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NOVEMBRE 2023 PAG. 48 - Una visione del futuro del sistema mare italiano

 


Presentazione del libro di Luigi Merlo

Lunedì 6 novembre scorso si è svolta, presso la sede di Confcommercio a Roma, la presentazione del libro di Luigi Merlo “Rivoluzionare la politica marittima italiana per un vero Ministero del Mare”.

Hanno portato i saluti delle rispettive associazioni Pasquale Russo, Presidente Nazionale di Conftrasporto, e Umberto Masucci, Presidente Nazionale del Propeller Club. Sono intervenuti, alla presenza di un nutrito parterre di parlamentari, esperti di settore e rappresentanti delle istituzioni, Stefano Messina, Presidente di Assarmatori, Nicola Carlone, Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, Luigi Merlo, autore del libro, Graziano Delrio, già Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e a chiusura dei lavori, Nello Musumeci, Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare. Ha coordinato Donato Caiulo, Presidente del Propeller Club Port of Roma. 

I primi interventi, dopo i ringraziamenti al Propeller Club Port of Roma, organizzatore dell’evento, hanno messo in luce le proposte più audaci contenute nel libro, e la capacità del medesimo di raccontare una storia vissuta da tanti dei partecipanti, la storia della riforma del 2016, delle sue difficoltà, della riscossa dei localismi che ne hanno eroso l’abbrivio iniziale frutto dell’impegno di molti. Il Presidente Umberto Masucci ha in ultimo ricordato le iniziative internazionali di scambio di esperienze organizzate annualmente dal Club Nazionale, la prossima delle quali si terrà tra poco a Istambul.

Il Coordinatore Donato Caiulo ha aperto la presentazione osservando che il libro apre uno squarcio su una esperienza di vita vissuta, a partire dalla quale l’autore valuta la realtà di ieri e di oggi. Un testo che ha l’ambizione di suggerire un metodo, una possibile strada sulla base delle proprie esperienze personali.

Negli interventi successivi Stefano Messina si è concentrato su tre punti qualificanti: la necessità di investire su, e implementare, le connessioni materiali e immateriali, oggetto dell’attuale rinnovata azione del MIT in materia con la pubblicazione dell’avviso per la presentazione da parte delle AdSP di proposte di investimento per l’implementazione di servizi Port Community System (PCS) volti all’interoperabilità con le PA e la Piattaforma Logistica digitale Nazionale (PLN); la annunciata nuova riforma della legge n. 84/94; in particolare la questione del modello di governance.

Dopo l’Ammiraglio Carlone, che ha ricordato episodi significativi della collaborazione tra le Capitanerie di Porto e le AdSP, è intervenuto l’autore, che ha ringraziato i presenti e ha detto che il libro avrebbe dovuto nascere prima delle elezioni del 2022, proprio per sostenere l’istituzione di un Ministero del mare. Tuttavia, come accade spesso, i molti impegni hanno fatto si che il trigger per l’uscita del libro sia stata una scommessa con il figlio, che sosteneva che non lo avrebbe mai finito. Un libro sincero, lo ha definito l’autore, contenente sì spunti critici, ma sempre con spirito costruttivo. E anche pieno di aneddoti e ricordi a volte dolci e a volte amari. “Non sono riuscito a scrivere dell’esperienza della torre piloti - ha detto - perché è stata troppo profonda”, ma tuttavia “un successo con questo evento l’ho ottenuto: mettere nella stessa stanza i vertici delle AdSP e quelli dell’ART”, una operazione di team building cui si augura il miglior esito. 

Sulla riforma portale l’autore, con la abituale franchezza, ha detto che “se una riforma si deve fare questa deve essere effettivamente rivoluzionaria. Altrimenti è meglio far finalmente funzionare quella che c’è”.

