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GIUGNO 2023 PAG. 28 - Cybersecurity e digitale la sfida per i porti italiani

 



«Globale e locale. Abbiamo scelto un modello preciso che sta funzionando bene. Mettere insieme grandi e piccoli operatori condividendo competenze e tecnologie a supporto soprattutto della crescita delle PMI. L’ultimo caso è quello di Amazon la cui collaborazione a varie esperienze portuali internazionali potrebbe avere ricadute positive anche in Italia». A margine del Convegno “Cybersecurity e digitale: la sfida per i porti italiani” Luigi Merlo, presidente di Federlogistica, approfondisce alcuni temi legati al rafforzamento delle strategie di sicurezza per il settore marittimo-portuale italiano. 

Come impiegare le risorse del PNRR destinate alla digitalizzazione in chiave di cybersicurezza?

Su una dotazione complessiva di 250 milioni di euro, di cui 70 destinati alle AdSP, da mettere a gara entro il 2024 sarebbe opportuno scegliere la cifra da destinare alle PMI in relazione al tema della sicurezza informatica. Ed accelerare il più possibile, magari mettendo a bando le risorse a partire da quest’anno, per favorire gli investimenti in un settore che ha bisogno di una forte svolta operativa. 

Intanto, Federlogistica ha lanciato la sua digital community…

Una delle prerogative dei nostri associati e mettere in comune i propri contributi tecnici a disposizione di tutti. Crediamo fortemente in un modello associativo che oltre a fornire servizi ai propri associati possa svolgere una sorta di funzione pubblica. L’obiettivo del progetto è rendere più accessibile ed economica la formazione per le realtà imprenditoriali minori, a partire propria dalle problematiche inerenti la digitalizzazione dei processi operativi e le loro conseguenze in termini di sicurezza. 

Quanto è importante il tema della formazione del personale in questa materia?  

È essenziale. Ma il modello di academy prevalente non è del tutto proponibile per un tessuto produttivo medio piccolo come quello italiano. Fermo restando l’eccellenza rappresentata dagli ITS è nostra intenzione fornire servizi adeguati alle imprese che non possono organizzare i propri percorsi didattici internamente favorendo l’emergere di figure professionali più versate nella conoscenza dei rischi del cyberspazio. A questo proposito abbiamo chiuso un accordo con Leonardo per la messa a disposizione delle ue strutture formative. Siamo già pronti a raccogliere le richieste più specifiche che ci arriveranno. 

Tutto ciò ammesso che si giunga alla completa informatizzazione del sistema…       

Su questo punto abbiamo delle perplessità nel passaggio da Uirnet a RAM, come soggetto attuatore del processo verso il PCS per conto del ministero. C’è un passaggio burocratico di troppo che non semplifica la procedura. Proprio in un momento in cui dovremmo cominciare a correre rispetto a questo tema visto che alcune AdSP possono contare su PCS già avanzati mentre ad altre manca del tutto. Serve il prima possibile un allineamento tra i sistemi portuali della penisola.  

Si paventa l’ennesima riforma portuale. Qual è la posizione di Federlogistica?

Personalmente partirei almeno dall’attuazione dell’attuale normativa. Se riforma deve essere allora sia rivoluzionaria, parta da una proposta chiara da parte del governo. E non mi riferisco al falso problema della natura giuridica delle AdSP. La loro operatività, sotto questo aspetto, cambierebbe solo in presenza di una autonomia finanziaria totale. In effetti sono tante e le tematiche di complessità tecnica e procedurale di cui tener conto che non credo basti la strada del decreto. Ad ogni modo ascolteremo ogni proposta fornendo i nostri pareri e suggerimenti.

Giovanni Grande

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