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MARZO 2023 PAG. 19 - LetExpo certifica il ruolo sempre più centrale di Alis

 



I numeri delle quattro giornate di LETEXPO 2023 testimoniano indubbiamente della crescita di Alis negli ultimi anni. Il bilancio consuntivo della fiera dedicata ai trasporti parla chiaro: 5 padiglioni, 60.000 mq di spazio espositivo, 310 espositori, 80.000 visitatori, oltre 100 momenti di confronto tra conferenze, interviste, workshops ed iniziative sociali, 30 moderatori e 350 relatori tra i quali 8 Ministri, 9 Viceministri e Sottosegretari, 3 Presidenti di Commissioni parlamentari, 7 Parlamentari, 2 Eurodeputati, 6 Presidenti di Regione, il Presidente dell’International Chamber of Shipping, il Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera e 14 Presidenti delle Autorità di Sistema Portuale. Segno che Alis sta assumendo un ruolo sempre più centrale nell’ambito della rappresentatività del settore. Anche in questo caso sono i numeri “del fare” a dare il senso del giudizio. Il comparto, come sottolineato dal presidente Guido Grimaldi, lo scorso anno ha sottratto e trasferito “5,8 milioni di camion dalle strade italiane e dall’Italia verso l’Europa, pari a oltre 139 milioni di tonnellate di merci, generando un abbattimento di oltre 5,3 milioni di tonnellate di emissioni di Co2, soprattutto in Italia e per le linee dall’Italia verso l’Europa”. “A tutto ciò si aggiunge un ulteriore dato economico fondamentale, ovvero il risparmio di oltre 7 miliardi di euro che i cittadini italiani hanno avuto grazie all’utilizzo trasporto via mare e via ferro rispetto al tradizionale trasporto tutto strada”. 

Di seguito alcuni dei numerosi spunti emersi dagli interventi dei numerosi ospiti della manifestazione. 

Nello Musumeci (ministro Protezione Civile e le Politiche del Mare) “Il Pnrr scade nel 2026 e pensare di realizzare una media e grande infrastruttura in tempi come questi non è possibile. Per interventi più piccoli ce la si può fare, ma bisogna rivedere le norme procedurali, e questo abbiamo fatto in Consiglio dei Ministri, anche per il Fondo di Sviluppo e Coesione, che non ha una scadenza programmata, e ci permette di agire con più elasticità. Investire in infrastrutture non è un costo, ma una spesa che ha una ricaduta positiva sulla collettività. Le idee non mancano basta essere meno litigiosi e più concreti. L’industria del mare ha dimostrato che si può guardare al futuro con minore scetticismo (…) entro il maggio del prossimo anno presenteremo una relazione sullo stato di attuazione del Piano per il Mare che è un grande strumento di programmazione, che mette insieme tutte le cose che non vanno ma anche tutte le cose che vanno, tutte quelle che vanno risolte e quelle che vanno migliorate. Noi come Italia possiamo giocare un ruolo davvero da protagonisti. Oggi in alcune filiere siamo al secondo posto, in alcune al terzo-quarto posto rispetto agli stati concorrenti, penso alla Spagna, alla Germania, alla Francia, ma abbiamo l’ambizione in alcune filiere di arrivare primi”.

Adolfo Urso (ministro Imprese e Made in Italy). Le imprese della logistica del Nordest costruiranno una piattaforma logistica in Ucraina, nell’area di Horona, dove il governo ucraino ha segnalato un importante investimento italiano che “ci consentirà di creare corridoi logistici fino al Quadrante di Verona e i porti di Trieste e Venezia come sbocchi per la loro merce”. “Abbiamo firmato un memorandum dove sono stati individuati i settori di immediata cooperazione, nella logistica, ma anche per consentire loro di poter produrre nella stagione agricola quel che serve alla loro alimentazione, alla nostra e quella di molti paesi in via di sviluppo”. Tra le priorità del futuro la questione energetica per cui l’Italia si candida a diventare “l’hub del gas europeo, ben sapendo che questa energia non verrà più dall’Est Europa, dalla Russia, ma necessariamente dal Sud”. “Penso che l’Italia possa diventare il Paese centrale dello sviluppo europeo, dopo che altri hanno creato una cortina di ferro ad est”.  

