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LUGLIO 2023 PAG. 18 - Zes Sicilia Occidentale, servizi necessari per infrastrutture

 


Inteviste a cura di Maurizio De Cesare


Da liberale convinto il Commissario straordinario della ZES della Sicilia Occidentale, Carlo Amenta, sta riuscendo a coronare un sogno: «Vedere lo Stato funzionare in maniera efficiente, creando condizioni favorevoli allo sviluppo del territorio». A poco più di un anno dalla piena operatività dello sportello unico, vera e propria data di nascita della ZES, dopo l’istituzione ufficiale del 2019, fa un primo bilancio del percorso seguito fin qui. 

Quali tipo di insediamenti produttivi ha attirato la ZES?

Ad oggi (inizio di luglio, ndr) abbiamo dato il via libera a sette autorizzazioni e a breve ne rilasceremo altrettante. Tra le iniziative più importanti il supporto al completamento di una attività preesistente come il Rimed, il centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica che stiamo supportando attivamente con il completamento delle infrastrutture viarie di collegamento all’autostrada. L’obiettivo è farne un punto di riferimento del settore di eccellenza mondiale. Poi ci sono le richieste in segmenti produttivi di grande valore aggiunto come la meccatronica, la produzione di schede elettroniche, l’automotive. La ZES sta attivando un grande interesse anche da parte di importanti gruppi internazionali specializzati in logistica e distribuzione.   

Il che rende ancora più strategici gli interventi di rafforzamento infrastrutturale…  

Ci stiamo muovendo per dotare tutto il territorio di competenza dei servizi minimi di infrastrutturazione. Sono previsti lavori su Trapani per 18 milioni di euro mentre ci siamo fatti carico come stazione appaltante di circa 54 milioni di euro a valere sui fondi del PNRR a Palermo per la qualificazione di Costa Sud, in prossimità della zona di Brancaccio. Inoltre lavoriamo fianco a fianco con la Regione per la programmazione 2021-27. Sotto questo aspetto è stata necessaria una vera e propria ricognizione delle necessità infrastrutturali incentrata sostanzialmente sulle opere di ultimo miglio e di collegamento tra gli assi che collegano porti e aeroporti. 

Quale ruolo giocherà Termini Imerese in questo scacchiere?

Si tratta di una delle aree più importanti in assoluto essendo stata destinata dall’AdSP, per il tramite del nuovo Piano Regolatore, a scalo industriale della Sicilia Occidentale nell’ambito di una divisione dei compiti che vede il porto di Palermo più concentrato sul segmento passeggeri. Non a caso per Termini siamo intenzionati a chiedere l’istituzione della zona franca doganale nell’ottica di sfruttare nel modo migliore le aree libere a disposizione. Anche in questo caso le prospettive sono molte interessanti con interlocuzioni avviate per la realizzazione di impianti di derivati dell’alluminio. L’ideale sarebbe coinvolgere un grande investitore in grado di favorire lo sviluppo di un cluster produttivo. 

In merito alla recente firma del protocollo di legalità, quali sono le sue caratteristiche?

Ci siamo mossi su un doppio binario. È uno strumento specifico dedicato alla ZES e costruito insieme alle prefetture di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta con l’obiettivo preciso di coprire non solo il fianco degli appalti del PNRR ma anche di alzare l’asticella della legalità sui processi relativi alle autorizzazioni uniche imponendo una serie di controlli in cantiere che dovrebbero scoraggiare l’utilizzo fraudolento dei subappalti. 

Il rapporto con la ZES della Sicilia Orientale? 

Sommando gli ettari delle due zone arriviamo più o meno ad un’estensione simile a quelle delle ZES della Campania o della Puglia. Da qui, l’idea condivisa con il collega Di Graziano, di procedere parallelamente pur nella consapevolezza delle differenti vocazioni, più industriale e manifatturiera per la parte orientale, più incentrata sulla ricerca e la logistica per quella occidentale. L’idea è quella di favorire la complementarietà anche attraverso una stretta interlocuzione con le istituzioni regionali. 

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