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DICEMBRE 2022 PAG. 80 - FerMerci - formazione contro la carenza di personale

 



La carenza di personale specializzato rappresenta un fattore di preoccupazione anche per il settore del trasporto merci ferroviario. Secondo FerMerci, l’associazione che raggruppa i principali operatori del comparto in Italia, mancano all’appello circa 3mila macchinisti e nonostante la disoccupazione giovanile diffusa “sono ancora inadeguati gli strumenti normativi necessari per il sostegno dell’attività formativa di nuovo personale”. 

Parte da queste premesse l’appello lanciato per un patto triennale per la formazione del personale di esercizio nell’ambito del primo appuntamento di “FerMerci in formazione”, iniziativa svolta in collaborazione con il Forum MercinTreno in cui si è discusso il ruolo dei fattori umani e organizzativi nei processi di miglioramento dei livelli di sicurezza dell’attività cargo ferroviaria. 

A fare il punto sulla situazione occupazionale, l’intervento dell’Ing. Vito Mastrodonato, Dirigente Responsabile della Divisione Passeggeri di Ferrotramviaria e FerMerci Settore Formazione, in un approfondimento che ha preso in considerazione la situazione generale a livello europeo. 

Il primo elemento di spicco è il forte invecchiamento della forza lavoro, soprattutto in paesi come Spagna, Grecia e Italia, dove “oltre il 50% dei lavoratori ha più di 50 anni e gli occupati under 30 rappresentano meno del 5% del totale”. 

Considerando la strategia scelta dall’Ue di ridurre il numero di Tir in circolazione sulle strade e trasferire dalla gomma al ferro i maggiori volumi possibili di merci sulle distanze superiori ai 300 chilometri “è ragionevole pensare che, nonostante le difficoltà del momento, il settore del cargo ferroviario sia destinato a crescere nei prossimi anni”. A maggior ragione in Italia che con una quota di mercato dell’11,9%, si pone al di sotto della media europea (16,8%), assai inferiore al dato della Svizzera e dell’Austria (intorno al 35%) e molto più bassa di quella degli Stati Uniti (46%). 

Tutti fattori che giustificano la ricerca di nuovo personale nei prossimi anni e le grosse potenzialità in termini occupazionali legate ad una formazione specifica.  

“Il 98% degli allievi che hanno frequentato i corsi per l’ottenimento di abilitazioni ferroviarie sono stati assunti entro i 6 mesi successivi da aziende del settore” ha confermato Mastrodonato.  

Oggi per formare un macchinista e renderlo operativo serve un percorso che va dai sei ai nove mesi. Da qui l’invito “a investire sulle risorse che dovranno essere pronte al momento della ripresa economica”. Serve un intervento che “orienti i giovani verso i settori che possono garantire una piena occupazione. La formazione è un investimento anticiclico”. 

La proposta avanzata da FerMerci, nello specifico, prevede la sottoscrizione di un piano straordinario con il sostegno dei ministeri dei Trasporti e del Lavoro. Come misura di incentivo alla formazione e assunzione del personale è stata avanzata l’idea di “un contributo economico, in forma di voucher, da erogare direttamente agli aspiranti ferrovieri”.

Tra gli altri temi affrontati nel corso del convegno la sfida rappresentata dalla “progettazione organizzativa” (dotare l’azienda di un assetto che consenta di affrontare l’incertezza, rendendo adeguata la sua capacità di elaborazione delle informazioni) curata dal Prof. Marcello Martinez (Università Vanvitelli); i processi necessari alla pianificazione di una formazione incentrata sulla sicurezza (Virginia Fanelli, Ferrotranvia); un “case study” sul ruolo del fattore umano nella sicurezza aeronautica (Francesco Bertaccini, SEA Milano); un’analisi sugli strumenti e i sistemi di sviluppo del personale per la riduzione del rischio da fattore umano (Maria Grazia Biggiero, Business Coach, Assessor Intelligenza Emotiva). 

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