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DICEMBRE 2023 PAG. 94 - La piattaforma e-learning dell’Autorità dei fondali marini

 


L’Autorità internazionale dei fondali marini ha lanciato una nuova piattaforma formativa online denominata “Deep Dive”, finalizzata alla formazione della cittadinanza, degli attivisti ambientali e degli esperti underwater sul lavoro, le tematiche e i dossier dibattuti all’interno dell’Autorità internazionale dei fondali marini (ISA). Il programma di formazione e informazione online è in linea con il mandato dell’ISA, finalizzato a progettare e ad implementare i meccanismi internazionali e di ricerca scientifica per far conoscere l’azione degli Stati marittimi e insulari in via di sviluppo. Il corso di formazione (raggiungibile al seguente link: https://deepdive.isa.org.jm/) è stato concepito e ideato da esperti internazionali, con il supporto di numerosi partner. Il corso online è diviso in tre moduli immersivi e composto da diversi paragrafi che offrono un insieme di lezioni atte a garantire il successo del trasferimento delle conoscenze fondamentali sulla tematica underwater, con un certo grado di flessibilità per soddisfare le preferenze personali del discente. A conclusione dei lavori formativi, il discente riceverà un certificato di attestazione corrispondente al livello di formazione raggiunto. L’Autorità internazionale dei fondali marini è da anni al centro di un inteso dibattito mondiale sulle prospettive future dello sfruttamento dei fondali marini. Un dibattito che merita conoscenza, attenzione e informazione anche da parte dei cittadini di tutto il mondo. 

Dal 2011 l’ISA sta lavorando ad un regolamento unico che copra le attività estrattive dei fondali marini e se per quanto riguarda le licenze di esplorazione esiste una procedura ufficiale identificata tra il 2012 e il 2013, ciò non è vero per le innumerevoli tematiche economiche correlate e per la totale sicurezza dell’ambiente marino. Una campanella d’allarme sugli effetti di questo prolungato processo normativo è rappresentata dalla richiesta fatta dall’isola di Nauru che, con il supporto di una compagnia mineraria canadese, ha fatto appello all’accordo del 1994 relativo all’implementazione della parte XI della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare che impegna l’Autorità internazionale dei fondali marini, su richiesta di una delle parti contraenti, in un effettivo dispiegamento procedurale e normativo sullo sfruttamento dei fondali. Le ricchezze dei fondali marini interessano numerosi Paesi e colossi economici industriali, estrattivi e logistici. 

Non casualmente le notizie di nuovi coordinamenti scientifici e industriali nel campo del deep sea mining da parte di attori pubblici e privati emergono con frequenza, data l’urgenza delle varie realtà geopolitiche di porsi ai vertici di questa possibile corsa alle risorse minerarie. Proprio per questa ragione le nazioni europee e nord americane più industrializzate chiedono attenzione e maggior controllo sugli effetti ambientali e per accrescere la formazione e la comprensione delle procedure estrattive da parte dell’informazione pubblica, mentre il modello economico asiatico, con il dominio delle istituzioni e degli apparati economici cinesi, chiede di affrettare i tempi del dibattito pubblico e i vari studi sugli effetti ambientali, consentendo una maggior apertura per aumentare la disponibilità di risorse essenziali e alleviare così la dipendenza da fonti esterne.

Domenico Letizia

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