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GIUGNO 2022 PAG. 12 - Fagioli: coinvolti in pre-planning per soluzioni all’avanguardia

 



Nata originariamente come azienda di trasporti nel 1955 Fagioli Spa ha progressivamente diversificato e specializzato le sue attività fino a costituirsi come una realtà di ingegneria certificata, focalizzata in trasporti e sollevamenti eccezionali, impiantistica e spedizioni eseguite su scala mondiale. Ne parliamo con l’AD, Fabio Belli.    

Pandemia e guerra in Ucraina: in che modo queste criticità si riverberano sulle attività del Gruppo?

L’aumento del costo delle materie prime e dell’energia hanno un considerevole impatto anche e soprattutto sui costi dei nostri servizi. Una delle caratteristiche della Fagioli però è sempre stata quella di studiare attentamente i diversi mercati di riferimento, sia di business che geografici, nei quali operiamo e reagire prontamente alle immediate e sempre più variegate esigenze del mercato stesso. Specificatamente alla guerra Russia-Ucraina Fagioli ad oggi non ha nessuna esposizione economico-operativa.

Fagioli è attiva su più scenari globali, qual è la situazione del mercato, in tutti i suoi vari segmenti, e le sue possibili evoluzioni?  

Da una programmazione a lungo termine caratteristica di qualche lustro fa si è passati oggi a programmare, forzatamente, su un medio periodo che a volte si restringe a breve periodo. L’interesse sempre più globale verso il mondo delle rinnovabili ci ha trovato pronti nell’affrontare sfide particolarmente significative come il trasporto e l’imbarco di “Offshore Wind Jackets” che stiamo effettuando in Europa ed in Indonesia. L’ingegneria che abbiamo messo sul campo ci ha permesso di adottare un sistema estremamente “rapido” per la movimentazione di questi Jacket che arrivano a pesare fino a 2.000 tonnellate ciascuno. Nel settore del civile, oltre alla nostra partecipazione nella demolizione del ponte Morandi e l’installazione del nuovo ponte S. Giorgio a Genova ci vede protagonisti nella messa in opera di un ponte lungo 3,5 km a Storstrom in Danimarca, con l’utilizzo di una struttura di lancio costruita ad hoc da Fagioli per l’installazione di plinti fino a 2000 tonnellate e la movimentazione di impalcati fino a 12.000 tonnellate. In Italia grazie alla nostra tecnologia stiamo installando, per conto di grossi player italiani, interi ponti preassemblati, grazie ai nostri mezzi tecnologici e alla nostra ingegneria che permette un notevole risparmio di tempi e costi.

“Sicurezza, l’innovazione, l’ingegnosità e la pianificazione del lavoro effettuato”: sono gli argomenti dei molteplici premi raccolti. Quali sono le iniziative del Gruppo per implementarli ulteriormente? 

Fagioli lavora da anni cercando di seguire e sviluppare questi concetti. Prima di ogni lavoro, a cadenza giornaliera, vengono effettuati i cosiddetti “tool box meeting” dove ai nostri operatori, coordinati dal site manager e dal Hse manager vengono ripetuti e ridiscussi i principi fondamentali di come si lavora in sicurezza e le azioni da svolgere durante le operazioni. “Zero Accident” rimane il nostro motto principale e la nostra priorità, ribadito da corsi continui eseguiti sia in sede che in cantiere. L’ingegneria resta il fiore all’occhiello dell’azienda, senza la quale non avrebbe potuto affrontare sfide, sulla carta quasi impossibili, quali il recupero della Concordia o l’installazione delle barriere del MO.S.E. o la demolizione del ponte Morandi, solo per citarne alcuni. Questa “propensione ingegneristica” ci ha portato a vincere ben 8 premi nella categoria del “innovazione” in concorsi internazionali specializzati. Vorrei anche ricordare che “innovazione” non significa solo ingegnarsi per risolvere una “situazione” particolarmente complicata, ma anche riuscire a fornire la soluzione a un problema ancora prima che i manufatti, che siano moduli, jackets, reattori o quant’altro, siano stati costruiti dal cliente. Fagioli e il suo reparto di ingegneria, vengono sempre più frequentemente coinvolti in questa fase di “pre-planning” da parte del cliente.

Fagioli ha presentato anche un bilancio di sostenibilità. Quale è la strategia per la sostenibilità ambientale, sociale, economico delle sue attività?

