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NOVEMBRE 2019 PAG. 18 - Logistica condivisa e di valore per un futuro sostenibile






“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”. La citazione di Winston Churchill da parte del presidente di Assologistica, Andrea Gentile, sintetizza lo spirito innovativo cui si ispira e dovrà ispirarsi sempre più l’industria logistica. Consapevolezza circa una vocazione all’innovazione che ha caratterizzato anche la XV edizione del premio “Il Logistico dell’Anno” i cui temi principali sono stati la tecnologia (con IT e 4.0 a giocare il ruolo del leone) ma, tra gli altri, anche la formazione, la responsabilità d’impresa, i processi di internazionalizzazione, la sostenibilità ambientale. “Senza innovazione non c’è progresso sociale, non un progresso tout court, ma un progresso che investe la società e quindi tutti noi, facendoci andare avanti nel fare impresa in modo utile, serio e, perché no, anche creativo”, ha sottolineato Gentile nell’introdurre i lavori della manifestazione, che - accanto all’assegnazione degli awards -  ha visto svolgersi il convegno sui trend in atto nel settore dal titolo “Orizzonti e sfide della Logistica di oggi e di quella che verrà”. Al centro del dibattito i nuovi paradigmi economico-politici che condizionano il nostro mondo, i trend digitali che stanno trasformando il comparto, il concetto di green logistic come valore e non solo costo per la catena di fornitura.  “Quest’anno – ha confermato il presidente di Assologistica – sono aumentate significativamente le candidature in ambiti quali la Formazione e la Responsabilità Sociale d’Impresa, a testimonianza di come il nostro settore sia sensibile al ‘fattore’ umano, ‘fattore’ senza il quale qualsiasi progresso tecnologico risulta svuotare il senso stesso del progresso, che è tale solo se è al servizio della persona”.

Annamaria Di Ruscio (NetConsulting Cube). Non solo geopolitica, rivoluzione tecnologica, economia. “Le sfide e le leve per un futuro sostenibile passano anche da una logistica condivisa e a valore”. Lo sviluppo crescente dell’e-commerce, tra gli altri fattori, chiama il comparto a confrontarsi con una serie di nuove sollecitazioni (integrazione a monte/a valle, evoluzione della customer experience, sincromodalità, impatto sulle città, etc). E’ su questo terreno che le applicazioni tecnologiche diventano “abilitatori della trasformazione del business”. “La parola chiave diventa integrazione”. La supply chain si trasforma in servizio attraverso la sincronizzazione dei processi, l’equilibrio tra costi logistici e qualità dei servizi, gli accordi pluriennali. Da un modello verticale a uno orizzontale e diagonale per garantire reattività, sostenibilità e sinergia con la committenza.

Sara Armella (Partner Studio Legale Sara Armella & Associati). Quale futuro tra vecchi e nuovi paradigmi politico – economici? Le guerre commerciali contribuiscono, al pari della Brexit, ad accrescere l’incertezza per le imprese. Dalla politica commerciale di Trump è legittimo aspettarsi “un calo della spesa negli investimenti aziendali e una diminuzione della produttività del lavoro con conseguenti ricadute su salari reali; un dissolvimento delle catene del valore con un sostanziale aumento dei costi a carico delle imprese che dovranno far fronte al venire meno di importanti reti commerciali; una minore crescita della produttività e, in definitiva, livelli di vita più bassi”. La dimostrazione sta negli effetti economici gia misurati negli USA: -6% delle importazioni per un valore di 140 miliardi di dollari, -19 miliardi di spesa per i consumatori -7 miliardi di perdita complessiva al sistema del welfare. “Nel momento economico attuale, e ancora più negli anni a venire, la crescita delle imprese sarà condizionata dalla loro capacità di comprendere il contesto economico insieme alle trasformazioni in atto e di adeguare la propria offerta. Lo sviluppo dell’export grazie ai nuovi accordi di libero scambio, il commercio elettronico, le guerre commerciali e i nuovi dazi, sono fattori che possono incidere fortemente sulle strategie aziendali”.

