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AGOSTO 2022 PAG. 12 - Fermerci, un discussion paper per una nuova cura del ferro

 


Rilanciare la “cura del ferro” adeguando la strategia lanciata nel 2017 ai profondi cambiamenti avvenuti in questi anni. L’appuntamento fissato da Fermerci, neonata associazione di sistema che punta a rappresentare gli attori del settore logistico ferroviario, è per il dopo elezioni. In quell’occasione, come spiega a Porto&interporto, il presidente Clemente Carta, «consegneremo il nostro “position paper”, frutto di una discussione tra gli stakeholders che abbiamo già avviato per tempo sul futuro del comparto e i cui temi principali sono stati anticipati alla fine di luglio con la presentazione di un “discussion paper”, vera propria base di partenza sui singoli punti che riteniamo degni di un’approfondita operazione di analisi». 

Intanto, la logistica ferroviaria incassa l’intervento del governo contro il “caro-energia”...   

È una risposta concreta ad una precisa sollecitazione venuta da Fermerci in occasione del nostro appuntamento di fine luglio. I rincari dei prezzi sull’energia elettrica, per gli effetti della contingenza economica, hanno superato il duecento per cento, con conseguenze pesanti sui margini operativi. La misura, una proroga di un intervento dello scorso marzo, prevede uno sconto del 20%.  Non moltissimo ma bastante a mitigare l’attuale situazione di criticità. 

Veniamo al “discussion paper”. I macro-capitoli individuati sono cinque...   

Il primo riguarda il potenziamento infrastrutturale e una questione di natura pratica. C’è la necessità che tutti gli interventi individuati e previsti nel PNRR non rallentino l’esercizio delle attività, con conseguenze negative sui traffici. Serve, su questo tema, un coordinamento efficace per preservare linee e circolazione durante lo svolgimento dei lavori. Grande attenzione, poi, deve essere posta alla questione dell’ultimo miglio sia per le aree portuali sia per quelle retroportuali. Porti, interporti e piastre logistiche devono essere connesse meglio alla rete. Nel 2017 si è cominciato a lavorare in questa direzione ma poi sono venute a mancare le risorse necessarie per completare il quadro. 

Capitolo intermodalità. Anche qui una questione di risorse?

Il “ferrobonus” parte nel 2011 producendo innegabili effetti positivi sulla crescita dei traffici. Purtroppo a undici anni di distanza, con volumi aumentati e in una situazione economica caratterizzata dal balzo dei costi, la dotazione è rimasta invariata. Se vogliamo ottenere effetti positivi le risorse a disposizione devono crescere gradualmente e, soprattutto, devono diventare strutturali. Inoltre vanno applicate le altre norme già in vigore. Faccio riferimento alla possibilità data alle AdSP di ridurre il canone di concessione per le imprese terminalistiche che organizzano un numero crescente di treni. Una possibilità su cui la maggior parte degli enti portuali non si è ancora attivata. 

Formazione del personale...    

Al pari dell’autotrasporto anche la logistica ferroviaria deve fare il conto con una mancanza di “vocazioni” lavorative. Le stime per i prossimi tre anni, se si fa riferimento anche al personale di terra per le manovre, indicano un fabbisogno di circa 5mila nuovi addetti. Su questo punto serve un salto di qualità. Noi proponiamo un grande piano di formazione che coinvolga i centri già riconosciuti, gli istituti tecnici e, soprattutto, le Regioni che sul PNRR possono contare su risorse messe a disposizione e non pienamente sfruttate. 

Infine, gli investimenti in materiali e mezzi e la semplificazione amministrativa... 

Per un settore “capital intensive” come il nostro vanno pensati meccanismi di cofinanziamento che permettano l’adeguamento dei materiali rotabili. Una strada percorribile sarebbe una riproposizione del percorso individuato da Industria 4.0 ma non stiamo qui a formalizzarci sulle formule. Di sicuro, e il discorso riguarda anche gli adeguamenti per i terminalisti, servono interventi congegnati per permettere al settore di essere concorrenziale. E questo, ovviamente, chiama in causa anche la semplificazione delle regole e il ricorso alla digitalizzazione. Ci sono norme di natura secondaria, penso, ad esempio, all’allocazione delle tracce ferroviarie, che possono essere revisionate con una semplice direttiva. Accelerare questo tipo di procedure non dovrebbe essere proibitivo.  La riforma delle regole troppo spesso non segue i tempi concitati del mercato ed essere al passo per un settore strategico come la logistica ferroviaria è un must.

Giovanni Grande

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