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LUGLIO 2023 PAG. 12 - Interporto Padova festeggia 50 anni di crescita e successi

 



Focus dedicato al 50° anniversario dell’Interporto di Padova a cura di Giovanni Grande


“Il tempo si misura in trasformazioni”. E la storia cinquantenaria dell’Interporto di Padova ben si adatta a questo adagio. Pochi stralci tratti da questa lunga vicenda testimoniano come intorno all’intuizione del Pof. Mario Volpato, primo presidente dell’interporto, si intersechino il piano nazionale e quello territoriale, anticipazioni fulminanti (a cominciare dall’uso del neologismo, al posto del meno fortunato “autoporto”) e sovrapposizioni congiunturali: la capacità iniziale di finanziarsi tramite l’intervento statale, in un’epoca, a cavallo tra gli anni ‘70 e gli ’80 di alti tassi; l’adozione del primo piano di programmazione, vero e proprio ingresso della logistica italiana in una visione pienamente moderna; il terminal di proprietà; il servizio cityporto, oggi considerata una best practice continentale nella distribuzione urbana delle merci con mezzi a basso impatto ambientale; l’impiego delle gru a portale. Altrettante se ne potrebbero individuare e raccontare per tracciare la traiettoria di un’esperienza che è innanzitutto territoriale, frutto di una sinergia tra istituzioni che hanno ben chiaro il valore promozione costituito da un’infrastruttura ben piantata nel cuore dell’Europa logistica. 

A mezzo secolo di distanza, nell’Aula Magna di Palazzo Bo dell’Università di Padova si è deciso di celebrare proprio questo modello di successo indicando con nettezza le nuove sfide da intraprendere. Ben rappresentate dall’innovativo progetto di impianto fotovoltaico ad accumulo di energia per alimentare le gru elettriche del Terminal Intermodale. 

«Le sfide future si giocheranno lungo due indirizzi: l’automazione e la sostenibilità energetica, ambientale ed economica» conferma a PORTO&interporto, il presidente di Interporto di Padova, Franco Pasqualetti. «Negli ultimi quindici anni abbiamo investito oltre 100 milioni di euro e la programmazione per il prossimo decennio ne prevede altri 30».  

Tra i principali interporti italiani, dal 2013 “nodo core” della rete europea TEN-T del trasporto merci, Padova si distingue per la sua peculiare natura “pubblica”. Nel duplice significato di azienda partecipata da Comune, Provincia e Camera di Commercio e di azienda a servizio di tutte le imprese operanti sul mercato. Unica struttura proprietaria e gestore del terminal intermodale è già pienamente impegnata nella realizzazione della logistica del futuro, grazie all’intermodalità ferrovia-strada, alla digitalizzazione delle procedure, all’automazione delle operazioni e all’obiettivo dell’autonomia energetica che sarà garantito dal nuovo impianto fotovoltaico con potenza 1MW. 

La caratteristica che rende unico questo nuovo impianto sperimentale realizzato da OmnisPower Italy è la presenza di un sistema di accumulo dell’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici, in modo da disporre dell’energia anche di notte e quando le condizioni meteo non permettono a una produzione sufficiente a soddisfare le necessità del terminal. 

«L’obiettivo è duplice: autoprodurre l’energia elettrica necessaria al Terminal, in modo da proteggersi da possibili perturbazioni del prezzo dell’energia, e dall’altro rendere sempre più pulita e sostenibile la propria attività logistica al servizio dell’economia di Padova e di tutto il Nord Est». 

Già nel 2010 l’Interporto ha inaugurato un impianto montato sulle coperture dei suoi magazzini e tuttora in attività che ha una potenza di 13 MW, pari a quella necessaria ad alimentare i consumi di un abitato di circa 5000 abitanti.     

«Siamo una società a capitale pubblico, con bilanci strutturalmente in utile, a dimostrazione che quando un’impresa pubblica è ben guidata, ha una progettualità, può muoversi sul mercato non solo senza problemi ma anche diventando un punto di riferimento per le altre realtà a livello nazionale».  

Risultati in cui giocano un ruolo centrale la struttura “dedicata” ai bandi nazionali ed europei i quali «oltre ad essere intercettati vanno attentamente costruiti, rendicontati e realizzati» e all’adozione del piano strategico finanziario «che ci permette di monitorare gli andamenti del mercato e calcolare se gli investimenti sono sostenibili e possono avere ricadute positive».

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