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Un hub dell'innovazione mediterranea per ForMare

 


Rispondere in modo efficace ai cambiamenti che stanno investendo la blue economy presuppone un’accurata analisi dei fenomeni in atto. Le transizioni vanno declinate a partire dalle specificità dei contesti. Il rischio, altrimenti, è di ritrovarsi in mano una fotografia fuori fuoco della realtà su cui agire. È su questo percorso che si è avviata da alcuni anni ForMare – Polo Nazionale dello Shipping, che opera da innovation ed educational hub specializzato nei vari settori dell’economia blu. 
La compagine guidata dal CEO Fabrizio Monticelli ha da poco chiuso con successo la seconda edizione del suo innovativo Master Executive in Shipping Management in cui sono stati affrontati temi centrali per lo shipping contemporaneo – dalla gestione delle imprese marittime alla sostenibilità, dalla normativa internazionale alle nuove sfide fiscali e tecnologiche – con un approccio pratico e multidisciplinare, grazie al contributo di esperti e professionisti del settore. 
In attesa del terzo capitolo, previsto per il gennaio 2026, ForMare è impegnata attivamente in una serie di iniziative che la vedono collaborare con le principali realtà nazionali e internazionali del settore. «Uno degli obiettivi principali su cui stiamo lavorando è il consolidamento della rete di collaborazioni internazionali costruita con i progetti CALLMEBlue e Marmed - spiega Monticelli - Dopo aver messo a sistema i cluster europei della blue economy con quelli della sponda sud mediterranea il passo successivo è la costituzione di un hub dell’innovazione. L’idea è di cominciare a verticalizzare le rispettive operatività ingaggiando temi specifici. Il risultato che ci aspettiamo e la creazione di una rete euromediterranea che partendo dall’analisi dei fabbisogni specifici a determinati comparti – shipping, shipbuilding, Ports&Logisitic, Underwater, Fisheries e Aquaculture – possa rafforzare e accelerare la crescita dell’Ecosistema dell’Innovazione a livello Paese». 
Nel frattempo ForMare sta maturando un importante serie di esperienze operative attraverso i nuovi progetti di cui è partner, avviati all’inizio del 2025. Tra questi, SeaAhead - Sailing Acceleration through Vocational Excellence and Innovation, a partire dallo scorso febbraio, che punta a rafforzare la sostenibilità, l’innovazione e la competitività globale del settore marittimo attraverso lo sviluppo di Centri di Eccellenza per la Formazione Professionale. 
«Questi centri, nati dalla collaborazione tra istruzione, industria e ricerca, mirano a potenziare le competenze e la qualità della formazione, rispondendo in modo concreto alle esigenze del mercato e alle sfide del settore». 
TRUSTEE - future proof efficient and sustainable deployment of ZEWT Horizon Europe, invece, «si propone di accompagnare la transizione verso un trasporto marittimo a zero emissioni. L’iniziativa mira a fornire strumenti conoscitivi e raccomandazioni concrete ai decisori e agli stakeholder, dalle istituzioni agli investitori, fino al mondo industriale e tecnologico, per affrontare in modo integrato le sfide ambientali, sociali ed economiche legate alla decarbonizzazione del settore». 
Ma ForMare è anche impegnata in collaborazione con il progetto Marelab e altri stakeholder nell’opera di analisi e sviluppo delle nuove competenze legate all’evoluzione del comparto marittimo-portuale. L’obiettivo, attraverso una mappatura accurata dei fabbisogni aziendali, è arrivare ad un aggiornamento dei repertori delle qualificazioni professionali, sviluppando standard formativi adeguati. 
«Esiste un indubbio disallineamento con le effettive esigenze del mercato del lavoro che rappresenta una criticità strategica per lo sviluppo del capitale umano nel settore - sottolinea Monticelli - Le competenze digitali risultano fortemente sottorappresentate nei repertori attuali, con insufficiente integrazione delle competenze ICT, automazione e gestione dei sistemi informativi portuali. La sostenibilità ambientale riceve scarso rilievo nonostante sia diventata essenziale nel settore, con particolare riferimento alle normative green e all’efficienza energetica». 
La parola d’ordine deve essere «armonizzare l’evoluzione delle competenze tecniche emergenti con la trasversalità richiesta dall’evoluzione dei contesti”.

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