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MAGGIO 2024 PAG. 16 - MedCruise: accorciare i tempi di attuazione del cold ironing

 

MedCruise: accorciare i tempi di attuazione del cold ironing

Si intitola “Sustainability investments and projects in the Mediterranean ports Survey 2024” lo studio presentato nella sua prima fase al recente Seatrade Cruise Global di Miami e commissionato da MedCruise, la maggiore associazione dei porti crocieristici del Mediterraneo (152 gli scali associati), al Centro Sudi e Ricerche SRM. Ne approfondiamo alcuni aspetti con i due membri del Consiglio di Amministrazione di MedCruise, Valeria Mangiarotti, Responsabile Marketing della AdSP del mare di Sardegna e Direttore Medcruise del Dipartimento “Soluzioni tecniche ambientali” e Jamil Ouazzani, Direttore Marketing & Intelligenza Strategica del Porto di Tangeri, nonché Direttore MedCruise del Dipartimento “Ecosistemi e Sostenibilità” che hanno ideato e promosso l’iniziativa.

Quali sono i principali temi analizzati nello studio? 

L’indagine è stata rivolta ai porti membri di MedCruise che si suddividono dal punto di vista geografico, in tre aree: West Med – Mediterraneo occidentale compreso tra la penisola iberica e la costa nord-occidentale dell’Africa; Central Med – Mediterraneo centrale situato tra la Sicilia, la Tunisia e la costa della Libia; East Med – Mediterraneo orientale che si estende tra la Grecia, la Turchia e la costa meridionale di Cipro. In totale sono state poste 25 domande agli intervistati, 5 delle quali sono state utilizzate per definire il campione – tipologie di porti – e 20 per indagare sulle tematiche legate alla sostenibilità tra cui il cold ironing per successivamente tracciare una mappa “green” dei porti del Mediterraneo. La maggior parte dei porti inclusi nell’indagine sono “porti marittimi”, il 98%, e comprendono più tipi di terminal: crociere, il 98%, cargo generale, il 78%, traghetti, 71%, e cargo sfuso, 67%. I sei topics scelti ed analizzati in questo studio riguardano tematiche strategiche per i programmi di sviluppo di tutte le tipologie dei porti e sono, più precisamente: ports’ enviromental monitoring programs, onshore power supply, ports’ foorprint, alternative fuels, pollution and biodiversity protection, CSR – social and economic impact.

Le tendenze più interessanti che sono emerse?

Per quanto riguarda il cold ironing, tematica molto discussa a livello europeo e italiano, è emerso che attualmente solo il 29 % dei porti intervistati è pronta a rifornire le navi con banchine elettrificate mentre il 94 % dei porti ha dei progetti rivolti ad attuare questo servizio entro il 2030. Questo perché, da una parte molti porti dell’Associazione – ad esempio i porti del Nord Africa e della Turchia – non hanno ricevuto fondi dall’Unione Europea per poter iniziare lavori di progettazione e infrastrutturazione per le banchine elettrificate; dall’altra, tra i porti che hanno ricevuto i fondi, il 77% degli intervistati deve impiegarli in un tempo ristretto e soprattutto deve combattere con svariati problemi legati alla burocrazia. Nello specifico, il 56 % degli intervistati ha un progetto di cold ironing su almeno una banchina del porto e questo vale anche per l’Italia dove uno dei tanti problemi è la quantità di energia verde che un porto può avere per soddisfare in un solo giorno 3/4 crociere ormeggiate. Ma lo studio mette in evidenza l’esistenza di un altro problema legato al costo dell’energia che potrà essere particolarmente alto rendendo il sistema del cold ironing non più competitivo.

In che misura le performance di sostenibilità possono rendere più o meno attraente uno scalo rispetto alle scelte delle compagnie?

Tutte le compagnie di crociera sono da anni consapevoli del loro “dovere” di non operare solo nel rispetto dell’ambiente, ma anche di intraprendere delle azioni concrete e preventive per ridurre la loro impronta ambientale. Questo presuppone molti investimenti ed una collaborazione in particolare con i governi, i fornitori di carburante, e le aziende tecnologiche che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di soluzioni innovative per migliorare l’efficienza energetica delle navi da crociera. C’è poi il capitolo degli investimenti che anche i porti devono sostenere per fornire, ad esempio, l’elettricità da terra per le navi. È, però, importante sottolineare che ad oggi, solo il 2% dei porti del mondo è dotato di tali infrastrutturazioni. Tuttavia, tutte le compagnie di crociera si stanno muovendo verso un’economia più verde e le scelte sostenibili di un porto/destinazione vanno ad incidere in modo preponderante sulla scelta che fa una compagnia di crociera per proporlo/a ad una clientela sempre più sensibile alla protezione dell’ambiente. Da questo punto di vista, molte compagnie armatoriali cominciano a proporre degli itinerari verdi ed ecosostenibili nei porti e destinazioni rispettosi dell’ambiente.

In termini di know how e politiche strategiche quali sono le differenze più marcate tra i porti dell’area presa in considerazione? Quali quelle comuni? 

L’area che ha risposto più positivamente sulle questioni ambientali in termini progettuali è stata l’area West Med, seguita dall’area Central Med e l’East Med. Tra le buone notizie emerse dai risultati: l’88% degli intervistati ha un EMPs, cioè un programma che analizza le strategie ambientali, mentre il 77% ha scelto come strategia l’energia rinnovabile. Sotto questo aspetto la scelta comune a molte realtà è il LNG. A questo proposito, dallo studio è emerso che questa tecnologia, considerata pulita e poco inquinante, rimane ancora una soluzione largamente condivisa anche dalle compagnie di crociera. In merito al LNG c’è da fare una considerazione ulteriore: dopo l’inizio della guerra in Ucraina, i prezzi avevano subito un enorme aumento. Fortunatamente si tratta di una situazione passata ed oggi, i costi si sono riallineanti a quelli iniziali. Tra i porti intervistati è da sottolineare che il 27% possiede impianti operativi di LNG per il bunkeraggio destinati alle navi da crociere e l’81 % sta lavorando per ottenerlo come sistema alternativo al cold ironing.

Eventuali azioni concrete e/o proposte operative da parte di Medcruise? 

L’idea è stata di lavorare in primis su dei dati concreti che mancavano, una specie di bilancio. Un documento di lavoro che evolverà nel tempo per ciascuno dei porti membri di MedCruise, fornendo loro un inventario e un benchmark competitivo su questi temi strategici per il loro sviluppo. Abbiamo voluto allo stesso momento sensibilizzare il mondo crocieristico sulle scelte che le Autorità Portuali hanno intrapreso in questi ultimi anni, molte delle volte influenzate dalle leggi nel nostro caso dell’Unione Europea. Infine, Medcruise ha il merito di fare networking su queste problematiche, soprattutto attraverso i gruppi di lavoro come i nostri (Technical environmental solutions ed Ecosystems & Sustainability) per creare delle best practices da applicare a tutte le sue realtà.

Giovanni Grande

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