò che riguarda la nuova formazione e gli avanzamenti di carriera  per gli Ufficiali, Sotto Ufficiali e Comuni della Marina Mercantile, si dovrebbero rilasciare 29.535 certificazioni che equivalgono a 567.896 ore di formazione».

La strada individuata, fin da subito, è stata quella delle attività in remoto, sulla falsariga di quanto autorizzato già per Scuola ed Università. Alcuni corsi, tra cui alcuni effettuati in collaborazione con il Cardarelli (First Aid e Medical Care), sono già stati autorizzati e attivati con buon successo di partecipazione ma si attende ancora il via libera per la somministrazione degli altri, almeno per quanto concerne la parte teorica degli stessi.
Nel frattempo si lavora per l’obiettivo riapertura. «In questo periodo sono state pubblicate le linee guida per la ripresa delle attività. Il Technical Department, ha lavorato senza sosta per assicurare la sicurezza del Centro e delle aree esterne predisponendo un restrittivo manuale di autocontrollo ad integrazione del DVR aziendale. Siamo già pronti per affrontare al meglio questa nuova fase».

                                                                                                                                                  G.G.
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