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GIUGNO 2022 PAG. 66 - LIBRI

 


La loro Africa. Matteo Giusti, Castelvecchi 

Dopo secoli di colonialismo europeo predatore, la nuova corsa all’Africa vede oggi protagonisti completamente diversi: Cina, Russia, Turchia e Israele sono infatti diventati i partner principali dei Paesi africani che cercavano rapporti politici e commerciali nuovi e più equi. Servendosi ciascuna dei propri mezzi – chi degli investimenti e dei prestiti, chi delle armi, chi dell’Islam o dell’intelligence – le cosiddette potenze “emergenti” si sono già impossessate del continente africano, tentazione ancora e sempre irresistibile per via delle sue immense ricchezze non sfruttate. In un momento cruciale in cui si decide chi avrà il controllo dell’Africa e quindi dell’economia mondiale per i prossimi anni, sembra che Europa e Stati Uniti siano rimasti a contemplare il ricordo di un passato glorioso e pieno di fantasmi. Tramite la sua analisi e le interviste inedite, Matteo Giusti disegna con precisione la situazione sullo scacchiere più “caldo” del mondo attuale. “La guerra dell’energia e quella del grano - si legge nella presentazione - hanno riportato al centro della politica e geopolitica mondiale il continente africano. Questo gigante dormiente ha intrecciato la sua storia con quella di tutto il mondo e le sue ricchezze sono state il desiderio e l’obiettivo delle potenze che nella storia si sono alternate al potere. Ma negli ultimi 20 anni molte cose sono cambiate in Africa. La vecchia Europa e gli Stati Uniti sono stati lentamente estromessi e al loro posto hanno guadagnato spazio e importanza le cosiddette “potenze emergenti”. Cina, Russia, Turchia e Israele sono diventati i nuovi padroni del continente africano creando legami fortissimi che hanno permesso la crescita delle loro economi e che prevede un ruolo egemone per questi nuovi attori nell’immediato futuro. La Cina conquista i Paesi africani con prestiti a lunga scadenza e infrastrutture, ma soprattutto non chiede la democrazia per i partner africani né qualsiasi tipo di rispetto dei diritti dell’uomo. La Russia vende armi, tecnologia militare e addestramento, e lo fa utilizzando il famigerato Wagner Group, una società fantasma di mercenari che Mosca utilizza per rovesciare i legittimi governi e diventare padrone dello stato. La Turchia con le mire di neo-ottomanesimo di Erdogan punta su scuole e sulla religione. L’Islam con la visione turca diventa un ottimo grimaldello per educare le nuove generazioni e prendere il possesso di luoghi chiave come i porti nel Mar Rosso. Il piccolo, ma dinamico Israele invece utilizza la sua grande preparazione nella tecnologia agricola per sviluppare un settore chiave in Africa e la sua formidabile intelligence per preparare ed addestrare i servizi segreti degli stati africani.

Storia del mare. Alessandro Vanoli, Laterza

Una storia del mare. Che racconti la geologia, gli uomini delle coste, le scoperte, le navi, le guerre, i miti e i sogni. Ma anche e soprattutto i pesci e gli altri esseri marini. Una storia insomma che tenga assieme tutto, uomini e animali. E naturalmente un viaggio del genere non può e non vuole essere una cronaca minuziosa di fatti e cose. Piuttosto, intende essere un racconto, fatto di volti, immagini, suoni e colori, con la speranza di restituire un po’ di quello stupore che gli abissi ci hanno sempre dato. Così ecco il grande libro del mare: comincia in un infinito passato, quattro miliardi di anni fa, raccontando una geologia antica e gli inizi della vita, i dinosauri e i pesci primitivi, i mari scomparsi e le grandi catastrofi. E poi giù negli abissi, per riemergere tra barriere coralline, zone acquitrinose, scogli o spiagge di sabbia. Quindi naturalmente la storia. Quella delle prime colonizzazioni, dei mezzi e delle antiche imbarcazioni per affrontare il mare e della nascita dei porti. La storia dei grandi miti, quelli biblici e quelli omerici. E le civiltà: i fenici, i greci, i romani; e attorno a questo le rotte dei mercanti, le storie delle anfore, del corallo; i racconti dei pellegrini e dei vichinghi in America e dei cinesi nell’Oceano Indiano. Una storia fatta anche delle cose più note: la bussola, le caravelle, Cristoforo Colombo, Magellano, Vespucci e i pirati dei Caraibi. Senza mai dimenticare che tutto questo ha a che fare anche con le balene e gli squali, con i tesori nascosti, con le leggende del kraken, del maelstrom, dell’olandese volante e di tutto quanto ha alimentato la nostra fantasia per secoli. Sino al presente, ovviamente, alla crisi ambientale e allo scioglimento dei ghiacci. Perché fare una storia del mare vuol dire sì parlare dei nostri sogni più profondi, ma anche ricordarci che alla fine siamo solo una specie tra altre specie. Siamo parte del mare ed è questa forse la cosa che più conta in tutta questa avventura millenaria.



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