Michele Bignami (Studio Legale NCTM). L’adozione di nuove organizzazioni del lavoro basate sulla digitalizzazione sta rivoluzionando il mondo della logistica, tra i primi ad avere saputo cogliere le opportunità dell’automazione nei magazzini. Tra le conseguenze: una minore richiesta di lavoro dell’uomo, sostituito da macchine più veloci, più precise e, in ogni caso, utilizzabili 24 ore al giorno; abbassamento del costo dei servizi per chi non ha fatto investimenti che si traduce; licenziamenti tecnologici (non sempre è possibile gfare acquisire nuove skill al personale tramite formazione). “La contemporanea contrazione del bisogno di forza-lavoro e la necessità di personale più qualificato sta creando un esercito di disoccupati, in parte non ulteriormente occupabili, che le Istituzioni e le organizzazioni internazionali stanno studiando da tempo; uno dei temi più scottanti  è la gestione di questi baby pensionati tecnologici”. La digitalizzazione sta creando una separazione tra: chi potrà migliorare la propria vita lavorativa; chi potrà intraprendere nuove professioni sino a ieri nemmeno ipotizzabili; chi verrà affiancato e diretto dalle macchine; chi verrà retribuito unicamente per la durata (misurabile al secondo) della propria prestazione.

Daniele Testi (SOS Logistica). La logistica non è solo un costo ma un vero e proprio valore in un contesto in cui “la competizione tra le imprese globali si sposta sempre più dal prodotto alla supply chain”. “Aumenta sempre di più la componente di servizio in ogni prodotto. Per quattro consumatori su cinque l’esperienza con il servizio equivale il prodotto”. Se la misurazione del valore, dei costi e dei benefici avviene sulla base di tutti i portatori di interesse, allora l’economia circolare diventa strategica per assicurare gli obiettivi della competitività e della sostenibilità. Sotto questo aspetto, anche alla luce della crescita del settore dell’e-commerce che sollecita in modo sostanziale il comparto logistico, la Commissione europea ha stabilito che per l’obiettivo di riduzione a livello UE del 40% delle emissioni di gas a effetto serra saranno necessari investimenti supplementari dell’ordine di 180 miliardi. La leva finanziaria si è già attivata puntando alle iniziative green-oriented e diventa una risorsa per le imprese. “Secondo un recente studio dal 2012 al 2017, i titoli con il rating ESG (che valuta l’impatto su ambiente e comunità da parte dell’azienda) più elevato hanno realizzato una performance cumulata dell’86,1% contro il 70,9% dei titoli con il rating più basso”.

Stefano Musso (Politecnico di Torino). “Rivoluzione Digitale vuol dire il passaggio graduale da una tecnologia elettronica analogica a tecnologie elettroniche digitali, di cui il principale protagonista è Internet e gli strumenti che lo adoperano”. Il traguardo sarà una “produzione industriale automatizzata e interconnessa” caratterizzata da tre elementi chiave: analisi dei dati, interazioni uomo – macchina, passaggio da digitale a reale. Digitalizzazione, digital transformation, digitale R(E)volution sono i tre passaggi obbligati di una trasformazione che riconfigurerà processi e modelli di business. I problemi che la supply chain dovrà fronteggiare in questo percorso sono l’erosione dei margini, la scarsa visibilità, la rapida obsolescenza tecnologica. Nuove anche le sfide da affrontare: “continuità e visibilità dell’informazione; collegamento tra flusso fisico ed informazioni; identificazione di violazioni e frodi”. Attenzione dovrà essere posta anche nella ricerca di una maggiore sostenibilità: “Benché i modi di trasporto e consegna «green» siano di beneficio per l’ambiente, la loro adozione deve essere attentamente valutata e supportata da un processo continuo di pianificazione ed ottimizzazione”.
                                                                                                                                                  G.G.
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