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DICEMBRE 2023 PAG. 62 - Accademia Italiana Marina Mercantile, rotta sul futuro

 


Nell’arco di neanche due anni, il mondo ha fatto un grosso salto nel tempo. Se avanti o indietro, sarà poi la storiografia a indicarlo. Ma è chiaro che le turbolenze geopolitiche hanno avuto un’evoluzione molto netta dopo l’entrata in guerra della Russia in Ucraina, rompendo quel fragile equilibrio che si andava ricreando a seguito della pandemia da Covid. Il mondo del mare e della logistica hanno vissuto anch’essi momenti di forte instabilità, e solo adesso sembra essere tornata una quiete apparente sul mercato, anche se è chiaro che nulla ora è in equilibrio, e basta poco perché i noli tornino ad alzarsi, o il prezzo dei carburanti possa innescare agitazioni e rivolte. In questo quadro si muove la logistica italiana, che da una parte fatica a trovare nuovi addetti specializzati, mentre dall’altra lavora per alzare il tiro sulla formazione tecnica. “L’anno che va chiudendosi rappresenta un momento di cambiamento anche per noi”, racconta Paola Vidotto, Direttrice dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile, punto di riferimento nazionale per la formazione in ambito marittimo e logistico. “Il nostro progetto di creare una nuova sede per la struttura, che possa essere però un volano di crescita per l’intero cluster marittimo, è stato approvato e supportato dagli enti locali e nazionali, e rientra nei finanziamenti del PNRR. In queste settimane partiranno i lavori edili di ricostruzione e riqualificazione del Palazzo Tabarca, nel cuore della vecchia darsena di Genova. E qui troveranno spazio, entro i prossimi tre anni, decine di aule attrezzate per la formazione professionale di alto livello, un centro di simulazione all’avanguardia sviluppato con importanti realtà industriali, spazi per ospitare i più rilevanti enti internazionali. Non avremo solo una nuova casa; avremo un nuovo livello di lavoro, al servizio del sistema ITS italiano e non solo”. Sono oltre 300 le posizioni aperte nel corso del 2023 dall’Accademia di Genova, che opera su più ambiti del settore marittimo. Dagli ufficiali di coperta a quelli di macchina, dai commissari di bordo ai cuochi, dagli adult animator per le navi da crociera agli operatori di manovra nel mondo ferroviario. “Sappiamo che la logistica non è più di fronte a un bivio, ma ha già fatto una scelta a livello mondiale. Si è deciso di puntare sulla tecnologia, sull’innovazione, su nuovi carburanti e nuove tipologie di navi. E da questa pratica non si torna indietro. Per questo motivo alla fine del 2021 avevamo promosso un piano di sviluppo dell’Accademia che andasse a incontrare e soddisfare le domande delle aziende, del mercato nel suo complesso. Ma prima di tutto era necessario capire di cosa avesse bisogno la cosiddetta “Blue Economy”. Abbiamo parlato con gli operatori, con le AdSP e con le parti sociali, e abbiamo somministrato sondaggi specifici ai terminal portuali. Dalle esigenze - spesso anche vaghe dei player stessi - abbiamo costruito i nuovi corsi ITS”, racconta ancora appassionata Vidotto, che dal 2019 guida le due sedi genovesi dell’Accademia - una a Genova e una ad Arenzano. “Il cuore del nostro istituto è pubblico e tale rimarrà. Per noi è anche un orgoglio poter dare risposte puntuali al mondo privato pur lavorando in un ambito finanziato esclusivamente da fondi ministeriali e regionali. In questi ultimi due mesi abbiamo chiuso gli avvisi di selezione per i nuovi corsi ITS da “Shipmanager”, per gli operatori di manovra ferroviaria, per i commissari di bordo e per la logistica. Corsi che in passato hanno portato le classi ad avere, a fine percorso di studio, un tasso di occupazione superiore al 95%, con la possibilità per gli allievi di entrare nel mondo del lavoro dalla porta principale. Perché la natura stessa dei corsi così modellati - con un impianto standard di formazione pubblica e un percorso specifico pensato con le aziende - li porta presto in stage estremamente particolari e proficui”.

Le figure professionali richieste sono sempre più peculiari, eppure ci sono professioni che è difficile reperire. “Il settore dell’hotellerie di bordo fa fatica, è innegabile - continua ancora la Direttrice dell’Accademia - La ristorazione soffre a tutti i livelli, soprattutto a terra, e sconta anche un cambio di mentalità che osserviamo e che cerchiamo di capire. Ma certamente è difficile credere che in Italia siano pochi i giovani che vogliano cimentarsi nella professione del cuoco o del pasticcere di bordo, anche perché sono corsi estremamente professionalizzanti che consentono di sviluppare competenze uniche, spendibili poi in molti modi nel corso della carriera. Detto questo, vediamo però come ci sia sempre maggiore interesse da parte del settore di avere figure giovani, altamente specializzate e fresche per settori che sono in forte trasformazione. Dalla gestione delle banchine che vanno spedite verso la digitalizzazione e forse l’automazione, alla cantieristica navale, servono allievi pronti e preparati, che conoscano già bene il contesto del lavoro in cui si muovono”.

Se l’Accademia dovesse dare un suggerimento al MIT, che cosa chiederebbe?

“Di aprire un tavolo di discussione serio sull’apertura dei corsi anche ai cittadini extraeuropei. Ci sono tante possibilità di integrazione, e il settore soffre per la mancanza di manodopera specializzata. Basterebbe decidere di aprire le porte a chi bussa per entrare”.

Red.Mar.

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