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MAGGIO 2023 PAG. 10 - NEWS DALL'EUROPA

 



Prospettive migliori per l’economia europea 

L’economia europea continua a mostrarsi resiliente in un contesto mondiale difficile. Il calo dei prezzi dell’energia, l’allentamento delle strozzature nell’approvvigionamento e un mercato del lavoro vigoroso hanno sostenuto una crescita moderata nel primo trimestre del 2023, dissipando i timori di una recessione. Questo inizio d’anno migliore del previsto porta le prospettive di crescita dell’economia dell’UE all’1,0% nel 2023 (0,8% nelle previsioni intermedie d’inverno) e all’1,7% nel 2024 (1,6% nelle previsioni d’inverno). Le revisioni al rialzo per la zona euro sono di entità analoga, con una crescita del PIL attualmente prevista all’1,1% nel 2023 e all’1,6% nel 2024. Sull’onda delle persistenti pressioni sui prezzi di fondo, anche l’inflazione è stata rivista al rialzo rispetto alle previsioni d’inverno, nella zona euro al 5,8% nel 2023 e al 2,8% nel 2024. Secondo la stima flash preliminare di Eurostat il PIL è cresciuto dello 0,3% nell’UE e dello 0,1% nella zona euro nel primo trimestre del 2023. Stando ai principali indicatori, la crescita dovrebbe protrarsi nel secondo trimestre.

Nello specifico l’economia europea è riuscita a contenere l’impatto negativo della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, facendo fronte alla crisi energetica grazie a una rapida diversificazione dell’approvvigionamento e a un considerevole calo dei consumi di gas. I prezzi dell’energia nettamente in diminuzione riducono i costi di produzione delle imprese.  


Presentata la riforma doganale dell’Ue

La Commissione ha presentato le proposte per la riforma dell’unione doganale dell’UE. Le misure puntano ad uno sfruttamento più efficiente dei dati prodotti dalle dogane europee per garantire procedure semplificate per le imprese. Nel contempo le agenzie disporranno degli strumenti e delle risorse di cui hanno bisogno per valutare adeguatamente e bloccare le importazioni che comportano rischi reali per l’UE, i suoi cittadini e la sua economia. La riforma risponde alle attuali pressioni cui è soggetto il sistema dei controlli dell’Unione, tra cui un enorme incremento dei volumi commerciali, in particolare nel commercio elettronico, il rapido aumento delle norme che devono essere verificate alle frontiere e l’evoluzione delle realtà e delle crisi geopolitiche. Nello specifico vuole semplificare e razionalizzare gli obblighi di dichiarazione doganale per gli operatori, ad esempio riducendo i tempi necessari per completare i processi di importazione, mettendo a disposizione un’unica interfaccia e facilitando il riutilizzo dei dati. L’obiettivo è ridurre gli oneri del 25%, senza compromettere gli obiettivi strategici correlati. Una nuova autorità doganale dell’UE presiederà un centro doganale digitale che fungerà da motore del nuovo sistema. Nel tempo il centro di dati sostituirà l’infrastruttura informatica doganale esistente negli Stati membri, consentendo di risparmiare fino a 2 miliardi di euro all’anno in costi operativi.  Il nuovo sistema proposto fornirà alle autorità doganali una visione d’insieme delle catene di approvvigionamento e dei processi di produzione delle merci che entrano nell’UE. Tutti gli Stati membri avranno accesso ai dati in tempo reale e saranno in grado di mettere in comune le informazioni per rispondere ai rischi in modo più rapido, coerente ed efficace. L’intelligenza artificiale sarà utilizzata per analizzare e monitorare i dati e prevedere i problemi perfino prima che le merci abbiano iniziato il loro viaggio verso l’Unione. 


300 milioni per l’interoperabilità su ferro in Italia

Bruxelles ha approvato, in base alle norme dell’Unione sugli aiuti di Stato, un regime italiano da 300 milioni di euro per eliminare gli ostacoli tecnici all’interoperabilità della rete ferroviaria. Lo scopo del regime è di promuovere il passaggio del traffico merci e passeggeri dal trasporto su strada a quello ferroviario, nonché di migliorare la sicurezza e l’efficienza di quest’ultimo. L’Italia intende sostenere l’istallazione dell’ultima versione disponibile del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS) sui veicoli della rete ferroviaria italiana. Si tratta del sistema di controllo della sicurezza e di gestione delle ferrovie unico, volto a sostituite i diversi sistemi nazionali attualmente in uso in tutta Europa, allo scopo di migliorare l’interoperabilità del trasporto ferroviario transfrontaliero e la competitività del trasporto ferroviario in generale. L’Italia intende implementare il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario in tutta la rete ferroviaria nazionale entro il 2036. Nell’ambito del regime, gli aiuti assumono la forma di sovvenzioni dirette alle compagnie ferroviarie per l’acquisizione e l’istallazione di apparecchiature di bordo del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario. Il regime sarà in vigore fino al 31 dicembre 2026. La Commissione ha constatato che il regime è necessario per promuovere l’interoperabilità e l’utilizzo del trasporto ferroviario, che riduce la congestione stradale ed è meno inquinante rispetto a quello su strada, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e con la strategia per una mobilità sostenibile. La Commissione ha inoltre constatato che gli aiuti avranno un “effetto di incentivazione”, in quanto i beneficiari non realizzerebbero gli investimenti in assenza del sostegno pubblico.

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