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OTTOBRE 2023 PAG. 29 - Grazie alla realtà aumentata migliori protocolli sicurezza

 



La realtà immersiva può rappresentare il futuro della formazione. Replicare nei minimi particolari le condizioni operative di qualsiasi tipo di lavoro, e nello specifico di quelli che presentano situazioni particolarmente delicate sotto l’aspetto della sicurezza, è la strada maestra per la qualificazione dei mestieri. Ad oggi, tuttavia, questa particolare tecnologia è frenata da due fattori. Da una parte la difficile adattabilità fisiologica, dall’altra il mancato riconoscimento legislativo. Di fatto, la “formazione immersiva” in Italia, oggi, non viene riconosciuta. 

Un possibile percorso di superamento di queste criticità è stato presentato all’ultima edizione del GIS di Piacenza con il progetto realizzato dal Dipartimento Innovazioni Tecnologiche di INAIL, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e chirurgia dell’Università di Pisa per la realizzazione di un dispositivo “motion-based” che utilizza ambienti virtuali per simulare una Piattaforma di Lavoro Elevabile per il sollevamento di persone e il relativo scenario operativo. 

«L’obiettivo del progetto è fornire uno strumento di training a supporto di un protocollo e addestramento in sicurezza, destinato a operatori addetti alla conduzione dell’attrezzatura e al personale dedicato all’attività di verifica periodica», spiega il responsabile scientifico del progetto per INAIL, Luigi Monica. 

Il sistema di simulazione prevede la fedele riproduzione nell’ambiente virtuale del cestello e di tutti i comandi presenti a bordo della piattaforma reale, mentre il sistema di visualizzazione è costituito da due visori High Definition che consentono di raggiungere la totale immersività, permettendo all’operatore di registrare anche la percezione tattile dei comandi su cui interviene.    

«L’esigenza di realizzare questo tipo di dispositivo è nata dalla constatazione che, nell’ambito delle attività di formazione che conduciamo come Inail, esistono dei limiti effettivi, poiché non si può far esperire all’operatore quelle situazioni critiche e pericolose che si potrebbe trovare a dover affrontare sul lavoro» sottolinea l’ing. Sara Anastasi, primo ricercatore del dipartimento di Innovazione Tecnologica Inail. «Con il simulatore riusciamo a ricostruire una serie di esperienze e consentiamo all’operatore di acquisire la capacità di gestirle in totale sicurezza, che è ciò a cui noi più teniamo. Grazie al visore di realtà aumentata l’operatore in formazione viene proiettato in un ambiente virtuale fedelmente ricostruito».

Grazie al sistema di visualizzazione integrato e alle reazioni della piattaforma, l’operatore percepisce la sensazione del movimento relativo all’uso della PLE e riceve stimolazioni fisico-visive dovute agli spostamenti e soprattutto alle manovre in altezza. II dispositivo è dotato di allarmi che avvisano dell’incipienza di situazioni di pericolo o di errata manovra.

Per rendere più “reale” la simulazione sono stati selezionati diversi scenari che consentono di riprodurre le situazioni più critiche nelle quali l’operatore potrebbe imbattersi, in modo da acquisire familiarità con la corretta procedura da attuare. Nell’ambiente riprodotto è prevista la presenza di edifici, diversi ostacoli, come strutture aggettanti (ad es. balconi), pedoni, veicoli in sosta o in moto, reti elettriche, pendenze frontali o laterali, dossi, cunette.

«In questa fase del progetto stiamo raccogliendo questionari per capire l’effettiva compatibilità fisiologica di questo tipo di tecnologia che spesso risulta poco confortevole» conclude Luigi Monica. «Chiusa la fase di sperimentazione, sulla base dei dati raccolti, INAIL proporrà al legislatore una serie di modifiche normative per il riconoscimento di questo tipo di tecnologia nei vari percorsi di formazione lavorativa».

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