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GIUGNO 2022 PAG. 60 - NEWS ADSP

 




Calata Zingari, ad agosto la fine dei lavori

A Calata Zingari si stanno completando le ultime lavorazioni che consentiranno nel mese di agosto la restituzione al concessionario Stazioni Marittime sia della banchina, rinnovata e potenziata con 3 bitte da 100 t., che del piazzale retrostante cruciale per le attività di ricezione dei croceristi e la gestione dei servizi alle navi, come lo smistamento bagagli e gli approvvigionamenti. Attualmente è in corso la posa subacquea dei massi necessari per ricostruire la superficie laterale esterna della banchina così da raccordare la radice di ponte dei Mille a levante con la banchina storica a ponente. Costruiti in parte in area adiacente al cantiere e in parte a Calata San Lazzarino, i blocchi vengono caricati sul pontone e posati in acqua tramite l’utilizzo di gru e sotto la supervisione di un sub specializzato per il corretto posizionamento sul fondale. A seguire, il ripristino del prospetto verrà eseguito attraverso la posa di pannelli con mattoni faccia a vista, così da conservare sia il caratteristico banchinamento a massi che la facciata a vista dell'antica Calata Zingari, operativa nel porto di Genova fin dai primi del '900 e all'epoca attrezzata con binari, gru e magazzini per lo stoccaggio.

Nuova Diga foranea, firmato protocollo con sindacati

È stato siglato un Protocollo di intesa tra il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e Commissario Straordinario, Paolo Emilio Signorini, e i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali nazionali e regionali liguri delle sigle Feneal UIL, Filca CISL, Fillea CGIL. Il Protocollo di Intesa, si pone la finalità di valorizzare e perseguire una collaborazione tra tutti i soggetti sociali ed istituzionali affinché l’opera di realizzazione della nuova Diga foranea venga eseguita nella massima trasparenza, contrastando ogni forma di illegalità ed infiltrazione criminale. È obiettivo comune delle Parti, in piena sintonia con le indicazioni dell’Unione Europea, da un lato, adottare ogni utile iniziativa per garantire una ripresa economica che generi il maggior numero possibile di nuovi posti di lavoro, stabili e sicuri; dall’altro, valorizzare un sistema avanzato di relazioni industriali per assicurare l’applicazione ed il rispetto integrale dei CCNL nonché la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori presenti nei cantieri. Contenuti primari del Protocollo, sono i temi dell’occupazione di qualità e della legalità che trovano peraltro conferma attraverso la sottoscrizione, in data 8 aprile 2022, del Protocollo di legalità per la realizzazione della nuova Diga foranea di Genova tra il Commissario Straordinario e la Prefettura di Genova. In particolare si prevede un puntuale controllo sul rispetto di tutti gli adempimenti e delle misure di sicurezza anche mediante una verifica documentale in materia di salute e sicurezza dei lavoratori impiegati, delle procedure di lavoro, dei mezzi e delle attrezzature che si intendono impiegare, quale condizione necessaria all'ingresso in cantiere. È inoltre prevista una specifica formazione professionale e prevenzione infortunistica, nonché un sistema di controlli sui lavoratori impiegati nella realizzazione dell’Opera e sulla qualità del lavoro.

