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APRILE 2024 PAG. 20 - Furlog, il successo è stabilità e regolarità dei collegamenti

 

Furlog, il successo è stabilità e regolarità dei collegamenti

La crescita progressiva dei collegamenti ferroviari tra Cina ed Europa vede come protagonista italiano Furlog, Multimodal Transport Operator, specializzato in soluzioni su misura di trasporto ferroviario, traffico combinato gomma-rotaia, logistica, spedizioni nazionali e internazionali e trasporti aerei e marittimi. 

«L’esigenza di connettere paesi vicini alla Cina, come Corea del Sud, Vietnam o la Thailandia ci ha indotto negli ultimi tempi ad ampliare ulteriormente la nostra rete, la cui stabilità e regolarità di collegamenti l’hanno resa una delle soluzioni alternative cui le aziende si stanno affidando per superare parte delle difficoltà indotte dalla crisi nel Mar Rosso».

 È quanto spiega a PORTO&interporto Giuseppe Buganè, Amministratore Delegato, Direttore Marketing & Sales del MTO modenese.  

Come nasce e come si sviluppa il vostro network euro-asiatico?

Il punto di svolta operativo, assieme al lancio dell’iniziativa BRI da parte del governo cinese, è stata l’apertura dello spazio asiatico doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Sotto l’aspetto operativo è stato favorito al massimo il transito transfrontaliero delle merci, evitando le eccessive rotture di carico che rendevano i collegamenti su ferro su queste lunghissime distanze poco affidabili. Questo, insieme ad una specializzazione del personale che ci permette di fornire servizi su misura a secondo del tipo di prodotti da movimentare, ci ha permesso brevemente di raggiungere un alto grado di affidabilità. Tanto che oggi possiamo offrire servizi sia pallet sia groupage con linee complete e un numero di treni in costante crescita lungo un round trip assolutamente bilanciato in import ed export.   

Quali sono i settori produttivi che servite maggiormente?

Ad eccezione delle merci pericolose che non sono trattate per questioni di sicurezza e non di competenze, praticamente qualsiasi tipo di prodotti e commodities, con particolare riferimento alla meccanica e all’elettronica. Da sottolineare anche il costante sviluppo del settore reefer, in particolare nelle relazioni tra il centro sud e in centro nord della penisola. 

Qual è la percezione attuale del trasporto su ferro?

Dal punto di vista del mercato si sta finalmente affermando l’idea che la ferrovia rappresenta un’integrazione e non un’alternativa al trasporto marittimo. È ovvio che nelle tratte di collegamento tra Asia ed Europa tra le due modalità, e mettiamo nel conto anche il cargo aereo, non c’è confronto sotto l’aspetto dei volumi in gioco. In genere, suggeriamo al potenziale cliente l’analisi di tutte le variabili in gioco, a seconda delle aree geografiche da collegare. Il minore transit-time del ferro può essere la soluzione ideale per un’azienda ma non per un’altra. Da questo punto di vista sarebbe auspicabile una maggiore comunicazione tra realtà produttive e soggetti logistici per pianificare al meglio il funzionamento delle relative supply chains. Solo così si può passare dalla logica della fornitura occasionale a quella del servizio integrato, l’unico che può minimizzare i rischi di trovarsi imbrigliati nei “colli di bottiglia”.  

State registrando variazioni di traffico legate alla crisi nel Mar Rosso?   

In questo periodo c’è di certo una maggiore richiesta di servizio ferroviario perché una parte delle aziende punta soprattutto ad evitare i ritardi nelle consegne. Stesso discorso per il cargo aereo.    

Come influisce la necessità di bypassare il territorio russo?

In effetti possiamo contare solo sul transito attraverso Polonia e Bielorussia. Per fortuna lo scorso gennaio l’Ue ha avviato una iniziativa per trovare una soluzione alternativa, anche quando sarà terminato il conflitto in Ucraina. Soluzione che, dal nostro punto di vista non può essere quella che fa capo alla Turchia, attraverso Mar Caspio, Azerbaigian e Georgia, caratterizzata da troppe rotture di carico.   

I progetti futuri di Furlog? 

Ampliare i servizi su Vietnam, Corea del Sud e, in generale, sui paesi limitrofi della Cina. Ma saremo attivi anche nell’ambito europeo, nelle connessioni incentrate su Finlandia, Svezia e Gran Bretagna. L’obiettivo, insito nella natura del MTO, è quella di aumentare costantemente le sinergie con le aziende e gli addetti ai lavori. Ad esempio stiamo seguendo con grande attenzione gli investimenti della Polonia negli hub multimodali di Kazakistan e Uzbekistan.

F.S.S.


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