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DICEMBRE 2023 PAG. 12 - La sfida digitale per il futuro della marittimità italiana

 


La vocazione marittima italiana (la “marittimità”) è uno degli elementi cardine del sistema economico del nostro Paese, fondamentale per consolidare lo sviluppo e il futuro dell’Italia; una realtà che va incrementata e che trova nelle infrastrutture e nella tecnologia due fattori determinanti e funzionali alle sue aspettative di crescita. 

L’Italia è uno dei paesi con più attività lungo le coste - dalla pesca al diporto, dall’offshore all’industriale - una vocazione marittima, appunto, che la Guardia Costiera è pronta a supportare, anche raccogliendo la sfida della digitalizzazione, che oggi ci viene ad esempio proposta attraverso la creazione dell’interfaccia unica marittima europea, fattore ormai imprescindibile per gestire al meglio la logistica dei porti, con una standardizzazione delle metodologie e un’accessibilità sempre più profonda e rapida in favore dell’utenza. Un processo per il quale il Comando Generale delle Capitanerie di Porto - Guardia costiera è stato designato Autorità competente nazionale con Decreto interministeriale n°135 del 30 agosto 2023.

Un processo così importante, come la transizione digitale, non è certo un obiettivo raggiungibile in breve tempo. È un cammino lungo e articolato, ma soprattutto è un processo coerente e collettivo guidato da norme nazionali e unionali. Ed è proprio in tale direzione che si pone il primo workshop organizzato l’11 settembre 2023 dal Comando Generale sull’European Maritime Single Windows environment (EMSWe), con l’obiettivo di avviare un dialogo tra pubblico e privati sul sistema di “interfaccia unica marittima europea” che entrerà in vigore nel 2025. 

Il 15 agosto del 2025, data prescelta per l’entrata in vigore dell’EMSWe, sarà una giornata di svolta per la marittimità italiana ed europea. Quel giorno le navi che approderanno in ogni porto dell’Unione Europea avranno un’interfaccia unica a cui inviare le informazioni. I comandanti delle navi, infatti, parleranno una sola volta con un’Autorità nazionale di riferimento – nel caso italiano la Guardia Costiera – che poi distribuirà le informazioni agli altri soggetti interessati. Un decisivo passo avanti per tutta la comunità marittima internazionale, sia in termini di sicurezza che in termini di efficienza e semplificazione burocratica.

Le profonde innovazioni che si stanno sviluppando nel settore, ci impongono l’obbligo di affrontare senza remore le sfide della modernità e le Capitanerie di porto - Guardia Costiera vogliono farsi trovare pronte per rispondere alle molteplici esigenze dell’utenza, restando al passo con i cambiamenti attuali, anche giuridici. Per questo stiamo progettando passi avanti su più fronti: quello amministrativo, quello operativo, quello organizzativo. 

Nella visione più attuale, la trasformazione digitale prevede la “reingegnerizzazione” dei processi amministrativi e dei servizi delle pubbliche amministrazioni, anche attraverso la semplificazione delle norme, lo sviluppo di nuove infrastrutture tecnologiche, il riuso del dato strutturato e la rimodulazione organizzativa con l’acquisizione di nuove competenze digitali per i propri dipendenti. Tutto ciò al fine di erogare servizi sempre più semplici ed efficienti ai cittadini e alle imprese.

La digitalizzazione non è uno slogan o un esercizio di stile. La Guardia Costiera italiana ha avviato questo processo alcuni anni fa col cosiddetto pre-clearing, che rappresentava già allora un supporto essenziale all’Agenzia delle Dogane per anticipare le pratiche di sdoganamento. Se una volta per consentire la partenza di una nave occorreva una persona che si presentasse fisicamente presso le nostre Capitanerie di porto con dei grossi libri e registri, oggi la stessa cosa la si fa con un tablet, inserendo tutte le informazioni su un supporto informatico e ciò rappresenta anche un cambiamento epocale per quanto riguarda l’approccio con la pubblica amministrazione. Se una nave vede ridursi i tempi di permanenza in banchina e di conseguenza abbatte il consumo di carburante, di inquinamento e rumori, vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta e necessaria anche in termini di sostenibilità ambientale. 

Ovviamente, il processo di digitalizzazione non può essere un sistema stand alone, è al contrario un sistema in cui risulta necessaria un’interfaccia costante tra privati e pubblica amministrazione, che porta benefici al cittadino in maniera concreta, nella vita di tutti i giorni. 

Questo rilevante lavoro al servizio della marittimità, intesa nel senso più ampio del termine, vede la Guardia Costiera italiana naturale protagonista, e potrà essere realizzato in parte in house, in parte attingendo a risorse già esistenti, come Sogei - la Società Generale d’Informatica S.p.A controllata al 100% dal Ministero dell’Economia. 

All’adeguamento delle infrastrutture e dei servizi, si affianca inderogabilmente anche la componente umana. La Guardia Costiera non può infatti prescindere dall’investire nella formazione delle donne e degli uomini del Corpo affinché siano preparati ad affrontare le sfide del futuro. Un esempio è l’opportunità, attualmente in valutazione, di garantire a personale selezionato l’accesso a lauree triennale e master nelle nuove scienze informatiche e digitali. 

Il mondo marittimo è certamente un mondo più complesso di quello terrestre e la Guardia Costiera italiana - per la specificità del lavoro svolto e in forza dell’esperienza maturata in quasi 160 anni di servizio per il mare - può e deve fornire il proprio contributo per seguire la giusta rotta e traguardare con successo l’obiettivo, e permettendo così all’Italia di continuare a competere a livello internazionale anche in questo strategico settore.

Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di porto
Guardia Costiera, Ammiraglio Isp. Capo (CP) Nicola Carlone
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