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DICEMBRE 2023 PAG. 78 - Logistica, trovare equilibrio tra realtà industriali e “sartoriali”

 


Tre generazioni impegnate nel settore delle spedizioni internazionali, integrate via via con servizi, tra i tanti, di assistenza e consulenza doganale, deposito e stoccaggio merci, permettono ad Antonio Sticco (Sticco Sped Srl) di illustrare i grandi cambiamenti che hanno rivoluzionato la logistica negli ultimi decenni. Compreso l’ultimo triennio, caratterizzato dalla crisi pandemica e dall’esplosione, sotto forma di conflitto armato, delle tensioni geopolitiche. 

Come sta evolvendo la logistica?

L’effetto paradossale del Covid è stato quello di far conoscere al grande pubblico l’importanza di questo settore per il benessere complessivo della società. Una conseguenza da non sottovalutare, poiché mette finalmente sotto la lente d’ingrandimento dei decisori politici la necessità di interventi da dedicare allo sviluppo di questo particolare segmento industriale. L’altra “rivoluzione” è stata l’introduzione massiccia della digitalizzazione che ha portato ad una diversificazione delle specializzazioni e dei servizi offerti al sistema produttivo. Con una netta distinzione tra grandi e piccole realtà imprenditoriali. 

Con quali conseguenze?   

Sul lungo tempo il risparmio delle pratiche burocratiche inutili ha permesso a molte realtà del settore di orientare il proprio personale verso altri compiti, favorendo la convivenza di due ordini di grandezze: quelli che per semplicità possono essere considerati gli industriali e gli artigiani del trasporto e della logistica. Due categorie che in modi differenti hanno dimostrato di saper affrontare una crisi impronosticabile come la pandemia, con tutte gli effetti che ne sono derivati.      

Non teme la prevalenza di soggetti industriali sempre più grandi? 

Al contrario, credo che le rispettive caratteristiche e competenze operative possano integrarsi. Il sistema del trasporto, in generale, ha tutto l’interesse a dividersi i compiti, esaltando la sua funzione rispetto all’industria manifatturiera. A patto che le realtà che mi piace definire “sartoriali” si dotino di tutti gli strumenti per venire incontro alle mutate esigenze della propria clientela.    

Come sono cambiati i traffici negli ultimi tre anni?

Il Covid ha avuto conseguenze molto negative nella gestione delle merci immagazzinate. In molti settori il superamento dei lockdown non è corrisposto alla vendita di tutti prodotti immobilizzati, poiché il consumo si è orientato verso attività come crociere e viaggi, una sorta di “liberazione” psicologica dai divieti. E questo ha avuto conseguenze economiche per il settore che si registrano ancora oggi. Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina abbiamo registrato, sulla nostra attività tradizionale come la moda e i prodotti alimentari su alcune destinazioni, flessioni del 20-30%. Anche il recentissimo conflitto in Medioriente sta avendo ripercussioni pesanti: i collegamenti con il Nord Africa scontano perdite di circa il 40%. E se la situazione non si appianerà temo che il trend peggiorerà ulteriormente. 

Cosa si aspetta per il prossimo futuro?

Il concetto è semplice ed è inscritto nell’identità stessa del buon imprenditore: non adeguarsi alle negatività ma reagire trovando nuovi sbocchi, offrendo una qualità del servizio sempre più alta.

M.D.C.

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