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GENNAIO 2024 PAG. 66 - LIBRI

 

Mediterraneo conteso. Maurizio Molinari, Rizzoli La Cina al centro. Maurizio Scarpari, Il Mulino L’arma del gas. Andrea Greco, Giuseppe Oddo. Feltrinelli

Mediterraneo conteso. Maurizio Molinari, Rizzoli

«Tre potenze globali, una dozzina di medie potenze in competizione e cinque conflitti in corso fanno del Mediterraneo il cuore strategico del Pianeta» È un’affermazione secca nella sua dimensione descrittiva quella da cui parte Maurizio Molinari analizzando la situazione geopolitica del nostro tempo. Al centro c’è un Mediterraneo allargato che da Gibilterra arriva fino al Mar Nero, che dal cuore dell’Europa tocca a sud il Golfo di Guinea e più a est il Medio Oriente. Dopo aver approfondito le caratteristiche e gli interessi degli attori strategici – potenze globali e regionali – impegnati su questo decisivo scacchiere, Molinari individua le aree di crisi più calde, ricorrendo allo strumento delle mappe per raccogliere su un’unica tavola i fattori militari, economici, sociali che determinano le tensioni esistenti. Senza dimenticare i fenomeni che più sono destinati a segnare il nostro futuro: il terrorismo, i cambiamenti climatici, le risorse energetiche, la demografia, le libertà individuali e politiche, i flussi migratori. Uno scenario in continua ridefinizione, un nuovo Grande Gioco in cui l’Italia, per geografia e non solo, si trova al centro. 

La Cina al centro. Maurizio Scarpari, Il Mulino

Un’ideologia imperiale durata 2000 anni, un leader autoritario – Xi Jinping – che la ripropone per spostare il baricentro della leadership mondiale da Washington a Pechino e sovvertire l’attuale ordine globale. Ma il realizzarsi di queste ambizioni richiede qualcosa che la Cina di oggi non è in grado di esprimere: quella forza di attrazione che solo una cultura fondata sulla libertà di pensiero e di espressione può avere. Cina contro Occidente, autocrazie contro democrazie? Quali sono le ragioni storiche e culturali alla base del modello di potere cinese, ritenuto da Xi Jinping superiore a quello delle democrazie liberali? Impossibile rispondere senza legare l’attualità alla storia imperiale. Il progetto di Xi è infatti quello di porre la Cina al centro, com’era nella concezione cinese prima dell’arrivo delle potenze occidentali, e di tornare a occupare la scena del mondo, da protagonista. Lo scontro non è solo economico e politico, ma anche culturale e valoriale: a essere messi in discussione sono infatti gli stessi principi liberali, fondamento delle democrazie di un Occidente oggi sempre più in preda a una forte crisi identitaria. Contrapponendo un nuovo assetto internazionale a quello creato dai vincitori della Seconda guerra mondiale, la Cina di Xi si avvicina adesso alla Russia di Putin. Ci troviamo di fronte a un nuovo tornante della storia? Riuscirà il mondo a evitare un nuovo conflitto mondiale?

L’arma del gas. Andrea Greco, Giuseppe Oddo. Feltrinelli

Il taglio degli acquisti di gas dalla Russia, che garantivano una quota rilevante del fabbisogno europeo, apre una fase nuova nelle relazioni tra paesi produttori e consumatori. Ma a quali condizioni per famiglie e imprese? Con quali ricadute sulla sicurezza nazionale? La volatilità dei prezzi del metano e il rincaro di quelli elettrici sono già costati agli Stati Ue centinaia di miliardi. La crescente dipendenza dal gas made in Usa potrebbe rendere più onerosi i nostri approvvigionamenti. E non è certo che paesi già fornitori dell’Italia come Algeria e Azerbaigian possano inviarci con continuità i volumi che abbiamo smesso di importare da Gazprom. In tutto questo, la Federazione russa ha incrementato le vendite di gas alla Cina e punta a espandersi in Asia. Come si posiziona l’Italia in questo contesto? Basteranno il “Piano Mattei” di Giorgia Meloni e gli investimenti dell’Eni a coprire la nostra domanda di energia? In cerca di risposte, gli autori ripercorrono la storia dell’interdipendenza energetica tra Russia ed Europa dal periodo sovietico ai giorni nostri. Le differenze geostrategiche non hanno impedito al paese con le maggiori riserve di gas al mondo e alla più grande area di consumo di energia importata di restare in affari per decenni. Su una loro integrazione avevano scommesso Germania e Italia attraverso un modello di sviluppo basato sull’import di gas a buon mercato dalla Siberia. Ma l’aggressione all’Ucraina e la reazione americana, con la Ue allineata alla Nato, ne hanno fatto fallire i piani. Nell’era della transizione ecologica, il gas è così divenuto un’arma ancora più efficace del petrolio, di cui le grandi potenze si servono per imporre il loro predominio. Ulteriori prove di forza sono ora in corso nel Mediterraneo orientale, sulle cui scoperte di metano accampa pretese la Turchia, e nella regione artica.

 

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