Parco ferroviario Vado Ligure, aggiudicati i lavori 

È stato aggiudicato per un valore di 15.062.794,30 euro all’operatore Economico: ICOSE S.p.A, con progettisti l’RTP Studio Corona S.r.l. e GEO Engineering S.r.l, l’appalto integrato per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori relativo al potenziamento del parco ferroviario del terminal portuale di Vado Ligure. I lavori, previsti nell’Accordo di Programma per la realizzazione della Piattaforma di Vado Ligure, sottoscritto dall’ex Autorità Portuale di Savona, da Regione Liguria, dalla Provincia di Savona e dal Comune di Vado Ligure, permetteranno di ampliare e adeguare il terminal Intermodale grazie alla posa di un quarto binario, in aggiunta ai 3 già presenti, e al rifacimento della viabilità di accesso al bacino portuale che permetterà di adeguare aree buffers per lo stoccaggio dei contenitori e di predisporre una seconda via di corsa per una futura gru a portale Transtainer. Al fine di consentire la corretta realizzazione del progetto sarà arretrata l’attuale sede stradale attraverso la demolizione dell’ex varco di security ormai dismesso e lo sbancamento della parente a monte tramite la realizzazione di una struttura composta da gradoni e muri di sostegno.                                                                                      È inoltre previsto il completamento dell'adeguamento del Rio Cappella per il tratto interferente e la messa in sicurezza definitiva dei versanti adiacenti all’ex area doganale. La progettazione, la cui data di conclusione è prevista per fine agosto, avrà una durata di due mesi, a valle della quale prenderanno avvio i lavori per i successivi 28 mesi che, una volta conclusi, consentiranno al porto di Vado di raggiungere una capacità di movimentazione di 800.000 TEU annui di cui circa il 40% trasportati attraverso la rete ferroviaria a servizio del terminal.

Alto Tirreno, traffici in chiaroscuro

Il sistema portuale di Livorno-Piombino e dei porti elbani archivia il primo trimestre con una movimentazione generale di 9,5 milioni di tonnellate di merce e un 14,5% in meno rispetto a quanto movimentato nello stesso periodo dell’anno precedente. Guardando allo scalo labronico, gli oltre 7 milioni di tonnellate di merce movimentata tra gennaio e marzo hanno implicato un calo del 17,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente. La battuta di arresto è dovuta al collasso registrato nella movimentazione delle rinfuse liquide, i cui volumi si sono dimezzati rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, attestandosi a 928.877 tonnellate. Si tratta di un risultato cui ha contribuito soprattutto la drastica riduzione sia dello sbarco di petrolio greggio (-98,9%) che dell’imbarco di prodotti raffinati (-92,8%). Un andamento che è da imputare in parte alla crisi aziendale della raffineria ENI, in parte agli effetti della guerra in Ucraina.

Civitavecchia, innovativo traffico di bitume via pipeline

Il porto di Civitavecchia è il primo scalo italiano dove si scarica il bitume direttamente sui camion, senza passare da depositi dedicati. Il traffico della società So.De.Co., che si avvale dell'impresa art. 16 Cilp, è stato inaugurato alla banchina 24 dalla nave Iver Ambassador, proveniente dalla Turchia, con un carico di circa 1500 tonnellate di bitume fuso 50/70, in modalità ship to truck, attraverso una tubazione collegata direttamente dalla nave al portale movibile MFR (pensilina di carico autobotti) posizionato in banchina. Il lavoro amministrativo dell'AdSP per consentire al porto di acquisire questo nuovo traffico, che a regime dovrebbe attestarsi tra le 70mila e le 90mila tonnellate l'anno, è stato particolarmente complesso ed è iniziato diversi mesi fa. L'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale come previsto dall'art. 8 comma F della legge 84 ha istituito, in una prima fase, un gruppo di lavoro coordinato dalla stessa AdSP, con Agenzia delle Dogane, Capitaneria di Porto, S.Pre.S.A.L. della Asl (Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) e comando provinciale dei Vigili del Fuoco, per valutare la fattibilità dello scarico del bitume nel porto di Civitavecchia, senza avvalersi di depositi e di una apposita pipeline. Successivamente si è reso necessario convocare anche una commissione ex art. 48 Cod. Nav., che, con la condivisione del MIMS, ha dato ulteriori indicazioni al gruppo di lavoro, sulla base delle quali l'AdSP ha rilasciato l'autorizzazione all'introduzione del traffico del bitume con modalità Ship to Truck nel porto di Civitavecchia, per la prima volta in deroga alla norma che risale addirittura al 1934.  Il nuovo traffico prevede, in questa prima fase, l’arrivo di una nave al mese (poi diventeranno 2).

