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DICEMBRE 2022 PAG. 34 - Gioia Tauro primo fast corridor del Sud Italia

 



 Il cammino a supporto della crescita del porto di Gioia Tauro taglia un altro strategico traguardo


Il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, ha espresso grande soddisfazione per l’attenzione che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, guidata dal professor Marcello Minenna, ha riservato allo scalo calabrese, attraverso la realizzazione del cosiddetto fast corridor. 

Si tratta di una nuova e importante infrastruttura digitale, realizzata lungo la tratta ferroviaria di 1000 km tra lo scalo portuale di Gioia Tauro e l’interporto di Bologna, che rafforza ulteriormente la leadership del porto calabrese a livello italiano e nel Mediterraneo, in quanto permette alla merce di arrivare a destinazione in modo rapido e controllato. 

Grazie al “corridoio digitale veloce” si avrà la possibilità di trasferire la merce di origine extra Ue, in entrata in Italia attraverso il porto di Gioia Tauro, direttamente nell’hub intermodale di Bologna dove saranno effettuare le pratiche di sdoganamento. Saranno, così, evitati eventuali ritardi causati da colli di bottiglia generati dalla congestione delle banchine portuali delle procedure doganali.

Quello di Gioia Tauro è un accordo particolarmente rilevante, perché è il primo fast corridor che interessa un porto del Mezzogiorno ed è il più lungo finora mai attivato. Ad oggi, sul territorio nazionale sono attivi 22 fast corridor, 15 ferroviari e 7 su strada, coprono una rete di oltre 5mila chilometri e movimentano circa 20mila container all’ anno. Tutti nelle regioni del Nord, coinvolgono i porti di Genova, La Spezia e Ravenna con i terminal interni di Rivalta Scrivia, Melzo, Padova, Rubiera, Marzaglia e Bologna. Ora si aggiunge lo scalo portuale calabrese.

In linea con gli standard europei, il gateway ferroviario di Gioia Tauro è stato realizzato dall’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, che lo ha progettato, costruito e collaudato. Si tratta di un’opera pubblica considerata strategica, realizzata in soli quattro anni, con una spesa per la parte pubblica di poco più di 19 mln di euro su 20 preventivati, che offre un asset da sempre mancante nel porto calabrese. Occupa una superficie di 325 mila metri quadrati, con una lunghezza complessiva dei nuovi binari pari a 3.825 metri ed aste da 825 metri ciascuna, che consentono di fare partire convogli di lunghezza pari a 750 metri. 

Attualmente, collegato agli hub intermodali di Nola, Bari, Bologna e Padova gestisce, tra arrivi e partenze, nove coppie di treni al giorno. Con lo sguardo ai dati statistici, nel primo semestre del 2022 sono stati registrati 423 convogli, con una stima previsionale di 900 treni a fine anno. Si tratta di un risultato importante che determinerà, tramite avviso pubblico, l’individuazione del gestore unico di manovra. 

Come da cronoprogramma, nel 2023, il numero di treni in arrivo e in partenza nello scalo di Gioia Tauro avrà un ulteriore aumento, che amplificherà il ruolo dello scalo calabrese da piattaforma di transhipment ad hub intermodale, in linea con le politiche perseguite dal Governo nella promozione del trasporto delle merci con modalità più sostenibili. 

Ad opera dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che a Gioia Tauro è guidata da Giorgio Pugliese, l’attuale operazione è frutto, anche, di una strategica sinergia che ha visto coinvolti la società Medlog Italia, gestore del viaggio e di proprietà del gruppo Msc di Gianluigi Aponte. Dal gateway ferroviario, realizzato dall’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, guidata da Andrea Agostinelli, parte la tratta ferroviaria che termina presso il nodo logistico di destinazione della società Terminali Italia, del Gruppo FS che, a Gioia Tauro, è altresì coinvolta nello sviluppo del collegamento tra il nodo ferroviario interno al porto e la stazione nazionale di Rosarno.

