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MARZO 2023 PAG. 26 - 400 aziende manifatturiere per la survey di Contship-SRM

 



Contship ed SRM hanno presentato nell’ambito della SFMLI 2923 a Milano la quinta edizione della Survey “Corridoi ed efficienza logistica dei territori”, con lo scopo di portare elementi di analisi di rilievo per accrescere la competitività della logistica italiana.

L’indagine ha interessato 400 aziende manifatturiere che esportano e/o importano via mare utilizzando i container localizzate in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Le tre regioni rappresentano circa il 40% del PIL e il 53% del commercio estero italiano e un’importante quota del proprio commercio avviene via mare (il 31% per la Lombardia, il 38% per il Veneto e il 39% per l’Emilia Romagna).

Il report affronta gli “hot topic” della logistica (digitalizzazione, sostenibilità, impatto della guerra, reshoring e la questione Ex Works), soffermandosi sulle scelte delle imprese in termini di corridoi logistici e gestione della logistica fino a giungere alla definizione di un indicatore rivolto a misurare il grado di soddisfazione delle imprese su alcuni driver competitivi. L’indagine ha inoltre analizzato in profondità il distretto della meccatronica di Reggio Emilia su cui verte un vero e proprio case study.

La digitalizzazione diventa driver strategico per il nostro tessuto logistico-manifatturiero

Il 61% delle imprese intervistate ritiene la digitalizzazione fondamentale per la propria supply chain e tale percentuale arriva a coprire quasi tutto il campione (98%) se aggiungiamo quelle che ritengono sia mediamente importante. A motivare principalmente le imprese a investire in digitalizzazione sono “la possibilità di migliorare l’efficienza e presidiare tutte le fasi dei processi” (opzione scelta dal 56% delle imprese) e “la qualità dei propri servizi” (55%). Passando alle criticità che devono affrontare i sevizi digitali, il 31% delle imprese chiede un servizio fruibile per sé e i propri clienti e il 30% la possibilità di abbassare i costi di trasporto.

La guerra Russia-Ucraina ha avuto un impatto sulle nostre supply chain

42% è la percentuale di imprese che dichiara di aver avuto criticità nella catena logistica a causa della guerra tra Russia e Ucraina: in tutte le fasi della supply chain (26%), solo in import (11%) e solo in export (5%). La maggior parte delle imprese che ha riscontrato problematiche ha anche affermato di essere stata impreparata ad affrontarle. Infatti, il 42% dichiara di non aver ancora trovato una soluzione adatta, il 21% si sta adoperando a trovare una copertura assicurativa, il 19% si sta indirizzando verso operatori logistici strutturati ad affrontare il problema e il 16% sta optando per una diversificazione delle materie prime in import e dei prodotti in export.

Il reshoring, un fenomeno da monitorare

Uno dei fenomeni che ha avuto origine a seguito degli effetti della pandemia sulle catene logistiche, specie quelle più lunghe, è sicuramente il reshoring. In base allo studio, l’11% delle imprese con sedi all’estero ha già pianificato o ha intenzione di riavvicinare parte o tutta la produzione delocalizzata.

Il 38% di queste, intende ottenere una maggiore autonomia produttiva a vantaggio della resilienza. Il 37% vuole migliorare la qualità dei prodotti così da poter aggredire le fasce alte di mercato. Il 25% intende conseguire un considerevole efficientamento produttivo.

La sostenibilità sta diventando parte integrante nella strategia delle imprese

L’81% delle imprese (in forte crescita rispetto al 35% del 2021) include la sostenibilità all’interno della propria governance (con picchi di oltre il 90% in Lombardia ed Emilia Romagna), e il 57% lo fa da addirittura da quando è nata l’impresa. Il 70% (il 54% nel 2021) dichiara che i propri clienti attribuiscono un valore alto o molto alto alla sostenibilità ambientale (66% per la Lombardia, 69% per il Veneto e 76% per l’Emilia Romagna) e il dato cresce all’87% nella prospettiva dei prossimi due anni.

La questione Ex Works

L’indagine nel corso degli anni ha ripetutamente confermato un elevato utilizzo della resa Ex Works in export. Al 2022 il 55% delle imprese (più della maggioranza) ha optato per questo incoterm, dato elevato, anche se in miglioramento rispetto al picco registrato nel 2020 (79%). Il risultato è meno lavoro e meno potenzialità di sviluppo per gli operatori logistici italiani. Quale la motivazione? Nell’indagine 2021 è emerso che il 73% (in aumento rispetto al 55% del 2020) delle imprese lo considera un modo efficace di “mantenere basso il prezzo”, eliminando dall’offerta i costi di trasporto. Il 23% lo considera un modo per “trasferire all’acquirente i rischi connessi al trasporto della merce.”

