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DICEMBRE 2022 PAG. 40 - La logistica ha bisogno di regole, anche nuove

 



La logistica è un settore che dimostra una straordinaria capacità di innovare, di adeguarsi, ma soprattutto di crescere qualitativamente e quantitativamente. È cresciuto vertiginosamente, questo ha comportato che la realtà del lavoro si sia sviluppata senza che le regole che la sottendono abbiamo avuto parimenti un’adeguata riformulazione. In questa carenza di regole si annidano i maggiori rischi innanzitutto per le imprese, per le aziende connesse e anche per i lavoratori.

“Proprio con questa consapevolezza abbiamo predisposto una serie di progetti e suggestioni, che abbiamo presentato al precedente governo e che continueremo a proporre anche a quello nuovo - afferma Umberto Ruggerone Presidente di Assologistica - Penso alla legge sui pallet, alla modifica del codice civile, al progetto “cruscotto”, un impegno quello di Assologistica, quindi, principalmente riferito a sgombrare il campo da quelle incertezze o peggio inadeguatezze che la naturale evoluzione del mercato ha generato, anche a livello giuslavoristico. È  un impegno che ci siamo assunti e che vogliamo condividere per quanto possibile anche con le altre rappresentanze datoriali, cogliendo gli spunti che ci uniscono, ma è un impegno che chiediamo anche alle rappresentanze confederali dei lavoratori.

L’ultimo rinnovo contrattuale è avvenuto solo per la parte economica: gli aspetti retributivi sono un tema che può essere giusto e legittimo affrontare. Tuttavia non cogliere l’esigenza di modernizzare i contenuti del contratto significherebbe abdicare al nostro ruolo di rappresentanza di una filiera che cresce e che ha bisogno degli strumenti per farlo”.

Il tema delle norme che possono consentire agli operatori della supply chain in tutte le loro declinazioni di crescere è decisamente vasto: ad esempio, il tema dell’immobiliare logistico che risulta essere particolarmente a cuore alla categoria. L’immobiliare è l’hardware su cui si sviluppa l’applicazione logistica. Anche in questo caso la normativa attuale è antiquata è ampiamente inadatta.

“Ci troviamo quindi ad affrontare un momento di grande crescita – continua Ruggerone - di grandi opportunità, di grandi sfide. Il mercato della logistica sta cambiando: nuovi operatori approcciano nuovi mercati sostituendosi ai propri tradizionali fornitori, inglobandoli, ma soprattutto siamo di fronte all’esordio di un’epoca nuova. Il cambio di paradigma energetico comporterà significativi stravolgimenti nel sistema industriale delle due principali economie europee: la Germania e l’Italia, Paesi che hanno basato nello scorso secolo gran parte delle loro economie sulla tecnologia del motore termico. Le scelte compiute raccontano e racconteranno un’altra storia, materie prime semilavorati e prodotti finiti, centri di produzione e quindi catene logistiche andranno ripensate. Sfide imponenti e che solo con la condivisione tra committenza e logistica potranno essere affrontate e gestite”.

“Da tempo - ha proseguito Ruggerone - segnaliamo come l’incremento dei costi in tutti i settori eterogenei che la logistica ricomprende avrebbe prodotto segnali inflattivi importanti. Dinamiche indotte dalla pandemia e dalla guerra: è come se la storia fosse tornata a ‘sedere ai nostri tavoli’, presentandoci il conto. È per questo che come operatori della logistica abbiamo lavorato negli ultimi mesi cercando di comunicare i rischi e proporre le soluzioni perché riteniamo che inevitabilmente vada affrontato il tema dei costi della logistica che si integra nel processo che genera le onde inflattive: un tema che può essere affrontato solo congiuntamente con tutta la filiera, integrando anche la committenza”.

Altro aspetto è quello legato agli sviluppi industriali che stanno cambiando tutto il settore perché a cambiare nel suo complesso è tutta la produzione globale, a una velocità impensabile fino a poco tempo fa. Per esempio bisogna tener conto del paradigma energetico, come quello connesso al trasporto elettrico. Ruggerone ha quindi sottolineato come “larga parte del settore della componentistica dell’automotive dovrà essere ripensato, e questo vuol dire quindi ripensare ai flussi logistici di prodotti che non sono più di matrice europea, soprattutto in quei due grandi polmoni che sono attestati nell’area nord-est della Pianura Padana e in Baviera. Infatti, i nuovi poli logistici della componentistica si stanno attrezzando in Africa con grandi aziende di proprietà cinese. E questa è una di quelle grandi sfide che vorremmo intraprendere con il nuovo Governo”.

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