Dimensione europea di Gioia Tauro

La capacità di proiettarsi al di fuori del proprio status di porto hub è stata recepita anche dal Parlamento Europeo: ed infatti in occasione della missione in Calabria, i componenti della Commissione per lo sviluppo regionale (REGI) del Parlamento Europeo hanno visitato il porto di Gioia Tauro. Ad accogliere la delegazione, accompagnata dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e composta da Younous Omarjee, presidente della Commissione, Dan-Stefan Montreanu, Susana Solìs Pérez, Daniel Buda (membri della Commissione REGI), Rosa D’Amato, Sabrina Pignedoli e Denis Nesci, è stato il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli.

Nel corso dell’incontro, il presidente Agostinelli ha illustrato gli interventi di sviluppo infrastrutturale, completati e in itinere, pianificati dall’Ente al fine di garantire l’ulteriore crescita dello scalo di Gioia Tauro, che mantiene il primato nazionale nel settore del transhipment ed è l’unico porto in Italia capace di ricevere le navi più grandi al mondo, dotate di oltre 400 metri di lunghezza, 60 di larghezza e una capacità di trasporto superiore ai 22mila teus.

Nello specifico, il presidente Agostinelli si è soffermato sulle opere infrastrutturali finanziate con i fondi dell’Unione europea, al fine di illustrarne l’importanza strategica e, soprattutto, lo stato dell’arte di ogni progetto di sviluppo.

Tra questi, in particolare ha presentato i lavori di “Adeguamento del tratto di banchina nord esistente ai nuovi tratti di banchina nord e relativo approfondimento dei fondali”, finanziati con fondi PON 2014-2020 per un valore di 6,97 milioni di euro. Si è, quindi, soffermato sul “completamento e sviluppo del comparto nord e della viabilità interna allo scalo”. Il progetto è stato completato e collaudato, anche questo finanziato dal PON 2014-2020, per un valore di 20 milioni di euro. Altra opera di strategica importanza per lo sviluppo intermodale del porto è stata la realizzazione del nuovo terminal intermodale, completato e collaudato, che ha visto giungere a Gioia Tauro, da gennaio a settembre 450 coppie di treni, dagli hub intermodali di Nola, Bari, Padova e Bologna. 

Tra i finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il presidente Agostinelli ha illustrato i lavori di “potenziamento e urbanizzazione dell’area industriale, con opere di bonifica, viabilità e impianti a rete”, per un valore di dieci milioni di euro, al momento in fase di progettazione definitiva. 

Con fondi PNC e in fase di aggiudicazione, per un valore di due milioni di euro, è stato finanziato il progetto di cold ironing con l’obiettivo di elettrificare le banchine RO-RO. 

Tra le domande avanzate dai membri della Commissione, il presidente Agostinelli ha risposto alla questione relativa al livello di legalità interna al porto e, quindi, alle garanzie esistenti affinché i finanziamenti europei non vengano intercettati dalla criminalità: “Non ci nascondiamo dietro un dito - ha detto Agostinelli - sappiamo benissimo che a Gioia Tauro ci confrontiamo con la più grande organizzazione criminale al mondo. Ma è, altresì, vero che in Calabria lo Stato manda gli uomini migliori, i magistrati migliori e le migliori forze dell’ordine, che riescono ad intercettare quantitativi enormi di sostanze stupefacenti. Io stesso sono stato inviato qui, inizialmente per soli sei mesi, con l’obiettivo di acquistare uno scanner mobile al fine di intensificare e velocizzare i controlli dei container. Le statistiche relative ai ritrovamenti di droga – ha continuato Agostinelli - provenienti dall’America Latina parlano di numeri impressionanti su Gioia Tauro, ma questo accade perché nel nostro porto i controlli sono numerosi, serrati e penetranti, molti di più, e ancor più incisivi, che in tutti gli altri porti del mondo. Per cui – ha concluso Agostinelli - credo che invece di dire che Gioia Tauro sia il porto della cocaina bisognerebbe sottolineare che Gioia Tauro è il porto dei 3,6 milioni di teus, che rappresenta il volano di sviluppo non solo della Calabria ma dell’intero Mezzogiorno d’Italia”.

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