Uggè (FAI): Italia fanalino di coda nella logistica
«L’Italia conferma il 19° posto nel Logistic Performance Index, una posizione che manteniamo da anni senza alcun miglioramento. Questo significa che il nostro Paese resta indietro rispetto agli altri Stati europei, nonostante i mercati cambino e i flussi internazionali evolvano. È evidente che manca una politica dei trasporti chiara e strategica».
Lo ha dichiarato Paolo Uggè, presidente FAI Conftrasporto, aprendo il convegno dedicato ai nodi intermodali e alle nuove infrastrutture.
«Negli anni 2000 avevamo avviato la Consulta del trasporto e della logistica, un luogo di confronto tra imprese, istituzioni e mondo produttivo per definire una strategia condivisa», ha ricordato Uggè. «Purtroppo, fu chiusa dal governo Monti, interrompendo un dibattito che avrebbe potuto essere fondamentale per il Paese. L’ultimo Piano Generale della Logistica approvato dal CIPE risale a quegli anni, e da allora nessun governo ne ha adottato altri».
Il presidente FAI Conftrasporto ha poi sottolineato le criticità attuali: «La rete stradale verso porti e interporti è congestionata, con ritardi superiori ai 30 minuti in gran parte del Paese. Alcuni porti principali come Gioia Tauro, Genova, Napoli e Trieste sono saturi, mentre altri restano praticamente inutilizzati, come Taranto e Cagliari».
«Il trasporto ferroviario delle merci in ambito nazionale è in crisi da anni», ha continuato Uggè, «mentre i servizi internazionali crescono. Questo dimostra che non basta ammodernare singoli segmenti della rete: serve una visione complessiva e strategica».
Un tema centrale, secondo Uggè, è la gestione dei valichi alpini, attraverso cui passa l’87% dell’interscambio con l’UE: «Il 68% del traffico passa su strada, il 32% su ferrovia. Se questi percorsi non funzionano, l’economia italiana ne paga le conseguenze».
«Brennero», ha spiegato Uggè, «subisce blocchi unilaterali da parte dell’Austria, e solo recentemente il Governo ha agito in sede europea. Il traforo del Monte Bianco sarà chiuso per tre mesi consecutivi per i prossimi 18 anni, con il rischio di paralisi per il traffico del Nord Ovest e i porti liguri. E sul Gottardo, in Svizzera, nuove restrizioni ferroviarie dopo l’incidente del 2023 rallentano l’accesso ai mercati europei».