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GIUGNO 2023 PAG. 66 - LIBRI

 


Atlante geopolitico del Mediterraneo 2023, Anghelone – Ungari. SMED

Nel turbolento periodo storico caratterizzato dalla crisi ucraina e da quella delle materie prime, i paesi europei guardano al Mediterraneo con rinnovato interesse, soprattutto in materia di politiche energetiche. L’Algeria è diventata interlocutore imprescindibile per gli interessi dell’Unione europea, mentre la Libia, a dodici anni dalla caduta di Gheddafi, non ha ancora ritrovato la sua unità. La Turchia si erge a potenza regionale e si propone come mediatore privilegiato tra l’Occidente e la Federazione russa. Nel centesimo anniversario della Repubblica, fondata su una visione laica dello Stato, Ankara si caratterizza per il ritorno all’islam politico voluto dal presidente ErdoÄŸan e per le sempre più frequenti violazioni dei diritti civili fondamentali. L’Atlante Geopolitico del Mediterraneo, giunto alla sua nona edizione, affronta e analizza le tematiche relative a questi e ad altri paesi affacciati sulla sponda meridionale del Mare Nostrum, consolidandosi come strumento fondamentale per comprenderne presente e futuro. “Negli ultimi anni il Mediterraneo è stato attraversato da profondi mutamenti strutturali, che – sotto diversi aspetti – rispecchiano le trasformazioni dell’ordine mondiale. L’assoluto dominio statunitense nella regione, così come emerso dopo la fine della seconda guerra mondiale, ha lasciato spazio – attraverso un ritiro graduale da parte di Washington, ma mai del tutto definitivo – a una gestione più autonoma delle medie potenze dell’area. I risultati sono stati deludenti”. Con un saggio di Karim Mezran.

Mamma Europa, E. Gualmini. Il Mulino

“Dopo lo scandalo di Bruxelles non si potrà più dire che in Europa non succede nulla, che non vale la pena impegnarsi. Dal maggio 2019 è successo di tutto: la ferita della Brexit, la pandemia, la guerra, la corruzione. E l’Europa ha potuto fare solo una cosa: trasformarsi profondamente e finalmente tendere la mano ai propri cittadini.” Quando le promesse del progetto europeo sembravano essersi esaurite sotto la scure del crescente successo dei partiti populisti, le drammatiche crisi della pandemia e della guerra tra Russia e Ucraina e lo smottamento interno causato da un grave episodio di corruzione hanno dato, sia pure tra difficoltà e contraddizioni, una nuova centralità all’Unione Europea. Dopo anni in cui l’Unione è stata percepita come un organismo sovranazionale guidato da freddi burocrati, interessati soltanto a imporre misure di austerity per far quadrare i bilanci nazionali, quella che emerge dalle crisi è al contrario un’Europa completamente nuova, dove solidarietà, protezione sociale, sostenibilità ambientale sono i motivi dominanti. Le regole del gioco a seguito della pandemia sono cambiate: il Patto di stabilità e crescita è stato sospeso, l’Europa ha ritrovato un ruolo nel campo delle relazioni internazionali e si è cominciato a parlare di Europa della difesa e dell’energia. Elisabetta Gualmini, dal suo punto di osservazione privilegiato, vede che il sogno di un’Europa come comunità di destini, messo in pericolo negli anni dell’ubriacatura sovranista e nazionalista e dalla corruzione nell’Istituzione, non si è ancora frantumato, e che anzi l’Europa, con i suoi anticorpi, può rinascere dalle proprie ceneri: non più matrigna ma madre.

I potenti al tempo di Giorgia, Bisignani-Madron. Chiarelettere

Per la prima volta nella storia della Repubblica, a comandare in Italia è una donna. Giorgia Meloni ha fondato un partito, ha vinto le elezioni ed è decisa a imporre una nuova classe dirigente, anche a costo di scontentare alleati, colleghi di partito e pezzi di apparato burocratico e dei servizi segreti. Ma cosa sta succedendo realmente all’interno dei Palazzi del potere? Luigi Bisignani e Paolo Madron, in un’incalzante conversazione, raccontano la lotta in corso per entrare nelle stanze dove si decidono le sorti del paese e per sedersi ai tavoli che contano davvero: senza fare sconti a nessuno svelano i retroscena, i complotti, i patti stretti più o meno alla luce del sole per accaparrarsi le poltrone migliori nei ministeri, nei consigli di amministrazione delle partecipate, nelle segreterie.

Nel raccontare la traiettoria politica che ha condotto una giovane militante delle sezioni della destra romana fino alla presidenza del Consiglio, i potenti al tempo di Giorgia disegna una mappa imprescindibile per individuare, nome per nome – da Elly Schlein a Marina Berlusconi - quali sono i sorprendenti vincitori e quali i furiosi sconfitti di questa guerra all’ultimo sangue nei primi anni dell’era Meloni.


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