Tirreno Centro Settentrionale, accordo AdSP - IP

Sottoscritto, dopo il via libera del Comitato di gestione, un accordo di programma tra l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale e le società IP Industrial Spa (già Raffineria di Roma Spa) e Italiana Petroli Spa (già Total Erg spa), avente ad oggetto la disciplina dei rapporti tra AdSP, IPI ed IP in relazione alle aree demaniali che dovranno essere oggetto della nuova concessione demaniale e finalizzato a definire i rapporti tra le parti in vista di concordare il contenuti dei successivi atti da assumere per la gestione di tali aree e per la soluzione dei contenziosi attualmente pendenti fra le parti. Il gruppo Italiana Petroli è subentrato a Total Erg nella concessione di un terminal petrolifero a Fiumicino, comprensivo delle piattaforme di ormeggio off-shore, della stazione di pompaggio sul fronte mare e degli oleodotti di collegamento con le piattaforme e il deposito di olii minerali a terra. L'attuazione dell'accordo di programma avrà luogo mediante un accordo transattivo per la definizione dei contenziosi pendenti. Al tempo stesso l'AdSP avvierà il procedimento per l’Adeguamento tecnico funzionale (Atf) del piano regolatore portuale di Fiumicino, necessario a mantenere le attuali collocazioni delle strutture afferenti al terminal petrolifero, con impegno reciproco a provvedere alla progettazione al fine di porre in essere gli atti necessari per avviare il relativo procedimento di approvazione. Infine, si procederà al completamento dell’istruttoria per l’eventuale rilascio della nuova concessione demaniale in favore di IP Industrial spa, che intanto beneficerà di concessione provvisoria ex art. 10 reg. cod. Nav. per disciplinare il periodo transitorio fino al rinnovo della concessione. Le parti, pertanto, si sono date 12 mesi di tempo per concretizzare un’intesa volta a perseguire nel modo più efficace i propri rispettivi interessi, nonché quelli generali mirati ad un proficuo utilizzo delle aree demaniali.

Accolto appello AdSP MTCS contro Compagnia di Civitavecchia

Con sentenza non definitiva del 31 maggio la Corte di appello di Roma ha accolto l'appello proposto dall'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale e ha annullato i lodi arbitrali che avevano condannato l'Autorità al pagamento di ingenti somme a Compagnia Porto di Civitavecchia S.p.A. in relazione alla mancata realizzazione della Darsena Energetica e Grandi Masse (ora denominata Darsena Mare Nostrum). La Corte di appello ha, altresì, nominato un CTU per verificare i maggiori oneri sopportati dall'Autorità in relazione alla mancata realizzazione dell'opera da parte di Compagnia Porto.

Mar di Sardegna, parte la procedura per il cold ironing

È stata avviata sulla piattaforma telematica di negoziazione dell’AdSP, la procedura aperta per l’affidamento della “progettazione di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione e messa in esercizio di un impianto di on-shore power supply, (cold-ironing) per l’alimentazione elettrica delle navi in sosta nei porti di Cagliari (Porto storico e Porto Canale), Olbia – Isola Bianca, Golfo Aranci, Santa Teresa Gallura, Porto Torres e Portovesme”. Obiettivo del bando, che anticipa di qualche giorno il cronoprogramma fissato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Fondo complementare DL 59/2021 (la scadenza per la pubblicazione è prevista il 30 giugno), è, appunto, la redazione di uno studio articolato di fattibilità del complesso processo di elettrificazione delle banchine dei porti commerciali, per i quali, nello specifico della Sardegna, il PNRR ha destinato complessivamente 70 milioni e 830 mila euro di finanziamenti. Più precisamente, il progetto, che restituirà una valutazione completa e approfondita su opportunità o eventuali criticità del cold ironing, dovrà definire le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori da porre in essere; il quadro delle esigenze da soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire; individuare, nel dettaglio, le aree interessate dal posizionamento degli impianti, le eventuali fasce di rispetto e le misure di salvaguardia, nonché le specifiche funzionali ed i limiti di spesa delle opere da realizzare, compresi quelli per eventuali interventi e misure compensative. Il criterio di aggiudicazione della procedura, la cui scadenza per la presentazione delle offerte è fissata per le 12 del 25 luglio prossimo, prevede un importo a base di gara di poco superiore ad 1 milione e 818 mila euro e si baserà sull’offerta economicamente più vantaggiosa. Una volta perfezionata la procedura di gara, l’aggiudicatario avrà 60 giorni di tempo per redigere il progetto che, a partire dagli studi preliminari interni condotti dall’AdSP, dovrà valutare la fattibilità di ben 7 impianti così suddivisi: 22 megawatt di potenza per Olbia (importo finanziato dal Pnrr pari a 21 milioni e 560 mila euro); 3 megawatt per Golfo Aranci (2 milioni e 400 mila euro); 0,6 MW per ciascuno scalo a Santa Teresa e Portovesme (500 mila euro per porto); 15 MW per Porto Torres (12 milioni e 750 mila euro); 22 MW per il porto storico di Cagliari (20 milioni e 900 mila euro) e altri 13 megawatt per il Porto Canale (12 milioni e 200 mila euro).       

