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DICEMBRE 2022 PAG. 86 - Assospena, maggiore apertura verso la formazione

 



«Un anno abbastanza faticoso in cui con lo spirito di concretezza che contraddistingue la nostra azione siamo intervenuti per dare il nostro contributo al funzionamento della complessa macchina portuale, tra riunioni con le autorità, proposte operative, analisi sulla futura evoluzione della nostra professione». Sintetizza così il 2022 Augusto Forges Davanzati, presidente di Assospena, l’associazione degli spedizionieri doganali di Napoli.  

Qual è stata la principale criticità affrontata?

I problemi, e con loro la necessità di dare risposte adeguate al fine di facilitare l’operatività della nostra categoria, non sono mancati. Uno dei nostri maggiori impegni, da qualche tempo a questa parte, è focalizzato sulla risoluzione dei ritardi nei controlli doganali. Quest’anno abbiamo dovuto affrontare anche un rallentamento delle attività legate alla scannerizzazione dei container, legato ad un incremento delle operazioni derivanti dal sistema informatico, che ha penalizzato fortemente l’attività. Anche in questo caso l’associazione, con il coinvolgimento dell’agenzia delle dogane a livello centrale, ha dato il suo contributo per risolvere la questione assieme all’AdSP e a tutti i soggetti coinvolti nel processo. Uno spirito di collaborazione che abbiamo riscontrato anche nelle attività di confronto portate avanti con l’UVAC e i vertici degli Uffici Fitosanitari per affinare al meglio il coordinamento tra le parti.   

A giugno c’è stata l’Assemblea annuale, incentrata sul futuro della categoria…

Dai lavori è emersa come la figura del ruolo dell’AEO rappresenterà sempre più il pilastro di quella figura che potremmo definire il “doganalista 2.0”. Formazione continua, alzamento dell’asticella della qualità, valorizzazione del bagaglio di esperienze sono gli elementi su cui dobbiamo puntare con decisione in un momento in cui, come avviene anche in altri ambiti, le grandi compagnie armatoriali cominciano a sovrapporsi nell’offerta dei nostri servizi. 

Quale elemento dovrebbe far pendere la scelta verso il “doganalista puro”?   

La qualità delle risposte. Il grande armatore può garantire un servizio standard, più adatto alla movimentazione di merci come le materie prime “più semplici” da trattare lungo l’intera filiera del loro trasporto. Ma per i beni ad alto valore aggiunto serve un servizio su misura, la capacità di conoscere a fondo tutti i meccanismi delle procedure di controllo. Un plus che può essere garantito solo dal rapporto diretto con il cliente che possiamo offrire. 

Questo comporta una centralità nella formazione del personale…      

L’aggiornamento professionale costante e puntuale deve essere il vero must per la categoria. Piuttosto andrebbe operato un maggior coordinamento con scuole e università per formare i giovani che vogliono puntare a questa professione, attraverso appositi stage in azienda. Purtroppo registro a livello nazionale un problema di ricambio generazionale: è sempre più difficile trovare nuovo personale con un minimo di preparazione settoriale. Ci si affida nella maggior parte dei casi al passaparola. Questo anche perché molti dei lavori che si svolgono all’interno dell’ambito portuale sono poco conosciuti. Anche in questo caso servirebbe una maggiore apertura verso il mondo della formazione. Operare, insomma, per mettere in equilibrio la domanda e l’offerta di lavoro.   

In che modo la difficile situazione economica ha influito sulla vostra operatività?

C’è stato un momento critico con l’esplosione dei noli a partire dall’anno scorso. La maggior parte degli operatori, in un momento in cui molti tiravano la cinghia, ha dovuto rivedere l’approccio finanziario cambiando procedure, nei termini di pagamento o nella riscossione dei noli, per fare un esempio, consolidate negli anni. Con il riequilibrio registrato nel secondo semestre la situazione si è stabilizzata anche se restano tutte le incognite legate al ciclo economico del 2023. 

Quali prospettive per il prossimo anno? 

Puntiamo ad essere protagonisti attivi nei grandi processi di innovazione che stanno investendo il settore. La digitalizzazione sarà essenziale per semplificare i controlli ma anche per garantire all’interno delle aree portuali maggiore velocità di movimentazione della merce. La certezza dei tempi di attesa risulterà essenziale per garantire ad una realtà come Napoli la competitività sui mercati internazionali.    

G.G.

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