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GIUGNO 2023 PAG. 26 - La cybersecurity necessita di una azione coordinata

 


Anche la digitalizzazione dei processi operativi nel settore marittimo-portuale ha un lato oscuro. All’aumento dell’efficienza, con alle porte l’applicazione dell’intelligenza artificiale nella gestione diretta dei traffici per evitare la formazione dei “colli di bottiglia”, fa da contraltare la fragilità strutturale dei sistemi informatici nei confronti di attacchi di malintenzionati. La cybersecurity è la nuova frontiera della sicurezza. A dimostrarlo il recente attacco subito da undici portali di AdSP italiane da un gruppo di hacker russi (Noname 057), da cui è emerso la mancanza di una forma coordinata di protezione. Di fronte alle minacce serve attrezzarsi con mezzi e conoscenze adeguate e far crescere la consapevolezza complessiva dei rischi che si corrono. 

È questo il quadro emerso dal convegno “Cybersecurity e digitale: la sfida per i porti italiani” ospitato da Confitarma e organizzato da Esri Italia e WhereTech con il patrocinio di ESPO (European Seaport Organization), Assoporti, la stessa Confederazione degli armatori e Federlogistica. Nel 2022, in Italia, si sono verificati 600 incidenti di Cybercrime contro i 400 del 2021 con una crescita del 50% anno su anno; il 24,21% ha interessato attacchi alla Pubblica Amministrazione, seguiti dai Servizi Pubblici generali per un 12,43% e dai Trasporti che ormai costituiscono il 4,32% degli incidenti. Le principali minacce per la penisola sono Ransomware, Malware, Ingegneria Sociale, Furto di Dati, Threat against availability, Disinformation - Misinformation, Supply Chain Attacks. In particolare l’Italia è il 4° Paese per attacchi ransomware, dopo Stati Uniti, Germania e Francia.

È a partire da questi dati che nasce la necessità di preservare il sistema marittimo-portuale nazionale partendo da un assunto fondamentale: è inutile isolare il singolo scalo, serve la creazione di un ecosistema. 

“La riforma dei Porti Italiani e la forte spinta alla digitalizzazione nonché la condivisione dei dati attraverso la piattaforma logistica nazionale porta con sé un rischio altissimo di attacchi cibernetici” ha confermato viceministro del MIT Edoardo Rixi. “Non possiamo permetterci una interruzione della catena di gestione di una parte importantissima dell’industria italiana. Ben vengano contromisure sofisticate e condivise”.

A fargli eco il sottosegretario Matteo Perego di Cremnago per il Ministero delle Difesa: “Più aumenta l’intelligenza del porto, più aumenta il rischio, attaccare un porto significa attaccare la catena di approvvigionamento del Paese, più aumentano le tensioni geopolitiche e più siamo vulnerabili. Dobbiamo andare verso una struttura dove l’attacco ad un singolo scateni una reazione di sistema sinergica, efficace e con più potenza di fuoco”.

Tra le proposte emerse dal dibattito quella del direttore generale di Confitarma, Luca Sisto, per l’istituzione di un tavolo comune che individui i soggetti più qualificati a indirizzare i cospicui fondi messi a disposizione dal PNRR sul tema della digitalizzazione. 

“Competenza, tecnologia e investimenti sono i tre pilastri su cui costruire una risposta nazionale rispetto a tematiche complicate” ha sottolineato Luca Sisto i cui ragionamenti sono stati ripresi dall’Ammiraglio Andrea Billet dell’Agenzia Nazionale per la Cybersecurity. 

“Le interconnessioni tra infrastrutture possono essere di tipo fisico, ambientale, cibernetico e sono tra loro dipendenti, a tal punto che il grado di interconnessione ha un effetto reciproco sulle funzioni operative. Nel campo della sicurezza delle Infrastrutture Critiche attori pubblici e privati si trovano a cooperare proprio in ragione dell’interconnessione delle infrastrutture stesse, che diventano così realtà più complesse e reciprocamente dipendenti, e che necessitano di coordinamento per affrontare le vulnerabilità che in tale sistema reticolare potrebbero portare ad un pericoloso effetto domino”.

Secondo gli organizzatori di Esri Italia “con lo sviluppo delle piattaforme digitali, OT e IoT, le nostre infrastrutture critiche come i porti italiani hanno la necessità di avere un Digital Twin per monitorare continuamente la vulnerabilità. Le minacce alla sicurezza informatica diventano sempre più complesse: si propagano grazie alla capacità di operare a livello transfrontaliero e all’interconnettività, sono alimentate dalla labilità dei confini tra mondo fisico e digitale e sfruttano le disparità sociali ed economiche”.

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