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DICEMBRE 2023 PAG. 96 - Interporto Padova consolida le relazioni con il Nord Europa

 



Si rafforzano le relazioni intermodali ferroviarie fra la Polonia e Interporto Padova individuato come hub privilegiato per il Sud Europa. L’operatore polacco PCC, con il quale è già avviata una solida partnership ha confermato che Padova è il terminal ideale per poter smistare traffico marittimo proveniente dalla Polonia e dall’area scandinava in tutta la portualità italiana. Il primo risultato dell’incontro è che le attuali due circolazioni settimanali tra la Polonia e Interporto Padova vengono portate e tre. Intanto continua il traffico di tank container dal terminal polacco di Gliwice con prodotti del settore agro alimentare provenienti dall’Ucraina e si sviluppano anche i servizi di carattere doganale. I collegamenti sono instradati attraverso Tarvisio, uno dei pochi valichi ferroviari con il Centro Nord Europa a non avere problemi né di congestione né infrastrutturali, a garanzia di un servizio sempre puntuale. Intanto sono già emerse ulteriori prospettive di collegamenti intermodali che confermano la vocazione all’export dell’area produttiva del centro Veneto anche verso i mercati nord europei e scandinavi grazie ai servizi dell’hub padovano.

Interporto Padova infatti è oggi non solo uno dei principali interporti italiani ma sicuramente quello più avanzato da un punto di vista dell’innovazione tecnologica.  Una realtà di primo piano della logistica, che si sviluppa su una superficie in proprietà di oltre 1 milione di mq, e dispone di un’area ferroviaria e terminalistica di circa di 500 mila mq che è il vero cuore delle attività intermodali. È l’unico interporto italiano a essere proprietario e gestore del terminal intermodale, nel quale cinque modernissime gru elettriche a portale per la movimentazione di container e semirimorchi operano lungo i binari di carico scarico a modulo europeo da 750 metri. Da qui ogni anno partono e arrivano circa 8000 treni che collegano Padova ai principali porti italiani ed europei e ad alcuni importanti terminal terrestri in centro e nord Europa, movimentando poco meno di 400.000 tra container e semirimorchi. Un traffico, quello dei semirimorchi terrestri in forte crescita e che Interporto Padova sta sviluppando con iniziative ad hoc come il grande parcheggio da oltre 200 stalli accanto ai binari di carico/scarico dai treni. Tutto questo ha reso Interporto Padova leader nel settore dei terminal terresti e permette alle aziende del Veneto e del Nord Est di usufruire di servizi di trasporto efficienti e competitivi per i traffici internazionali. Un servizio fondamentale per l’economia di un territorio che nel 2022 ha esportato merci per 81,2 miliardi di euro pari a circa il 46% della ricchezza complessivamente prodotta nella regione. Ma Interporto Padova guarda già al futuro, puntando con convinzione su digitalizzazione, automazione ed energia da fotovoltaico. L’ultimo investimento è un impianto fotovoltaico con un sistema di accumulo della capacità di 1MWh che permette di utilizzare l’energia pulita e autoprodotta per alimentare le gru e le altre strutture del terminal. Negli ultimi 15 anni Interporto Padova ha investito massicciamente per rendere sempre più efficiente la propria attività: se l’adozione delle prime gru elettriche a portale è stato il primo elemento strategico che ha permesso di aumentare l’efficienza, in seguito l’hub padovano ha puntato su digitalizzazione e automazione. Grazie alla digitalizzazione che ha permesso di dematerializzare le procedure, sono già stati automatizzati i gate di ingresso e uscita dei camion riducendo i tempi per le operazioni di carico e scarico a meno di 30 minuti. Il prossimo passo è l’automazione delle operazioni delle gru elettriche a portale che, alla fine del complesso progetto, saranno completamente gestite da un apposito software. Interporto Padova con digitalizzazione, automazione, ricorso all’energia pulita da fotovoltaico è riuscito a far crescere in modo significativo la produttività del terminal, senza aumentarne la superficie e quindi senza ulteriore consumo di suolo, diminuendo allo stesso tempo l’impatto ambientale delle proprie attività.  Esattamente quello che le imprese oggi chiedono alla logistica moderna.


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