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GENNAIO 2023 PAG. 36 - Bilaterale Italia-Sudafrica dedicato alla blue economy

 



L’ultimo mese dell’anno 2022 è stato particolarmente importante per gli appassionati e per gli esperti di blue economy e cooperazione internazionale. Si è volto un importantissimo evento transnazionale e divulgativo dedicato a promuovere la cooperazione economica e scientifica tra Italia e Sudafrica. I due Paesi, grazie alla loro posizione geografica e alle migliaia di chilometri di coste, condividono un forte interesse comune per i settori economici sostenibili che possono essere accessibili e sviluppati con un approccio razionale e innovativo alle pratiche della blue economy. L’organizzazione dell’evento è stata curata dall’Ambasciata d’Italia in Sudafrica, in collaborazione con diverse istituzioni italiane e sudafricane. Per entrambi i Paesi, le abbondanti risorse marine disponibili, gli ecosistemi acquatici e la biodiversità ad essi associata rappresentano un capitale naturale da preservare ed utilizzare in modo sicuro e sostenibile. Crescita economica e gestione degli ambienti marini devono pertanto trovare una sintesi nelle strategie di utilizzo e conservazione più avanzate e i lavori della bilaterale hanno consentito a moltissimi ricercatori italiani e sudafricani di incontrarsi e confrontarsi con i rappresentanti istituzionali e del governo, organizzazioni non governative e con gli imprenditori interessati ai diversi aspetti della blue economy.

L’occasione è stata utile per monitorare, approfondire e sviluppare diversi temi d’azione comune, tra cui la pesca sostenibile, l’acquacoltura, le soluzioni ecologiche per i sistemi costieri in un contesto di conservazione dei sistemi naturali e della biodiversità marina ed il rapporto che da millenni lega l’uomo al mare. Ad aprire l’incontro è stato Pierguido Sarti, Addetto scientifico e tecnologico dell’Ambasciata d’Italia in Sudafrica con Thandi Mgwebi, esperto di Ricerca, Innovazione e Internazionalizzazione della Nelson Mandela University e l’Ambasciatore italiano in Sud Africa, Paolo Cuculi. Inoltre, particolare attenzione è stata posta all’intervento del Centro “Zootecnia e Acquacoltura”, del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – CREA, che ha partecipato ai lavori approfondendo le opportunità di ricerca e le nuove modalità legate all’innovazione nel settore dell’acquacoltura, con un workshop dedicato alle “Soluzioni verdi e biodiversità marina per una crescita blu sostenibile”.  

I lavori hanno posto l’attenzione anche sulla gestione tradizionale delle lagune costiere del Mediterraneo come strumento per il loro sfruttamento sostenibile, la conservazione degli habitat e i progetti da poter imitare anche in Sudafrica. Classificati come habitat minacciati a livello globale, questi ecosistemi sono un importante serbatoio di biodiversità e cruciali elementi di resilienza dei territori costieri, contribuendo al controllo dell’erosione costiera e alla mitigazione degli eventi climatici estremi. Dal punto di vista della cooperazione internazionale e della stabilità commerciale, il Sudafrica, con l’apertura del Paese ai mercati internazionali, ha visto aumentare le vendite delle imprese legate alla pesca all’estero, concludendo numerosi accordi di collaborazione con alcune imprese straniere. Questo, oltre a favorire la penetrazione nel mercato locale da parte di imprese estere, ha consentito al Sudafrica di accedere alle più recenti tecnologie ed expertise di settore e di migliorare la competitività delle imprese locali sui mercati internazionali. Per le imprese italiane occorre tener presente che il Sudafrica è la porta di ingresso della maggior parte dei prodotti e dei beni di consumo destinati agli altri Paesi africani, che utilizzano le strutture logistiche e distributive del Paese e le sue dotazioni tecnologiche (catena del freddo, packaging, trasporti) per rifornire i propri mercati. 

L’obiettivo del governo sudafricano è promuovere investimenti che generino significativi trasferimenti di tecnologia, massiccio impiego di manodopera locale e produzione di beni destinati all’esportazione. Tra i settori considerati prioritari dal Department of Trade, Industry and Competition (DTIC) si annoverano proprio le opportunità della blue economy, della green economy e della sperimentazione di nuove infrastrutture energetiche legate al mare. Di fronte ad una domanda di energia che si prevede cresca del 100% nei prossimi 10 anni, il governo sta pianificando una strategia non solo per il breve ma anche per il medio e lungo periodo. L’obiettivo è sviluppare una politica energetica più competitiva e sostenibile, fornire i servizi di base alle comunità rurali e alle zone costiere e ridurre le emissioni nocive. Il Paese ha un livello di inquinamento abbastanza elevato a causa della dipendenza dal carbone dal quale deriva oltre il 90% dell’elettricità prodotta e la ricerca di nuove modalità energetiche legate al mare e allo sfruttamento delle onde marine potrebbe divenire una priorità per le istituzioni. Già nel corso degli anni Novanta, le priorità della blue economy in Sudafrica si sono concentrate su alcune aree cardine, tra cui il trasporto marittimo, l’esplorazione offshore degli idrocarburi, l’acquacoltura, i servizi di monitoraggio e protezione del mare, lo sfruttamento e l’implementazione dei servizi dei piccoli porti e il turismo legato al mare e alle realtà costiere. Il governo ha calcolato che l’economia del mare potrebbe contribuire a innescare 177 miliardi di Rand al PIL del Sudafrica entro il 2033 e generare tra gli 800.000 e un milione di nuovi posti di lavoro. Attualmente, le ricche acque costiere del Sudafrica danno vita a migliaia di posti di lavoro e secondo alcuni calcoli economici si stima che l’economia del mare contribuisca a più del 30% del Prodotto Interno Lordo dell’intero Sudafrica.

Domenico Letizia

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