SETTEMBRE 2022 PAG. 36 - Porti, interporti, infrastrutture parola d’ordine co-mobilità
Lo sviluppo dei poli logistici è un fenomeno relativamente recente, ma ormai più che evidente nel panorama della logistica e del trasporto delle merci. Il Pnrr fa delle infrastrutture viarie, mare strade ferrovie, un sistema integrato per dare un ruolo nuovo ai nodi di arrivo, partenza, lavorazione e smistamento delle merci.
Per quanto riguarda la ferrovia, l’Europa prima e il MIMS in tutta risposta hanno dato un forte incentivo al potenziamento di infrastrutture e servizi ferroviari per spostare sempre più merci, oltre che passeggeri, su percorsi più sostenibili sia dal punto di vista dell’ambiente sia per quanto riguarda i flussi di traffico contro il congestionamento dei centri urbani.
Anche il nuovo piano industriale del Gruppo FS ha seguito questa logica, ha modificato la governance delle partecipate, ha dato vita ad un polo specifico per la logistica, il Polo Mercitalia che si affianca ad un Polo per le infrastrutture e a quello per la mobilità dei passeggeri: il quarto Polo è dedicato ai sistemi urbani in cui le ferrovie hanno comunque una forte presenza.
Dei 190 miliardi di investimenti previsti dal Piano, circa 110 riguardano le infrastrutture su direttrici di interesse nazionale e internazionale, reti regionali, e soprattutto connessioni ferroviarie con porti, terminali merci e aeroporti.
Oggi il settore dei trasporti in Italia produce il 25% delle emissioni complessive, valore che è aumentato negli anni (+3,2% da 1990 ad oggi). La maggior parte del trasporto è effettuato su strada, ma il trasporto marittimo e quello ferroviario garantiscono una maggiore sostenibilità e sono le uniche due modalità di trasporto che hanno ridotto le loro emissioni di gas serra. Oggi la ferrovia muove il 6% del volume complessivo dei passeggeri e produce solo lo 0,1% delle emissioni. Analogamente per le merci il ferro trasporta l’11% delle merci con l’1% delle emissioni.
Per rendere più competitivo il settore, che in Italia abbiamo visto sconta un ritardo, oltre all’infrastruttura ferroviaria occorre far circolare treni merci a standard internazionali per lunghezza, peso ed ingombro, integrata alle reti trans-europee di trasporto e, appunto, a porti e terminali merci, potenziando gli esistenti e realizzandone di nuovi. Nel Piano industriale del Gruppo FS si legge che l’obiettivo è quello di raddoppiare, nei prossimi dieci anni, la quota del traffico merci su rotaia, rispetto al 2019, su tratte superiori ai 300/400 km. E per questo il Piano prevede circa 2,5 miliardi di investimenti destinati a nuovi locomotori e carri, a terminali multimodali, interporti e piattaforme logistiche.
Una risposta in chiave sostenibile è quella di valorizzare il trasporto combinato ferro-acqua, affermando di fatto l’Italia come una piattaforma marittima per i grandi flussi che sempre più attraverseranno il Mediterraneo, anche in connessione con il più ampio settore della logistica e con le strategie di sviluppo territoriale ed energetico. D’altronde l’Italia si trova in una posizione strategica centrale, è una sorta di grande banchina logistica distesa nel Mediterraneo, è attraversata da quattro dei nove Core Network Corridors Europei (CNCs), tra cui lo Scandinavo-Mediterraneo che dai Paesi del Nord Europa attraversa l’intera penisola arrivando fino alla Sicilia, collegando le regioni meridionali con il Nord Italia e poi all’Europa.
Proprio il rafforzamento e l’ampliamento dell’infrastruttura, con opere come il “Terzo Valico dei Giovi”, porta giovamento concreto a tutto il sistema, incluso lo shipping. Con l’apertura del Terzo Valico, inserito nel corridoio Ferroviario Reno-Alpi, il porto di Genova sarà uno snodo fondamentale per le merci inviate via mare da quadranti come il Medio Oriente verso i mercati del centro Europa. Genova potrà battere la concorrenza di porti del Nord Europa come Rotterdam e Anversa riducendo anche di 5 giorni i tempi di navigazione, con vantaggi sia economici sia ambientali. Infrastrutture ma anche servii integrati.
Non dimentichiamo inoltre il recentissimo primo fast corridor del Mezzogiorno, che unisce il porto di Gioia Tauro, in Calabria, con l’interporto di Bologna per le merci provenienti dall’estero. E ancora rispetto al “mare” fanno ben sperare le partnership, non ultima quella tra due colossi della logistica come Gruppo FS e MSC, leader mondiale nel trasporto marittimo dei container: l’accordo rappresenta una cornice dentro la quale dovranno trovare posto le intese operative tre le società dei due gruppi, Mercitalia per Fs, Medway e Medlog per Msc, imprese che si occupano rispettivamente di trasporto ferroviario, di autotrasporto, intermodalità e logistica. In campo ci sono varie attività che vanno dalla gestione dei terminal alla condivisione di specifici asset, come locomotori e carri merci.
La cooperazione Fs-Msc ha già mosso i primi passi con l’avvio, nel mese di settembre, di una collaborazione nel terminal portuale di Gioia Tauro sui servizi di manovra e nel trasporto ferroviario tra la stessa Gioia Tauro e alcuni grandi interporti del Nord tra cui Bologna e Padova.