Isola Bianca, testata nuova infomobilità dell’AdSP

Indicazioni variabili, adattabili alle condizioni di operatività del porto, e messaggi in doppia lingua per l’instradamento ai controlli di security nei varchi di accesso all’area sterile. Sono le principali novità, ancora in fase di test, introdotte dall’AdSP del Mare di Sardegna per la gestione del traffico veicolare in area portuale. All’Isola Bianca, scalo pilota di un più ampio progetto di infomobilità sui porti sardi, sono attivi i primi pannelli a messaggio variabile che sostituiranno gradualmente la cartellonistica verticale. Quattro i dispositivi attualmente installati dalla società Italservizi 2007 nell’ambito dell’appalto, aggiudicato dall’AdSP nel giugno 2020, relativo al Servizio di accoglimento, ricezione, smistamento ed instradamento dei veicoli in arrivo e in partenza dal porto. Il primo sostituisce la cartellonistica verticale nella biforcazione che separa la viabilità principale di accesso agli imbarchi da quella secondaria per la stazione marittima; il secondo lungo il viale delle Capitanerie, copre l’accesso alternativo al pre-imbarco; altri due, infine, sono dedicati ad info specifiche sui controlli di sicurezza, in prossimità dei varchi. I pannelli, brevettati per resistere agli agenti atmosferici e a particolari condizioni determinate da ambienti molto aggressivi, quali, nello specifico, quelli portuali, saranno gestiti da remoto ed aggiornati in tempo reale dagli operatori dell’instradamento. Una fase di test, quella avviata ad Olbia – non a caso nello scalo con la più alta affluenza di passeggeri ed in una stagione che si preannuncia da record per i traffici marittimi – che anticipa un più complesso progetto di sviluppo del porto e che consentirà, contestualmente, di valutare la fattibilità progettuale sulla più articolata dimensione sistemica governata dall’AdSP.  