Corridoi logistici portuali

Partiamo dalla tratta azienda-porto. Il trasporto intermodale resta poco utilizzato nelle nostre regioni di analisi. In export, solo il 2% delle imprese utilizza la modalità strada-ferro (13% è il dato della media 2019-2022). 5% è il dato per l’import (16% la media 2019-2022). Per quanto riguarda i porti in export, Genova resta il porto più utilizzato (è tra le prime due preferenze per il 78% delle imprese). Se consideriamo la media 2019-2022, Genova resta primo (78%), seguito da Venezia (26%) e da La Spezia (16%). In import, Genova è l’opzione scelta dal 66% delle imprese. Se consideriamo la media 2019-2022, Genova resta primo (74%), seguito da Venezia (20%), Ravenna (18%) e da La Spezia (12%). Per quanto riguarda i mercati di destinazione del nostro export via mare, il 40% delle aziende predilige mercati europei (Spagna e Regno Unito in testa); il 37% esporta in Asia (in modo particolare in Turchia e in Cina); il 32% delle imprese esporta in Nord America (23% negli Stati Uniti). Per i mercati di origine dell’import via mare, infine, il 66% delle imprese ha indicato un mercato asiatico tra le prime due preferenze (Cina e India le prime due opzioni); il 16% opta per l’Europa (Spagna e Regno Unito in primis). Segue infine il Nord America, scelto dal 14% delle imprese (Stati Uniti in particolare).

Cresce il numero di imprese che affida la logistica in outsourcing

Il numero di imprese che affida la logistica in outsourcing nelle operazioni di export è aumentato, passando dal 66% del 2022 al 77%. Discorsi simili valgono nelle operazioni di import, con l’82% delle imprese che dà in outsourcing la logistica (dal 66% del 2022). Le imprese optano per lo spedizioniere nella logistica conto terzi. Dalla survey emerge che il 58% delle imprese utilizza prevalentemente gli spedizionieri, il 20% le compagnie marittime, il 10% autotrasportatori di fiducia, l’8% si rivolge ad aziende di trasporto multimodale.

I fattori rilevanti e il Quality Logistics Italian Index (QLI2)

Alle imprese è stato chiesto di attribuire un valore su una scala da 1 a 10 in merito all’importanza e alla soddisfazione relative a ciascuno di 13 fattori selezionati. L’importanza media attribuita ai fattori logistici resta abbastanza elevata (8,62) e continua a crescere riportandosi su valori prossimi al picco del 2018 (8,65). Le variabili di costo e di servizio restano quelle a cui il nostro panel attribuisce un’importanza maggiore. Passando alla qualità percepita dalle imprese in merito al sistema logistico di riferimento, l’indice medio di soddisfazione (Quality Logistics Italian Index – QLI²) per le tre regioni è 7,87 (in crescita rispetto al 7,40 del 2021), livello più che sufficiente.

Resta un gap tra soddisfazione e importanza (0,75), anche se è calato rispetto all’indagine eseguita nel 2021 (1,12).

Logistica distrettuale

Quest’anno è stato selezionato il distretto della meccatronica di Reggio Emilia come ulteriore approfondimento dell’analisi da un punto di vista economico-territoriale. Per quanto riguarda le operazioni in export, c’è una diversificazione delle imprese piuttosto accentuata rispetto ai porti principalmente utilizzati. Genova è al primo posto (selezionato dal 93% delle imprese); seguono Livorno, (57%) Ravenna (29%) e La Spezia (14%). Stessa considerazione rispetto alle operazioni di import. Genova è primo (100%); seguono Ravenna (40%), Livorno (20%), La Spezia (20%) e Trieste (20%). Per i mercati di destinazione dell’export, prevale il commercio a corto raggio, con i mercati europei selezionati dal 79% delle imprese. Seguono quelli americani, indicati dal 40% delle imprese (Stati Uniti in pole position, con il 21% di preferenze). Per i mercati di approvvigionamento, l’80% ha indicato un Paese asiatico (60% la Cina); il 60% un Paese americano (40% gli USA); solo il 20% un Paese europeo. Tutte le imprese danno la logistica in outsourcing e l’importanza del sistema logistico, con un punteggio di 9,25 (su una scala da 1 a 10) è mediamente più elevata rispetto all’intero nostro panel (8,62).

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