Tullio Ferrante (sottosegretario MIT) “Gli obiettivi dell’Ue e di noi tutti con Ten-T è dar vita a reti di trasporto sostenibili, creare un trasporto senza soluzione di continuità con una capacità di resilienza rispetto ai danni e ai probabili elementi del cambiamento climatico. L’impegno è arrivare a un sistema per cui dal trasporto su strada si vada a focalizzarsi sul trasporto ferroviario marittimo, sulle rotte di navigazione interna e verso un’ottica in definitiva di interoperabilità tra reti. Due misure fortemente volute dal Governo sono la prosecuzione di ferrobonus e marebonus, allungate fino al 2026 con 20 milioni e 21 milioni; contiamo di portarle a un importo pari quantomeno di 70 milioni, come gli scorsi anni”. 

Salvatore Deidda (presidente Commissione Trasporti della Camera). “In commissione Trasporti abbiamo incanalato una legge sugli interporti, recuperando tutto il lavoro fatto nella scorsa legislatura. Ci sono presidi che vanno valorizzati, aiutati a crescere e svilupparsi (…) il porto è una struttura che va sviluppata, bisogna aiutare i concessionari e le autorità portuali a investire, perché possono diventare anche grandi realtà energetiche. La sostenibilità ecologica si può fare ovunque, integrando sistemi e non facendo guerre di religione, ad esempio non mettendo veti sui carburanti fossili quando non si ha ancora l’alternativa, o puntando tutto solo sull’elettrico. Serve una semplificazione normativa e l’Italia deve guardare verso il Sud se vuole svilupparsi”.

Enrico Maria Pujia (Capo Dipartimento MIT). “Oggi siamo nel PNRR: il 2026 è domani. C’è una cabina di regia, che è stata istituita dal ministro Fitto con tutte le Amministrazioni interessante, per valutare tutti i progetti che potremmo portare al temine entro il 2026, o per rimodularne alcuni in modo che non vadano persi. Un’altra cabina di regia è dedicata alla riduzione dei costi e del consumo di energia. I problemi nell’ultimo anno li hanno avuti anche gli operatori che fanno le gare, per il problema dell’aumento dei costi delle materie prime, quindi c’è la necessità sicuramente di andare più veloci: parlare di meno e stare sul pezzo, seguendo il percorso delle opere. Poi si parla solo di PNRR, ma abbiamo anche un Fondo complementare, il PON e tutta una serie di misure europee. Molti comuni, soprattutto i più piccoli, faticano a stare dietro ai progetti che hanno presentato. È importante, dunque, fare sistema, che non significa solo riferirsi all’Amministrazione centrale, alle Regione, sperare nella soluzione politica; bisogna partecipare ai bandi. Se le cose vanno come devono andare, tra dieci anni avremo un Paese completamente diverso sulla logistica, sui trasporti, sull’intermodalità, gli interventi previsti faranno dell’Italia la piattaforma della logistica, ma anche gli operatori dovranno essere pronti, altrimenti rischiamo di creare un parco giochi dove poi i players sono stranieri. Bisogna guardare nel lungo periodo, non solamente al quotidiano”.

