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DICEMBRE 2022 PAG. 32 - Sconfiggere la burocrazia per far decollare il Sud Italia


 


La battaglia che si intesta ad ogni intervento è una costante di questi anni. Meno burocrazia, strumenti amministrativi veloci, leggeri ed efficienti per guidare meglio una macchina come l’ente portuale da cui dipende una fetta ben importante dell’economia regionale. Andrea Annunziata, presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale, sente l’incalzare delle sfide cui tutto il sistema italiano dei porti è chiamato a rispondere. Il traguardo, nemmeno tanto lontano, è il 2026, anno entro cui bisognerà completare gli interventi previsti dal PNRR. Opere che incideranno sulla capacità futura di affrontare i mercati internazionali facendo da supporto ad uno strumento come le ZES, ancora tutto da scoprire. In mezzo un anno come quello che volge al termine caratterizzato da innumerevoli difficoltà ma in cui si è impostato gran parte del lavoro a venire. 

«Il bilancio sotto l’aspetto dei traffici è complessivamente positivo, con un progressivo ritorno ai livelli pre-pandemia» spiega Annunziata. «Nel settore crociere Napoli si assesta su oltre 1,1 milioni di passeggeri mentre Salerno, dopo i dragaggi e i lavori all’imboccatura del porto, conferma con oltre 100mila presenza il suo crescente protagonismo in questo settore. Stesso discorso anche per il settore container, alle prese con l’andamento di un’economia mondiale con decisi segni di contrazione». 

In questo quadro il presidente dell’AdSP respira un moderato ottimismo grazie all’àncora costituita dall’approvazione del documento di pianificazione strategica, punto di partenza degli interventi più rilevanti sul medio/lungo termine che «a breve sarà discusso con tutti gli attori coinvolti». 

«Intanto, abbiamo concluso a tempo di record le sei gare previste per la progettazione degli interventi inclusi nel PNRR che impegnano 54 milioni di euro mentre si avviano a conclusione i lavori per la nuova stazione marittima del Beverello che entrerà in attività nel 2023».    

Tra le grandi scommesse dell’anno prossimo ci sarà senza dubbio lo sviluppo della strategia sulle energie rinnovabili che vede in primo piano il porto di Salerno con un progetto cominciato già da una decina d’anni per lo sfruttamento del moto ondoso (i cassoni Rewec che sfruttano l’energia prodotta dalle masse acquee per la produzione di energia elettrica montati lungo la diga foranea) e l’avvio del percorso che porterà all’elettrificazione delle banchine, tra i principali capitoli del PNRR dedicati al settore.  

«Per quanto riguarda questo punto l’intervento sarà collegato al lavoro che intendiamo svolgere su tutte le possibili applicazioni dell’idrogeno. Certo, si tratta di una tecnologia ancora in nuce ma probabilmente anche dell’opzione più valida per avere a disposizione corrente elettrica “pulita” per le nostre banchine: non avrebbe senso, d’altronde, limitarsi a spostare più a monte l’inquinamento attraverso la produzione di energia da fonti fossili». 

Sempre sotto l’aspetto energetico, dopo la bocciatura per la costruzione di un deposito di GNL nell’area portuale di Napoli, il dado è tratto: «forniremo il gas naturale liquefatto per le navi che usano questo tipo di trazione attraverso un sistema di bettoline». 

Resta la grande incognita delle ZES, strumento pensato per il rilancio economico dei territori italiani in difficoltà e, finora, se non proprio affossate di certo rallentate dall’eccessiva burocrazia. Lo scorso settembre Annunziata si fece promotore di una riunione di tutti i commissari straordinari delle zone economiche speciali per la messa a punto di linee comuni per velocizzare i tempi degli iter burocratici, almeno per quanto concerne le infrastrutture competenza. 

«Se in questo sforzo di coordinamento per creare un metodo di lavoro uniforme ci accompagna un pò di buona sorte e sale in zucca potremmo inaugurare una nuova visione economica per il rilancio del Sud Italia».

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