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feb 2018 pag 59 - Campania, il bello e ben fatto pronto per il mercato russo





La Campania guarda alla Russia come mercato di sbocco con le proprie eccellenze. Sono seicento infatti le imprese campane pronte a sbarcare all’ombra del Cremlino e ad avviare accordi di partnership. Delle 183 aziende italiane strutturate su tutto il territorio russo, ventitré sono campane, come Harmont&Blaine, Carpisa, Yamamay, Marlen, tanto per citarne alcune, altre sono pronte allo sbarco. Il tessile-abbigliamento traina l’export, seguito dal food, e solo Napoli vi pesa con una quota di mercato del 62% dell’intera regione. Non sono solo i prodotti della gastronomia e della meccanica i più richiesti, ma anche i semilavorati, chimici, farmaceutici e soprattutto il “bello e ben fatto” dell’abbigliamento e degli accessori. “E’ l’eccellenza delle imprese campane che attendono i 170 milioni di russi che amano il nostro modo di vestire, la creatività ed il nostro cibo”, afferma Vincenzo Schiavo, console onorario a Napoli della Federazione russa, nonché presidente di Confesercenti Campania. “I russi si sentono a casa propria qui a Napoli e questo è solo la conferma di un rapporto di oltre 240 anni; una relazione che si intensifica sempre di più grazie al lavoro che stiamo svolgendo. Basta dire che solamente per quanto concerne il turismo si registra un intenso flusso di visitatori nella regione. Dei circa 920mila turisti russi che hanno visitato l’Italia l’anno scorso, in 156mila si sono fermati in Campania spendendo sul territorio 75 milioni di euro. Un flusso di viaggiatori verso la Campania che ha prodotto tre voli diretti la settimana su Capodichino. Le mete preferite? Le isole del golfo partenopeo, Pompei, la Costiera Amalfitana e Napoli con il suo centro storico e la sua gastronomia. E non è finita – afferma Schiavo - Stiamo lavorando affinchè da un lato i nostri imprenditori possano entrare più facilmente in quei mercati di questo grande paese e dall’altro le imprese russe possano supportare le nostre sul loro territorio, anche con l’aiuto dell’Agenzia Ice. Il nostro consolato onorario, in sostanza, è diventato una piattaforma di sviluppo e di internazionalizzazione per le aziende italiane in continua attività ed aperto a confronti continui. Ed è diventato anche piattaforma di confronto e di rapporti istituzionali: abbiamo definito l’accordo di gemellaggio tra il comune di Amalfi e la città di Azov, abbiamo intrapreso un accordo simile tra Napoli e Rostov. Ci sono altresì diversi comuni che hanno espresso la volontà di creare analoghi gemellaggi, propedeutico a facilitare l’approdo delle imprese del luogo in Russia e viceversa. Sviluppare accordi commerciali e favorire l’esportazione dei nostri prodotti significa anche dare una mano alle imprese e consentire anche di utilizzare le risorse campane di manodopera e knowhow” . Un necessità che sostiene anche Arcangelo Fornaro, della Sezione Alimentare di Unindustria e titolare de Le Gemme del Vesuvio. “Quello russo è un mercato appetibile ma è penalizzato sia dalle criticità legate alle barriere all’ingresso, sia dalle difficoltà dovute alle documentazioni ed ai trasporti. Sarebbe auspicabile la risoluzione di tali problematiche per favorire una penetrazione più diffusa in quel Paese”. Per Agrigenus, invece, si tratta del primo approccio verso il mercato della Federazione. Lo afferma Francesco Pirolo, amministratore dell’azienda del food: “Abbiamo partecipato nei giorni scorsi al Prodexpò di Mosca insieme con l’Agenzia Ice e riscontrato un mercato interessante per il food di qualità. Non abbiamo rilevato grandi problemi amministrativi, almeno per i nostri prodotti, ma per la mozzarella per esempio ci sono state delle difficoltà, legate forse a fattori di protezionismo e quindi di ingresso in quel Paese. Vediamo in futuro se quanto abbiamo riscontrato sarà mantenuto. Ben vengano dunque le iniziative di incontri b&b promossi dal consolato napoletano”.

Eduardo Cagnazzi
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