Guido Grimaldi (Presidente Alis). “Bisognerebbe investire molto di più in infrastrutture. Noi abbiamo le migliori navi al mondo, le più sostenibili, con batterie ad emissione zero, e abbiamo difficoltà in alcuni porti italiani a ormeggiare queste navi. Abbiamo difficoltà perché magari non ci sono spazi; noi creiamo rotture di carico ed extra costi enormi per doverci appoggiare agli interporti. Sul discorso ‘Mare Bonus’, i soldi ci sono ma non sono sufficienti per fare oggi la differenza, se è vero che noi, attraverso i porti del Mediterraneo, e italiani in particolare, possiamo giocarci la partita con quelli del Nord Europa. È un incentivo virtuoso che ha aiutato, un acceleratore di processo che ha sicuramente permesso agli imprenditori di scommettere. Anche perché è un bonus che non va agli armatori, ma all’azienda di logistica che poi decide con quale armatore lavorare. È l’unica cosa che i nostri imprenditori hanno avuto nonostante il lavoro straordinario fatto durante la pandemia, non avendo avuto quasi nulla. È anche motivo di ristoro, dunque, per chi in quegli anni ha lavorato in forte perdita. Ma ancora il 90% in Europa va via strada, quindi c’è ancora tanto lavoro da fare. La situazione non è positiva, perché il bonus è stato portato a 40 milioni, poi a 20 nel 2023. L’azione da fare con il Governo è recuperare i soldi del 2022 e stanziare quelli del 2023. Lo abbiamo chiesto visto anche che i nostri imprenditori sono virtuosi, e auspichiamo si arrivi a 100 milioni per togliere gli ancora troppi camion su strada”.

Giampiero Strisciuglio (Ad Mercitalia Logistics). “La digitalizzazione è un fattore abilitante per lo sviluppo di valore. C’è tanto da fare, si è lavorato in verticale, con momenti di associazione e di incontro con gli stakeholder per trovare delle soluzioni integrate. È il momento giusto per trovare valore nello sviluppo della catena logistica, collaborando con il ministero delle infrastrutture, serve una fase di studio per dare sviluppo all’intermodalità, cercando delle leve di competitività e le vocazioni dei singoli interlocutori. Noi siamo attivi mettendo a disposizione 100 milioni di investimenti nelle infrastrutture tecnologiche, in uno scenario diversificato, mettendoci insieme per guardare con fiducia con efficaci investimenti per il futuro”.

Emanuele Grimaldi (Presidente ICS). “La decarbonizzazione è una grandissima opportunità per chi ha fatto i compiti a casa per tempo”. Quanto alle future tecnologie: “l’elettrico di impostazione automobilistica può ben funzionare per le navi su piccole tratte, la famiglia dei propulsori a idrogeno e forse il nucleare potranno funzionare per i trasporti sulle lunghe tratte”. “E poi c’è un’altra soluzione molto importante ovvero le tecnologie per la cattura della CO2. L’anidride carbonica emessa da qualsiasi fonte può essere immediatamente catturata e riutilizzata. Già oggi alcune importanti società petrolifere stanno studiando soluzioni per arrivare alla produzione di carburanti net-zero, cioè catturando tanta CO2 quanta se ne emette utilizzando i carburanti. L’Occidental Petroleum vuole aprire nei prossimi anni 100 stabilimenti a questo scopo. D’altronde, anche quando avremo raggiunto l’obiettivo delle zero emissioni, non vorrà dire che non dovremo catturare la CO2 emessa nei 200 anni precedenti, per cui questa è una soluzione straordinaria”. 

Mario Mattioli (Presidente Confitarma). “Negli ultimi decenni il Mediterraneo è tornato ad essere un importante luogo di confronto geostrategico e geopolitico. E questo è ancora più vero dopo la Guerra in Ucraina che sta spostando nuovamente gli interessi dell’Europa proprio verso il nostro mare. L’Italia non può perdere questa occasione e appare evidente la necessità per il nostro Paese di supportare la propria industria armatoriale per permetterle di continuare a competere nel mondo (…) visti gli ambiziosi obiettivi posti dall’IMO e dall’Ue occorre investire enormi risorse nella ricerca. Il settore sta già facendo la sua parte ma non può farcela da solo e deve essere supportato: occorre assicurare la cooperazione tra mondo della ricerca, imprese ed istituzioni, ma non possiamo tralasciare la componente on-shore. È evidente che dobbiamo assicurare che i porti nazionali si dotino delle infrastrutture di rifornimento attese dalle navi, soprattutto in vista del nuovo Regolamento AFIR che rischia di tagliare fuori quelli non sufficientemente infrastrutturati e con essi le rispettive comunità di riferimento”.

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