feb 2018 pag 57 - Una potenzialità strategica da troppo tempo bloccata
La millenaria città di Crotone da sempre è stata punto di
riferimento per le civiltà nella navigazione nel Mar Mediterraneo, considerata
la sua strategica posizione e le caratteristiche naturali e geomorfologiche del
territorio fu, fin dai tempi antichi, punto di riferimento indiscusso per il
commercio e per i naviganti.
Purtroppo, nel corso dei secoli, con il susseguirsi di
occupazioni, dominazioni e guerre, la gestione e lo sviluppo della portualità
crotonese non è stato supportato a dovere. Solo durante l’inizio del XX secolo,
Crotone ha visto crescere la sua importanza dal punto di vista industriale e
con essa il Porto divenne centro di importanza strategica; in quei decenni
nacquero molte realtà imprenditoriali connesse alle attività manifatturiere e
industriali che fiorivano in città, fino addirittura alla costruzione di grandi
navi mercantili, che per decenni solcarono il Mare Nostrum, trasportando i
prodotti dell’industria siderurgica, chimica ma anche alimentare e
manifatturiera in generale.
Il periodo d’oro dell’economia crotonese durò per molti
decenni prima di scontrarsi con l’avvento della globalizzazione che unito ai
mancati adeguamenti infrastrutturali da parte dello Stato decretò la fine
dell’era industriale intorno ai primissimi anni ‘90 e con essa la città e il
suo porto caddero in declino; in molti si chiesero allora quale poteva essere
il futuro, le ambizioni, gli obiettivi e le strategie della città di Pitagora
- disquisendo di reindustrializzazione
pesante, di servizi e di turismo.
Nel 1993 Crotone divenne nel frattempo Provincia e la
popolazione visse il primo decennio da capoluogo provinciale quasi in apnea. Il
porto continuò le sue attività legate alla marineria peschereccia, alla piccola
cantieristica e diporto, al transito di panfili e ad una ormai ridotta, seppur
sempre viva, attività mercantile, ma senza una vera organizzazione gestionale e
strategica.
Così con l’inizio del nuovo millennio si fece strada
un’ipotesi, l’adesione all’Autorità Portuale di Gioia Tauro, il porto tirrenico
che nel frattempo stava crescendo molto con la sua attività esclusiva di
trasbordo containers.
Molti politici e imprenditori pensarono di procedere decisi
su questa strada pensando ad una potenziale sinergia che avrebbe attratto
investimenti, mentre in pochi palesarono sin da subito la propria contrarietà
all’operazione di aggregazione. Prevalsero i favorevoli e tra il 2005 e il 2008
si concretizzò il passaggio del porto di Crotone nel contesto dell’Autorità
gioiese.
Oggi, in molti, se non addirittura tutti, si sentono
profondamente delusi dai dieci anni trascorsi, dove in pratica non si è
concretizzato nulla di nuovo, anzi vige quasi un immobilismo che si scontra con
le odierne dinamiche della normativa nazionale. Il Piano Regolatore Portuale,
appaltato nel 2009, ancora non vede approvato neanche il progetto preliminare,
nonostante le ripetute sollecitazioni degli operatori portuali, costituitisi in
Associazione Operatori Portuali e Marittimi - della Camera di Commercio e delle
Istituzioni cittadine, con la
conseguenza che il volume dei traffici non decolla, mentre il degrado e
lo scarso sviluppo permangono.
Con la recente riforma portuale, lo scalo crotonese si
ritrova accorpato ad altri nove porti, Corigliano - Reggio Calabria - Villa S. Giovanni
- Taureana di Palmi(?) - Gioia Tauro - Vibo Valentia - Messina Milazzo - Tremestieri riuniti sotto il nome
di Autorità di Sistema del Basso Tirreno e dello Stretto, un mostro
amministrativo non ancora costituitosi che vede ancora il perdurare di una fase
di commissariamento dell’Autorità portuale, unica in Italia, che si lega alle
solite dinamiche politiche che tanto danneggiano l’imprenditorialità e i
territori che restano sempre ed ancora in attesa di una istituzione consolidata
a cui prospettare le attività di valorizzazione e sviluppo del porto.
Con lo spirito e l’augurio di una pronta inversione di rotta
e una riemersione della portualità crotonese, in molti si stanno chiedendo se
non fosse utile a tutti ipotizzare - a questo punto - un passaggio di Crotone
nell’Autorità di sistema del Mar Jonio, dove per natura, geografia, storia e
comune passato magnogreco, le connessioni sono molto più evidenti e sinergiche.
Piero Castelliti
Presidente The International Propeller Club – Port of
Crotone