Affidata la redazione del DPSS del sistema portuale dello Stretto

L’AdSP dello Stretto ha affidato l’incarico per la redazione del Documento di Programmazione Strategica di Sistema al Raggruppamento Temporaneo di Prestatori di Servizi, costituito dalla società Proger S.p.A. di Roma, capogruppo, e dalle società mandatarie Dinamica s.r.l. di Messina e Systematica s.r.l. di Milano. Il DPSS è un documento previsto come obbligatorio dalla legge che regola il funzionamento delle Autorità portuali italiane che deve essere coerente con il Piano generale dei trasporti e della logistica, con gli orientamenti europei in materia di portualità, logistica e reti infrastrutturali nonché con il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica.   Si apre così una fase di programmazione decisiva per il futuro dei porti e delle aree di competenza dell’AdSP, che dovrà essere frutto di concertazione e confronto articolato e intenso con gli enti territoriali e i portatori di interesse delle due sponde dello Stretto. Dopo l’elaborazione del DPSS, per la quale le società incaricate avranno cinque mesi di tempo, il documento dovrà essere infatti adottato dal Comitato di Gestione dell'Autorità di Sistema Portuale e poi sottoposto, mediante conferenza dei servizi, al parere dei Comuni di Messina, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Montebello Jonico, alla Regione Calabria ed alla Regione Siciliana territorialmente interessati dai Porti dello Stretto. Infine sarà approvato dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Il DPSS sarà sviluppato partendo dal Piano Operativo Triennale dell’agosto del 2020, dall’ultimo Piano triennale delle OO.PP., approvato nel mese di ottobre del 2021, nonché dagli accordi preliminari già sottoscritti, per tutti i porti non dotati di un Piano Regolatore Portuale approvato di recente, con i Comuni di Reggio Calabria, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Villa San Giovanni e Montebello Jonico. Durante la fase di redazione saranno nuovamente ascoltate le Amministrazioni comunali interessate, tutti gli Enti ed Istituzioni impegnati per il funzionamento dei porti nonché gli operatori portuali ed i principali stakeholder. Non mancherà altresì un confronto con i cittadini che, sia in forma associata che singolarmente, potranno dare il loro contributo a questo importante processo di programmazione che disegnerà il sistema portuale e retro-portuale dello Stretto per i prossimi decenni. Successivamente all’approvazione del DPSS sarà possibile avviare la redazione dei Piani Regolatori Portuali dei porti di Milazzo, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Saline e l’aggiornamento di quello di Messina che, anche se approvato nel 2019, è frutto di una visione ormai datata e che non tiene conto, per esempio, delle esigenze di retroportualità sempre più necessarie per migliorare le condizioni dell’attraversamento dinamico dello Stretto.

Firmata intesa per la ZES Ionica

Firmato il protocollo d’intesa per la ZES Ionica. L’accordo giunge a seguito delle interlocuzioni in essere tra l’AdSPMI ed il Commissario per la ZES Interregionale Ionica Puglia-Basilicata finalizzate a dare concreta attuazione alle previsioni normative di cui al D.L. 91 del 20 giugno 2017 e s.m.i. – atto finalizzato all’istituzione ed al funzionamento delle ZES – anche attraverso l’individuazione di tecnologie digitali, semplificazioni operative e procedurali a favore degli operatori e delle imprese che beneficeranno dell’istituto della ZES favorendo, altresì, l'accessibilità delle stesse alle agevolazioni di natura amministrativa offerte dalla legislazione vigente. Come noto, la ZES interregionale Ionica copre complessivamente 2.579,41 ettari - di cui 1.518,41 in Puglia - dove il Porto di Taranto rappresenta lo scalo marittimo di riferimento per tutte le aree interessate dai benefici e dalle agevolazioni della Zona Economica Speciale. L’intesa si inserisce nell’ambito delle azioni che le Parti stanno portando avanti nelle more della piena operatività di uno Sportello Unico Digitale ZES presso il Commissario Straordinario di Governo per la ZES Ionica. L’AdSPMI si doterà, inoltre, di un Regolamento per la Zona Economica Speciale volto a disciplinare la gestione delle istanze di insediamento e delle procedure amministrative di competenza della stessa, in conformità alla normativa vigente. Le Parti si impegnano, altresì, ad intraprendere iniziative di marketing e promozione condivise utili a garantire l’attrazione, l’insediamento e la piena operatività delle attività produttive nell’ambito delle aree portuali della ZES Jonica. La Zona Economica Speciale sta già producendo dei risultati concreti in quanto sono state presentate quattro domande per investimenti in ambito portuale e retroportuale - attualmente in istruttoria - relativamente ai settori della logistica e dell’economia circolare.

