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DICEMBRE 2023 PAG. 98 - Imat - Nuovi investimenti per rimanere all’avanguardia

 


Shipping e logistica cambiano ad un ritmo esponenziale. Ambienti di lavoro e processi operativi diventano più complessi, anche a causa dell’applicazione delle nuove tecnologie che dettano nuovi riferimenti. È una rivoluzione che non può prescindere dal fattore umano. «La competitività si gioca anche sulle competenze degli equipaggi. E il ruolo giocato dal mondo della formazione diventa fattore qualificante nell’interpretare e anticipare al meglio l’evoluzione complessiva di un settore strategico come la Shipping Industry». 

Il Capitano Rosario Trapanese, fondatore di IMAT, il più grande e avanzato centro di training nel settore marittimo ha intrapreso questa strada fin dalla fondazione del centro, confermando nel corso di questo 2023 una vocazione incentrata sull’innovazione continua. 

«Le nuove tecnologie che stanno cambiando le navi si ripercuotono anche sui livelli di preparazione dei marittimi. Chi si occupa di addestramento deve investire per poter rispondere in tempi strettissimi all’entrata in servizio di navi sempre più sofisticate e complesse sotto l’aspetto operativo».  

La risposta di IMAT rispetto a questa esigenza si basa su tre pilastri, più un pre-requisito – la conoscenza della lingua inglese, strumento essenziale per operare nell’ambito dello shipping – cui devono sottostare sia i formatori sia i marittimi. 

«Per garantire la competitività degli equipaggi il mondo della formazione non può prescindere da livelli di qualità dell’offerta sempre più alta. Per raggiungere quest’obiettivo serve investire in modo ingente sulle risorse umane, attingendo a personale specializzato giovane e motivato; sulle nuove tecnologie, in grado di replicare nel modo più realistico possibile le condizioni operative a bordo; in strutture, poiché attrezzature di questo tipo hanno bisogno di spazi e servizi adeguati». 

Tutti traguardi che il centro di Castel Volturno sta perseguendo con un ambizioso piano di rinnovamento. A partire da una internazionalizzazione sempre più spinta (i 50-70 corsi settimanali sono frequentati da marittimi provenienti da 154 paesi), il management del training center punterà anche nel 2024 a consolidare punto per punto la sua visione peculiare dell’offerta formativa. 

Nello specifico, Trapanese parte dalle caratteristiche dell’istruttore-tipo: «comandanti, direttori di macchina, primi ufficiali, tecnici e tutte le altre figure che completano la filiera operativa i quali, raggiunto il picco della carriera, tra i 40 e i 50 anni, fanno una scelta di vita precisa: lavorare per un centro di addestramento, mettendo a disposizione le loro competenze in un percorso lavorativo che a sua volta comporta un continuo aggiornamento». Una scelta che determina un impegno continuo: «I nostri istruttori si sottopongono, spesso più volte all’anno, a corsi di formazione presso i maker, i partner tecnici, le compagnie con cui lavoriamo a stretto contatto. Si tratta di un investimento considerevole, sotto l’aspetto economico, ma la scelta di non rivolgersi a personale pensionato o con certificato di competenza in scadenza ci permette di proiettare l’impegno professionale del nostro team di istruttori su un arco temporale di 20-25 anni». 

Per quanto riguarda il tema dell’innovazione tecnologica IMAT ha in programma novità che, come si accennava sopra, configurano un vero e proprio cambio di paradigma per il settore di attività della formazione. Si lavorerà, nello specifico, alla messa a punto di nuovi bridge, basati su impianti veri. «Con un sistema che integra tutti gli elementi reali presenti sulla nave, a cominciare dai motori, si va oltre il concetto di simulazione, permettendo ai corsisti di confrontarsi con una esperienza vicinissima alla realtà. Dunque, non acquisiremo più simulatori ma impianti veri e propri che saranno trasformati e adattati per la simulazione. Questo ci porterà alla realizzazione di due nuovi sistemi in scala reale (la larghezza totale sarà di 39 metri) con un ponte di comando di 27 metri di larghezza». 

Dotarsi di strutture del genere, comporterà un ulteriore impegno: la revisione degli spazi entro cui operare. 

«Le nuove attrezzature avranno bisogno di circa 700 metri quadri con uno schermo di proiezione di altezza superiore ai 9 metri e di oltre 50 metri lineari, risultando così il più grande sistema di addestramento navale mai realizzato. E anche su questa esigenza stiamo lavorando alacremente per presentare importanti novità nella nostra offerta quanto prima».  

In conclusione, «si tratta di un percorso lungo, articolato e costoso. Ma per quanto concerne la nostra parte siamo consapevoli degli sforzi e dei sacrifici da mettere in campo anche per il prossimo anno per porci al servizio dell’armamento italiano».

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