Graziano Delrio ha, poi, osservato come il libro, con i suoi garbati stimoli, riesca a provocare una discussione sulla marittimità: questo dibattito in Italia semplicemente non c’è, ed è una mancanza grave. Il libro tiene assieme una visione complessiva del Paese che, affetto da localismi, dimentica anche i fenomeni globali: il livello del mare, ad esempio, si sta alzando e bisogna tenerne conto quando si progettano le banchine, i fondali, le quote dei ponti.

L’esperienza da Ministro, ha poi continuato Delrio, è stata bellissima ed esaltante. È stato un onore collaborare con le Capitanerie di Porto ed un piacere lavorare con tanti professionisti dei porti impegnati e appassionati. L’Italia è forte soprattutto in ragione della qualità del capitale umano e, nel libro, l’autore inquadra davvero il problema: questo capitale umano si sta esaurendo. 

In materia di riforme, queste non hanno necessariamente un carattere palingenetico. Ne è prova il fatto che se fosse stato per il Paese nel 2016 avremmo avuto 37 AdSP e non 16. Un Paese che non riesce a capire il significato di cooperazione, un esercizio che va a vantaggio di tutti. Altra questione che il Paese non tollera è il rischio per i “territori” di perdere autonomia, che è certamente un gran valore, ma non si può prescindere da un coordinamento centrale. Un Ministero del mare dove le AdSP sono solo un mezzo, ma non il fine. È dal mare che possono arrivare molte delle risposte che servono al Paese. 

Ha chiuso i lavori il, Ministro Musumeci, definendo il libro una provocazione e uno stimolo. Una provocazione purtroppo tardiva, mentre la competenza dell’autore e la sua esperienza politica danno valore alla parte dello stimolo.

Il Ministro ha messo in luce un difetto di origine, prima nel titolo, in quanto un assetto si rivoluziona per cambiarlo, e una politica marittima del Paese non c’è mai stata, quindi, non ci sarebbe nulla da rivoluzionare ma qualcosa da inventare, e poi nel sottotitolo, in quanto la parola “vero” sottintenderebbe l’esistenza di un Ministero “finto”, che invece ancora non esiste. C’è solo un Ministro per le politiche del mare con funzioni di coordinamento.

In verità l’Italia non è un paese marittimo, ha continuato il Ministro, e abbiamo tutti il dovere di lavorare perché lo diventi. E in questo senso la Presidente del Consiglio ha voluto avviare un processo, istituire una apposita Struttura di missione, che è avviata a trasformarsi, entro il 2025, prima in Dipartimento e poi in Ministero, con le relative competenze gestionali. È una iniziativa che nasce dopo la campagna elettorale, ma nella continuità di un solido filo logico. Si è voluto colmare un vuoto, in quanto per 30 anni nessuno davvero si è impegnato per istituire un Ministero del mare. Invece si è soppresso il Ministero della Marina Mercantile e si è ridotto il tema del mare alla logistica e i trasporti. È stato un grave errore.

Piuttosto la Presidente del Consiglio, ha osservato ancora il Ministro, ha voluto mettere il mare al centro delle politiche del Governo. E siamo orgogliosi di questa scelta. La Struttura di missione per le politiche del mare ha ascoltato 220 stakeholder per elaborare il 1° Piano del mare, e anche se questi ultimi hanno teso più che altro a rappresentare istanze molto settoriali, tuttavia, il Piano si è sforzato di ricondurre il tutto ad unità, tentando di sopperire alle attuali incapacità del sistema mare di lavorare insieme. Questa sarà la sfida del prossimo futuro, provare a dare un’anima sola, una direzione condivisa, al lavoro della gente che opera sul mare e per il mare.

Entro il 2025 il Piano del mare dovrà essere aggiornato. Nel frattempo, è in corso di predisposizione una direttiva della Presidente del Consiglio secondo la quale tutti i Ministeri dovranno sottoporre all’approvazione del CIPOM tutti i piani di loro competenza che abbiano relazione con il mare. Al termine dei lavori il Ministro Musumeci è stato nominato socio onorario del Propeller Club Port of Roma.

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