Mar Ionio, più controlli sui finanziamenti PNRR

AdSPMI e Guardia di Finanza Puglia hanno un protocollo d’intesa riguardante la corretta gestione dei finanziamenti scaturenti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’accordo risponde all’obiettivo di garantire un adeguato ed incisivo presidio di legalità a tutela dell’impiego delle ingenti risorse finanziarie che l’Unione Europea ha messo a disposizione con il programma Next Generation EU, per il rilancio degli investimenti pubblici e privati, all’indomani della crisi pandemica. Il Protocollo d’intesa, infatti, prevede l’espletamento delle attività di controllo di rispettiva competenza, consentendo di attuare sinergicamente un’opportuna azione di prevenzione e di contrasto a qualsiasi tentativo di utilizzo irregolare o fraudolento dei fondi disponibili e di infiltrazione delle organizzazioni criminali, evitando, allo stesso tempo, malversazioni di risorse economiche destinate alla crescita della competitività del territorio. In particolare, nell’ambito degli interventi sovvenzionati dal PNRR e dal relativo Fondo Complementare di matrice nazionale, sarà implementato un flusso informativo a favore della Guardia di Finanza, quale Forza di Polizia economico finanziaria specializzata nella tutela della spesa pubblica nazionale e dell’Unione Europea, rafforzando così il sistema di monitoraggio e di vigilanza sull’esecuzione delle opere pubbliche o di servizi connessi. I reparti della Guardia di Finanza, nell’ambito delle proprie prerogative, potranno utilizzare i dati acquisiti per completare le rispettive analisi di rischio autonomamente elaborate. In tal modo, verrà rafforzata l’azione di prevenzione e repressione degli illeciti economici e finanziari in danno del bilancio nazionale e dell’Unione europea, restituendo, nel rispetto del segreto investigativo, all’Autorità di Sistema Portuale le risultanze emerse all’esito dei propri interventi.

Monopoli, recuperata la funzionalità di Molo Margherita

L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale ha effettuato e completato un intervento complesso di manutenzione straordinaria del molo Margherita del porto di Monopoli. A seguito di un sopralluogo effettuato dai tecnici dell’Ente portuale e dagli ufficiali della Capitaneria di Porto di Monopoli, negli ultimi mesi dello scorso anno, infatti, era emersa la presenza di profondi sgrottamenti, la formazione di ampie buche sotterranee, nel fronte della banchina molo Margherita; sgrottamenti che avevano provocato la caduta in mare di alcuni blocchi di pietra, inizialmente posizionati sul paramento della banchina. L’Autorità di Sistema, pertanto, ha avviato speditamente le procedure per effettuare opere di manutenzione straordinaria, con l’obiettivo di riportare il molo in condizioni di sicurezza. Diversi e complessi gli interventi eseguiti, anche perché si è dovuto operare con l’ausilio di squadre specializzate di tecnici subacquei, in un tratto in cui i moti ondosi creano dei vortici che rendono le operazioni particolarmente complesse. Tra gli interventi effettuati, la realizzazione di una trave di basamento e protezione, in calcestruzzo armato, lungo tutta la banchina interessata dai fenomeni erosivi. Sono state, inoltre, rinforzate le cavità utilizzando elementi di contrasto e sono state operate iniezioni subacquee di calcestruzzo. La parte più sommersa della infrastruttura portuale, il cosiddetto piede banchina, è stato protetto dai moti ondosi attraverso la realizzazione di una scogliera in blocchi di pietra naturale. A completamento dell’opera e al fine di conservarne l’originale conformazione e l’antica bellezza, è stato ripristinato il piano di calpestio, utilizzando i blocchi in pietra calcarea distaccatisi a causa dei cedimenti della struttura. In tempi brevi, pertanto, è stata ripristinata la totale operatività della banchina che è tornata ad essere completamente operativa e funzionale alle attività portuali.   

