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LUGLIO 2022 PAG. 66 - Ance Liguria: Diga di Genova flop internazionale annunciato

 


La più grande infrastruttura inserita nel PNRR, un’opera mai tentata al mondo e al tempo stesso la chiave per il rilancio del porto di Genova e del sistema logistico Italia. Tutto in fumo? Ance Liguria scende in campo con un lapidario e non certo soddisfatto “Lo avevamo detto”.

Il Presidente nazionale Ance, Federica Brancaccio, e il Presidente dell’Associazione genovese, Giulio Musso, nella recente assemblea di Assagenti, avevano formalmente e pubblicamente invitato l’Autorità di sistema portuale a fermarsi prima che fosse troppo tardi e a valutare con attenzione il progetto della diga, a rischio tecnicamente, finanziariamente e operativamente.

“La rinuncia delle due cordate di imprese che avrebbero dovuto partecipare alla gara per realizzare la più grande opera pubblica degli ultimi trent’anni, per un valore di oltre un miliardo – afferma Emanuele Ferraloro, Presidente di Ance Liguria – al di là dell’effetto devastante sulla credibilità anche internazionale di Genova e del suo porto, allunga ombre sulla fattibilità di gran parte delle opere inserite nel PNRR e sulla capacità dei soggetti pubblici di mettere a punto progetti tecnici credibili e affidabili”.

“Non ci fa certo piacere aver lanciato per tempo tutti gli alert possibili, aver dovuto registrare le rituali e un po’ infastidite rassicurazioni dell’Autorità di sistema portuale, nonché le esultanze della politica per l’avvio della gara – prosegue Ferraloro – ma il caso diga rischia di provocare un’onda d’urto devastante, con effetti drammatici sulla credibilità del sistema Italia”.

“È possibile – afferma il Presidente di Ance Liguria – che solo la nostra Associazione si sia esposta pubblicamente per denunciare questo pericolo? È possibile che un’opera da oltre un miliardo venga gestita così, ci si è mai posti il problema dell’adeguatezza delle strutture tecniche alle dimensioni e all’impegno di una sfida di questa magnitudo? Quando passerà la sbornia da PNRR e si cercheranno, con pragmatismo, soluzioni ai reali problemi del sistema pubblico italiano? Quando si prenderà coscienza dell’unico vero problema italiano: la traduzione in fatti dei proclami, la trasformazione delle carte in opere?”

Anche il Presidente di Ance Savona, Massimo Baccino, si esprime in modalità controcorrente: “Continuare a lamentarsi della burocrazia e dei rischi che ne derivano, ora che i progetti, specie quelli inseriti nel PNRR, dovrebbero registrare una brusca accelerazione, è un puro esercizio dialettico. La verità è che nelle Istituzioni, negli Enti Locali, così come nelle Autorità di Sistema Portuale, funzionari, dirigenti e responsabili di Uffici tecnici sono strangolati fra norme inapplicabili e farraginose, procedure complesse e pericoli che corrispondono a ogni scelta e ogni firma su provvedimenti o gare”.

“Sulla base delle prime analisi, che proprio su questi temi sono state elaborate dall’Osservatorio savonese sul settore edile – continua Baccino – emerge con evidenza un quadro profondamente differente rispetto a quello comunemente ritenuto attendibile: l’apparato che lavora all’interno delle stazioni appaltanti pubbliche è la prima vittima di un sistema normativo e operativo sull’orlo del collasso”.

“Può sembrare un paradosso che gli imprenditori si schierino in aiuto e a fianco dei funzionari pubblici – prosegue il Presidente di Ance Savona – ma i dati parlano chiaro: le gare non partono, le norme sui bandi di gara sono spesso farraginose. In questo modo non si fermano solo le grandi opere, ma anche la miriade di micro-gare alle quali è legato il destino di centinaia di aziende medio piccole. Quelle aziende edili e di costruzioni che contribuiscono insieme alla formazione di due terzi del PIL”.

Secondo Ance Savona è necessario attuare un coordinamento fra stazioni appaltanti e imprese, è necessario “un provvedimento normativo di semplificazione e chiaro che possa garantire da una parte la legalità, la trasparenza e la concorrenza ma dall’altra sappia dare risposte immediate ed efficaci per tradurre in opere i progetti in tempi accettabili. Altrimenti i fondi del PNRR non verranno investiti e questo sarebbe un danno enorme non solo per il settore edile ma per l’intero paese.” Di questa situazione i più penalizzati sono sicuramente i piccoli comuni che sono spesso in carenza di organico.


Sandro Minardo

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