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OTTOBRE 2020 PAG. 17 - Aumento di fatturato per ISE nonostante la crisi epidemica


 «A ssorbito l’impatto del primo lockdown relativamente ad alcuni settori la logistica in quanto tale, ovvero tutti i servizi aggiunti che Interporto Sud Europa mette a disposizione dei suoi partner, ha registrato un aumento del fatturato fino al 30%. Questo perché siamo riusciti nonostante tutto a trasferire parte della merce dalla strada alla ferrovia». Giancarlo Cangiano, vicepresidente di ISE e dell’Unione Interporti Italiani, tira le fila di un anno complicato ma pieno di soddisfazioni in cui l’infrastruttura campana sta definendo le coordinate per il suo futuro. 


L’interporto cresce nonostante le difficoltà legate alla pandemia…
È proprio così. Quest’anno passeremo da 1.600 a 2.000 treni annui, cifra che conferma la nostra vocazione all’intermodalità. Poste Italiane, inoltre, ha arricchito ulteriormente le sue aree di pertinenza di ulteriori 12mila metri quadri portando il totale a circa 30mila metri quadri. Un buon segnale per la crescita dei traffici. Uno stato di salute che cercheremo di supportare con tutta la serie di interventi infrastrutturali per potenziare la nostra offerta. 


Quali saranno i principali?
Contiamo di raddoppiare la presa in consegna per i treni. Inoltre, i lavori per lo svincolo autostradale dedicato sono finiti, manca solo la consegna da parte di Autostrade del casello. A quel punto avremo implementato il gate d’ingresso portandolo a nove corsie e, soprattutto, dotandolo dei servizi digitali previsti da Uirnet. Sempre in tema di digitalizzazione applicheremo i sistemi di tracciamento della merce sviluppato da Circle. Provvederemo, poi, alla realizzazione di un gate intermodale per facilitare ulteriormente lo scambio strada – rotaia e alla cantierizzazione di due “track village” con servizi per gli autisti e i camion, rispettivamente su un’area di 11mila e 12mila metri quadri: zone attrezzate anche per mantenere la merce a temperatura, completamente servite con pannelli solari. Infine, sono state da poco rinnovate tutte le licenze doganali, compresa la temporanea custodia: a breve saremo pronti ad accogliere gli spedizionieri in uffici dedicati. 

 
Piani di crescita che non possono prescindere dal contesto generale…
Sotto questo aspetto va segnalato il ruolo crescente che l’interportualità campana è riuscita a ritagliarsi in seno all’associazione nazionale di categoria. Personalmente mi sono state affidate le deleghe per tutti i rapporti istituzionali mentre al collega di Nola, Claudio Ricci, quelle per le ZES e le ZLS e gli aspetti fiscali. Una buona notizia per il Sud e la dimostrazione che Marcianise e Nola non si escludono a vicenda ma possono qualificare in modo positivo il nostro territorio in un’ottica di collaborazione per il bene comune. 


Quali sono le priorità individuate a livello nazionale?  
Bisognerà lavorare sull’iter parlamentare della legge sugli interporti. Risulterà essenziale ottenere il riconoscimento giuridico dello status di interporto, come infrastruttura specializzata e autorizzata ad erogare determinati servizi logistici. A questo riguardo comincerò un lungo giro tra gli interporti della penisola per verificare esigenze particolari e raccogliere le istanze comuni al settore. Di fronte a noi c’è la possibilità concreta di creare un vero sistema integrato nazionale, ne abbiamo preso coscienza proprio nel periodo più buio della crisi quando con le nostra attività abbiamo contribuito a tenere in piedi il Paese.  

Cosa pensa della proposta di istituire autorità interportuali sul modello della AdSP?                        Mi sembra un po’ presto per avanzare ipotesi di questo tipo. Le nostre realtà sono costituite principalmente da imprese, c’è poca amministrazione territoriale. Prima di andare in questa direzione andranno discusse tutte una serie di questioni. La missione presso gli interporti italiani servirà eventualmente a fare chiarezza anche su questo.

G.G.

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