Un museo virtuale per otto scali dell’Adriatico

Un museo virtuale che unisce otto porti del mare Adriatico: Ancona, Venezia, Trieste, Ravenna, Rijeka, Zara, Dubrovnik e Spalato. Uno strumento innovativo per valorizzare l’identità e il patrimonio culturale dei territori e promuovere il turismo. È la piattaforma Adrijo-Adriatic ports cultural network, già on line, realizzata con il progetto europeo Remember, finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia. Remember, acronimo di “REstoring the MEmory of Adriatic ports sites. Maritime culture to foster Balanced tERritorial growth”, è stato finanziato dal programma di cooperazione europeo Italia-Croazia, con un budget complessivo di 2,8 milioni, per restituire centralità al rapporto porto-città, valorizzando i legami sociali ed economici che si sono sviluppati nel corso dei secoli tra le due sponde dell’Adriatico, e per orientare nuovi percorsi economici basati sulla cultura e sulla diversificazione del turismo. L’unicità della dimensione adriatica e la sua rappresentazione come unico ecosistema geografico, che condivide storia, storie, espressioni ed esperienze, trovano forma nella piattaforma virtuale Adrijo, termine che unisce il nome italiano di Adriatico e quello croato Jadransko. L’obiettivo è la promozione congiunta del patrimonio culturale marittimo dei porti adriatici, per inserire nell’offerta turistica anche i saperi e le loro storie rafforzando quindi il legame con la tradizione culturale marittima, fattore di identità del rapporto porto-città. Ognuno degli otto scali del network Adrijo ha inserito nella piattaforma video, clip audio, modelli 3D, panoramiche da drone, foto, testi, per raccontare la cultura marittima e del territorio. La piattaforma multimediale, in lingua inglese, italiana e croata, presenta una parte comune agli otto porti, che introduce il visitatore nel concetto di Adriatico come luogo delle comuni radici storiche e culturali dei porti e delle città che vi si affacciano. Differenti le chiavi di lettura per visitare Adrijo: attraverso una scelta geografica, approfondendo quanto caricato per ciascun porto, oppure navigando attraverso le tre categorie comuni, tradizioni e cultura, storie e patrimonio. Testimonial del network Adrijo è Franco Farinelli, geografo. Per il porto di Ancona, con il coordinamento di Cristiana Colli, curatrice del progetto, sono stati raccolti 90 fra materiali originali, contributi esterni e testimonianze dalle varie realtà della comunità portuale presentati, in una prima fase, sotto forma di materiali audio-visivi, fotografici, storie e testi nel sito web Buon Vento.   

Trieste, un miliardo per il rilancio dell’economia marittima

Intesa Sanpaolo ha siglato un accordo con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale per lo sviluppo dell’attività portuale e dell’economia ad essa collegata con importanti impatti positivi anche per l’entroterra triestino. Stanziato un plafond di un miliardo di euro di nuovo credito. L’iniziativa rientra nei progetti previsti da Motore Italia, il programma di Intesa Sanpaolo di finanziamenti e iniziative per consentire alle piccole e medie imprese sia di superare la fase di difficoltà causata dalla crisi pandemica e sia di rilanciarsi attraverso progetti di sviluppo e crescita, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In particolare, l’accordo ha tra gli obiettivi la spinta alla ripresa degli investimenti 4.0 sostenibili delle piccole e medie imprese e la crescita attraverso il ricorso alla finanza straordinaria e alla digitalizzazione, promuovendo e sostenendo progetti strutturali nazionali e territoriali, programmi di sviluppo imprenditoriale singoli e in filiera e iniziative ad elevato impatto economico e sociale che possano attrarre investitori. In quest’ambito, in coerenza con le prossime iniziative pubbliche previste dal PNRR per migliorare la competitività del sistema portuale. 

