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MAGGIO 2023 PAG. 14 - Grande interesse a Piacenza per il mercato dell’idrogeno

 



Nata nel Trentino – Alto Adige con l’obiettivo di promuovere la diffusione dell’idrogeno, Hydrocell è una start-up costituita da azionisti con oltre venti anni di esperienza in questo settore. «Tra i nostri soci c’è il presidente e fondatore del Centro Idrogeno di Bolzano che a tutt’oggi è l’unico impianto pubblico per il rifornimento di idrogeno» spiega a PORTO&interporto il Ceo dell’azienda, Karl Manfredi. “Un’esperienza operativa unica in Italia che ci fornisce l’esperienza di base per la gestione dello stoccaggio, il rifornimento e qualsiasi processo che riguardino questo tipo di prodotto”.     

Su quali progetti siete maggiormente concentrati?

Stiamo sviluppando una serie di studi per lo sviluppo futuro, auspichiamo in collaborazione con la Provincia di Bolzano, di un sistema di propulsione nel quale ci stiamo focalizzando sulla parte elettronica. Per testare al meglio i componenti del sistema abbiamo acquisito una imbarcazione da pesca, motorizzata diesel, che sarà completamente riconvertita in una unità completamente green. Il mezzo sarà dotato di batterie caricate da fotovoltaico e una cella combustibile alimentata con idrogeno verde.  

In generale, quali sviluppi intravede nell’uso dell’idrogeno? 

Sul mercato c’è tanto fermento, anche se questo non significa che nei prossimi anni tutti i progetti saranno effettivamente realizzati e adottabili. In un panorama in cui Paesi scandinavi, Germania e, successivamente, USA e Cina si sono mossi per primi l’Italia cerca di riguadagnare terreno grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR. Fondamentale per il futuro sarà la realizzazione di una rete di distribuzione dell’idrogeno, primo passo per la successiva diffusione dei mezzi basati su questo tipo di tecnologia.  

Come procede lo sviluppo di un mercato italiano dell’idrogeno?    

L’interesse e la ricchezza di partecipazioni alla Fiera di Piacenza dimostrano la potenzialità di una sua espansione, tant’è che è in programma la realizzazione di una serie di stazioni soprattutto lungo la rete autostradale. Come Hydrocell il nostro obiettivo è costruire il primo impianto di Maximator in Italia, produttore tedesco leader nel settore. Si tratta di un’azienda che ha sviluppato la tecnologia più affidabile e versatile sotto l’aspetto della manutenzione per garantire le grandi compressioni cui deve essere sottoposto l’idrogeno.     

Vi proporrete anche al mondo dello shipping? 

Anche in questo caso bisognerà analizzare bene verso quale innovazione si sta orientando il settore. Sappiamo che esiste un fortissimo interesse per la nautica, tanto che in Olanda con il bando dei motori tradizionali dal 2030, si comincia a ragionare sull’uso di batterie oppure di sistemi ibridi batteria-idrogeno. Quindi, si, c’è una spinta molto forte in questa direzione: la nostra barca ad esempio è a Venezia proponendo proprio in questa città simbolo un modello concreto di sostenibilità ambientale. 

Quanto incideranno i costi ancora alti per questo tipo di tecnologia?

Il prezzo è solo una parte del problema, direi. Per il segmento lusso, ad esempio, la spinta verso il green rende gli utenti meno sensibili al tema. C’è da considerare, poi, che generalmente una barca è tenuta molto più a lungo di un’auto ed è possibile ricorrere ad operazione di retrofit per renderla “net zero emission”. Cambiare tipo di motorizzazione e coltivare ancora la passione per il mare sarà un’opzione sempre più conveniente.

Giovanni Grande

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