“Environment, Social, Governance” sono i cosiddetti pilastri della sostenibilità. Per ciò che concerne il primo “pilastro” Fagioli si è focalizzata sullo sviluppo di soluzioni innovative ed “eccezionali” per rispondere, in modo etico, alle sfide dei clienti. Il nostro secondo pilastro si concentra sulle persone. Negli ultimi anni abbiamo investito nel potenziamento e nello sviluppo delle competenze tecniche dei nostri dipendenti. Nei prossimi anni abbiamo in programma di puntare sull’ulteriore rafforzamento delle competenze manageriali delle nostre risorse e sulla creazione di competenze trasversali. La sicurezza e la protezione del personale coinvolto in progetti in tutto il mondo è un’altra area di interesse. Siamo riusciti a creare una forte cultura della sicurezza e abbiamo ottenuto ottimi risultati nel 2020 e nel 2021. Il terzo pilastro si concentra sull’adozione di soluzioni efficienti dal punto di vista energetico e sul sostegno alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Fagioli sta rispondendo all’esigenza di ottimizzare e ridurre le emissioni di gas serra nei siti del progetto rinnovando la propria flotta e spostando l’alimentazione dei propri veicoli verso veicoli a minore intensità di carbonio. Un esempio di ciò è l’investimento in nuovi veicoli completamente elettrici in grado di movimentare carichi fino a un peso di 30 tonnellate.

Le nuove tecnologie investiranno anche l’ambito specifico di attività del Gruppo?  

Negli ultimi anni Fagioli ha investito nel potenziamento e nello sviluppo delle competenze tecniche, ingegneristiche ed operative dei nostri dipendenti. Lavoreremo anche per espandere la diversità del nostro top management attirando talenti internazionali con background professionali diversi. Gli investimenti saranno inoltre focalizzati nella formazione di professionisti nei vari core business (Trasporto e sollevamento eccezionale e impiantistica).

La presidenza di ESTA, associazione europea per trasporti stradali e sollevamenti eccezionali, quanto è importante che sia italiana?

Oltre a una soddisfazione personale, questa nomina non si esaurisce solo nella scelta della persona fisica, ma è un attestato di riconoscenza per un’azienda italiana che negli anni è diventata tra le più importanti realtà a livello globale nel settore del trasporto, del sollevamento eccezionale, dell’ingegneria applicata e delle spedizioni una guida italiana può essere un tramite per una maggiore cooperazione tra gli stati europei del Mediterraneo e quelli del Nord Europa. La “mission” dell’ESTA, associazione nata quasi 50 anni fa, è sempre stata quella di creare in Europa un modo “comune” di sviluppare i processi operativi legati al nostro. Non è possibile che in un continente che si definisce unito ci possano essere regolamentazioni così variegate. Si parte da un paese rispettando certe regole e si arriva in un altro paese dove le regole sono diverse. Questo implica allungamento nelle tempistiche e innalzamento di costi per poter portare a termine un trasporto o un sollevamento che sia. Il nostro obiettivo sarà proprio quello di spingere, ancora di più, per avere una regolamentazione unica a livello europeo. Vorrei ricordare anche che l’ESTA è stata promotrice di una licenza europea per gruisti (ECOL) stabilendo uno standard per la formazione e l’esame degli operatori nei vari stati membri. 

A livello italiano quali sono le priorità per lo sviluppo del settore?

La nota dolente è come al solito la burocrazia italiana che limita e allunga i processi lavorativi. La costruzione del ponte S. Giorgio, in piena pandemia, è un esempio di come si dovrebbe agire per poter garantire la massima rapidità con una riduzione dei tempi e dei costi, lavorando in piena sicurezza. Il progetto S. Giorgio deve essere preso a modello per far sì che questa “unicità” diventi la normalità.     

Quali sono in futuro le novità che riguarderanno il Gruppo?

Fagioli opera indistintamente nei settori del “Oil & Gas”, del “Power” e delle Rinnovabili, nel Civile, nella Cantieristica Navale, nell‘Industria Pesante, mining, nel “Salvage”, nell’Aeronautica spaziale, con un core business che va dai trasporti e sollevamenti eccezionali, all’ingegneria applicata e alla logistica di Progetto con spedizioni nell’impiantistica. Abbiamo recentemente siglato una Joint Venture in Australia con una società quotata in borsa che si occupa di costruzione di impianti, trasporti e sollevamenti e che ha visto in Fagioli e nella sua ingegneria, la società ideale per crescere in quella parte del mondo. Abbiamo deciso di tornare sul mercato australiano perché sono sopraggiunte le condizioni ideali per poter sfruttare nuovamente le opportunità offerte in quel paese. Siamo attenti e vigili nell’analizzare, capire e magari anticipare ciò che il mercato richiede. I mercati sono così, si sviluppano, si espandono, entrano in una fase di involuzione e poi, magari, ripartono: il buon Giambattista Vico con la sua teoria dei corsi e ricorsi storici non aveva tutti torti.


Giovanni Grande

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