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DICEMBRE 2023 PAG. 74 - Solacem, ruolo di riferimento per lo sviluppo del territorio

 


Messo nelle migliori condizioni operative, il porto di Torre Annunziata potrebbe giocare un ruolo importante nello sviluppo delle attività marittime della Campania, consolidando ulteriormente il suo ruolo di riferimento per lo sviluppo dell’economia del territorio circostante. Ne è convinto Giuseppe Rocco, General Manager di Solacem, principale terminalista dello scalo, alle prese con il riassestamento delle supply chain servite e l’esigenza di interventi infrastrutturali in grado di assecondare al meglio i cambiamenti del mercato. «Negli ultimi anni abbiamo allargato le gamma dei prodotti movimentati specializzandoci anche nel break bulk, in particolare nei metalli non ferrosi come l’alluminio nelle sue varie forme. Fermo restando la storica attività del porto legata ai cereali che operiamo potendo contare su un silos e un terminal collegato con capannoni. Ad esclusione del 2021, anno in cui si sono registrati gli effetti negativi della pandemia, ci siamo assestati stabilmente attorno al mezzo milione di tonnellate di merce movimentata. Il che giustifica la nostra pretesa a non considerare Torre Annunziata semplicemente come un “porto minore”».   

Quali sono i principali mercati produttivi che fornite?  

Nel settore dei cereali forniamo la maggior quantità di prodotto movimentata nell’ambito del Golfo di Napoli in una regione come la Campania che rappresenta il punto di riferimento per l’intero Centro e Sud Italia. Di fatto serviamo la filiera alimentare legata alla produzione diretta all’alimentazione umana per prodotti di largo consumo come pane, pasta, biscotti mentre, grazie al rafforzamento delle strutture produttive sul territorio regionale e nelle aree limitrofe ci siamo ritagliati un ruolo sempre maggiore nella filiera della mangimistica, con i traffici principalmente incentrati su mais e farina di soia.  

Con il conflitto in Ucraina è cambiata l’operatività del terminal?

All’inizio c’è stata una grossa difficoltà di approvvigionamento per i difficili collegamento con il Mar Nero. La situazione si è via via assestata portando con sé un cambiamento dimensionale nelle navi da servire. Alle unità di piccola taglia perfettamente in linea con le dimensioni del nostro scalo si sono sostituite navi molto più grandi, del tipo panamax, fino a 70mila tonnellate, il che ha determinato una riorganizzazione dei turni di lavoro fino a 15 ore di attività quotidiana: per rimanere competitivi è chiaro che bisogna sbarcare in modo più veloce ed efficiente.   

L’infrastrutturazione delle banchine vi aiuta?  

C’è un atavico problema legato ai pescaggi. Sul tema c’è stato un importante investimento da parte della Regione Campania che ha impegnato 20 milioni di euro dai fondi europei per interventi di dragaggio. Ma l’intervento non è bastato. È vero che a Torre Annunziata oggi attraccano navi da 200 metri, ma in generale, veniamo scalati come ultima tappa, dopo ad esempio porti come Ravenna e Pozzallo, proprio a causa del pescaggio insufficiente.   

Quanto pesa l’attività di Solacem per il territorio?

È con una certa fierezza che posso rispondere: moltissimo. Negli anni siamo riusciti a movimentare tra i 16 e i 18.000 camion di cereali e 2.500 camion di alluminio alimentando lavoro stabile e duraturo con una manodopera di circa 100 unità lavorative, al netto di tutti gli operatori dell’autotrasporto che gravitano attorno alle banchine. L’obiettivo da parte nostra è mantenere e se possibile ampliare questa attività attraverso un articolato piano di investimenti.    

Quali sono i principali interventi in questa direzione?

Nel 2010 abbiamo abbattuto e ricostruito ex novo il nostro silo. Si tratta di un intervento, credo, unico in Italia. Contestualmente, e prima che venissero introdotti gli incentivi di “industria 4.0”, abbiamo introdotto in sistema completamente automatizzato di sbarco gestito da 3 PLC. Nel 2019 abbiamo comprato una prima gru a portale per lo scarico in pronta uscita di cereali e altri prodotti ed ora stiamo affrontando quello che consideriamo il vero e proprio salto di qualità: l’acquisto di una gru più grande e performante che affiancata all’ampliamento dei nostri sistemi fotovoltaici punta alla piena sostenibilità ambientale.

Maurizio De Cesare

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