Adriatico Orientale, accordo per formazione ferroviaria

Nuova collaborazione tra l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, prima a intraprendere il percorso di Autorizzazione di Sicurezza presso ANSFISA (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali), e Ferrovie Emilia Romagna, gestore unico dell’intera rete ferroviaria regionale. Le parti hanno stipulato un accordo sulla formazione ferroviaria del personale, finalizzato all’ottenimento delle abilitazioni alle attività di sicurezza per la gestione della circolazione ferroviaria e per la manutenzione dell’infrastruttura portuale. La convenzione costituisce un ulteriore fondamentale passo verso l’obiettivo strategico di diventare Gestore della propria infrastruttura. Traguardo che l’Autorità di Sistema si è posta dopo la firma dell’Accordo Quadro tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Agenzia Nazionale Sicurezza delle Ferrovie, Assoporti, Rete Ferroviaria Italiana e ASSTRA, sullo sviluppo e sicurezza delle infrastrutture ferroviarie di collegamento con i porti. Va rilevato che ciascuna Autorità di Sistema Portuale può svolgere le funzioni di gestore dell’infrastruttura nelle tratte di collegamento portuali di propria giurisdizione, purché acquisisca la necessaria autorizzazione di sicurezza. Cogliendo l’opportunità data dall’accordo quadro, il porto di Trieste è stato il primo ad avviare l’iter, che una volta concluso, permetterà di gestirà autonomamente l’infrastruttura di competenza nel rispetto degli standard di sicurezza previsti dalla normativa e potrà favorire lo sviluppo del traffico ferroviario con investimenti mirati al recupero e al miglioramento dell’infrastruttura attuale. L’accordo prevede l’organizzazione e la realizzazione di corsi abilitativi in cui istruttori di Ferrovie Emilia Romagna, riconosciuti dall’ANSFISA, forniranno al personale dell’Autorità di Sistema ulteriori competenze altamente specialistiche, fondamentali per completare il percorso di autorizzazione di sicurezza. Sono previste più di 50 giornate tra corsi teorici, addestramenti e tirocini, corrispondenti a più di 3000 ore di formazione. I corsi saranno rivolti alla Direzione infrastrutture ferroviarie e stradali, che rappresenta un unicum tra i porti italiani. Istituita nel 2018 per pianificare e gestire la costante crescita del comparto treni, la Direzione è costituita da 20 risorse con competenze ferroviarie e di sicurezza. Si occupa di gestire la rete ferroviaria di interesse portuale sotto il profilo tecnico e amministrativo e sovrintende alla progettazione e realizzazione di nuovi interventi a livello infrastrutturale in ambito ferroviario, curandone la manutenzione ordinaria e straordinaria.

Ratificato il Venice Blue Flag 2022

Comune di Venezia, Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Capitaneria di Porto di Venezia e compagnie di navigazione operanti a Venezia e Marghera, hanno sottoscritto questa mattina, martedì 21 giugno, a Ca’ Farsetti, l’accordo volontario “Venice Blue Flag 2022”, finalizzato a ridurre l’impatto di emissioni in atmosfera da parte delle navi da crociera che arrivano ed ormeggiano nei porti della Laguna di Venezia. L’accordo assume maggiore rilievo in un contesto modificato dalle limitazioni al traffico crocieristico nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca, introdotte dal Decreto-Legge 20 luglio 2021, n. 103, che ha portato Venezia a dover costruire un nuovo modello di crocieristica con la sfida di contemperare le esigenze di sostenibilità ambientale e salvaguardia della laguna con quelle di tutela del lavoro e dello sviluppo di questo importante settore economico. In base a tale accordo le compagnie di navigazione si impegnano a far funzionare i motori principali e ausiliari delle navi passeggeri con combustibile per uso marittimo con tenore di zolfo non superiore allo 0,1 % in massa e questo non solo all’ormeggio, ma anche durante la navigazione prima dell'ingresso in area VTS Venezia e durante tutte le fasi di manovra all’interno dell’area portuale di Venezia (Venezia e Marghera); stesso impegno assunto, a partire dal 2018, anche per i rimorchiatori durante le operazioni legate al transito delle navi.

Chioggia, passo avanti verso il DPSS

È stato discusso e approvato, in Consiglio Comunale, un accordo tra Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale e il Comune di Chioggia finalizzato a porre le basi per uno sviluppo armonico e coordinato tra esigenze della portualità e istanze della cittadinanza a Chioggia.  Punto di partenza il Piano Regolatore portuale vigente (Piano Gottardo) risalente al 1981 che delimita le aree portuali – c.d. Ambito Portuale – in modo ormai non più coerente con le esigenze attuali: si è reso quindi necessario un aggiornamento del Piano per consentirne la ridestinazione anche a servizio della città. L’accordo approvato pone le basi per la definizione del Documento di Pianificazione Strategica di Sistema, prodromico al nuovo Piano Regolatore Portuale, e identifica, all’interno dell’Ambito Portuale di Chioggia, il perimetro delle aree portuali e retroportuali di competenza esclusiva del porto e, all’interno di esse, le “aree di interazione porto-città” la cui competenza pianificatoria sarà del Comune.




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