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SETTEMBRE 2023 PAG. 46 - La Grecia punta all’incrocio tra turismo e acquacoltura

 



Sono numerosi gli esperti di blue economy che stanno dibattendo sull’attualità dell’acquacoltura, la tutela della biodiversità, le sue prospettive future e la sostenibilità del settore. 

Un esempio meritevole di attenzione proviene dalla Grecia, con la creazione di parchi acquatici per le immersioni all’interno degli impianti di acquacoltura. Nel Paese le immersioni attirano i visitatori alla ricerca di esperienze indimenticabili, mentre il piacere di gustare pesce fresco locale ha un valore commerciale immenso. In Grecia, il 65% della produzione ittica proviene dall’acquacoltura. Anche ad Atene, l’acquacoltura si sta progressivamente configurando non solo come un affidabile fornitore di proteine sostenibili, capace di garantire produzione e consegna costanti, ma anche come un’alternativa produttiva in grado di perseguire obiettivi di crescita economica, di equità sociale e di uso responsabile delle risorse ambientali. Il grande dibattito sull’acquacoltura greca, come pilastro di base per lo sviluppo dell’economia nazionale, rappresenta un momento di confronto perenne per poter creare un processo organizzato ed istituzionalizzato ma, al contempo, aperto allo scambio di posizioni, opinioni ed esperienze diverse sull’acquacoltura e il turismo in Grecia. Negli ultimi decenni, l’acquacoltura è emersa come un’industria primaria sempre più importante in Grecia in termini di investimento di capitale e produzione. Oggi, la Grecia è tra i principali produttori di acquacoltura dei pinfish marini nell’Unione europea. Secondo i dati delle organizzazioni ittiche internazionali, la produzione greca rappresenta il 60% della produzione totale della comunità europea e il settore guarda con interesse crescente alla promozione del turismo legato all’acquacoltura. 

Un esempio significativo è rappresentato da un piccolo villaggio sulla costa occidentale dell’isola di Rodi chiamato Kameiros Skala, che ha concretamente e brillantemente unito acquacoltura e promozione del turismo. Sull’isola vengono allevate annualmente attorno alle 300 tonnellate di spigole, saraghi, orate e ombrine. Le istituzioni locali e le realtà imprenditoriali ittiche, in collaborazione con un centro di immersioni subacquee, stanno offrendo ai turisti delle escursioni formative ed educative che descrivono i processi adoperati, l’importanza dell’acquacoltura in Europa, il rapporto tra acquacoltura e ambiente, la biodiversità e la protezione ambientale. Durante le escursioni, i visitatori possono fare delle immersioni, avvistando specie come tonni, delfini e foche. Inoltre, l’attrattiva principale è rappresentata dal recinto per le orate dove è possibile nuotare insieme a tali pesci comprendendo le abitudini e lo stato di salute della fauna ittica. 

I dati vengono successivamente inviati al Centro Ellenico per la Ricerca Marina che raccoglie tutti i parametri sulla qualità dell’acqua, condividendo i dati con gli attivisti ambientali, le università e gli istituti di ricerca statali. L’innovativo scenario proposto dalla Grecia rappresenta un’importante novità nel panorama commerciale europeo, sia per gli operatori turistici che per gli allevatori che possono trarre vantaggio da questa alleanza, unendo le forze per implementare ulteriori iniziative sostenibili che abbiano un impatto positivo sull’economia, sulla conservazione marina e sul benessere economico e sociale delle comunità locali. L’aspetto cruciale, che merita grande attenzione, è la replicabilità del processo in altri contesti geografici, soprattutto nel Mediterraneo, riuscendo a contribuire a promuovere una visione sostenibile dell’acquacoltura e del turismo balneare. 

La chiave è promuovere e condividere storie di successo, comunicando i benefici di questa sinergia e coinvolgendo le comunità locali nella sua realizzazione. Dinamiche che potrebbero divenire interessanti per il litorale pontino, con il protagonismo di Gaeta, Formia e Minturno. I recenti dati sulle analisi delle acque del litorale pontino evidenziano una grande concentrazione di fosforo e azoto, che favoriscono la formazione di alghe, causata in parte proprio dalle deiezioni dei pesci presenti negli allevamenti ittici. L’obiettivo delle istituzioni locali è quello di vigilare sul controllo delle dimensioni degli impianti, pianificando insieme agli attivisti e ai divulgatori ambientali le azioni da intraprendere, in modo che non ne debba risentire l’economia del territorio con un rischio occupazionale per la filiera locale. In tale contesto, lo scenario della Grecia potrebbe divenire una soluzione alle problematiche locali, riuscendo a conciliare l’acquacoltura con la tutela del mare e la promozione di un turismo sostenibile che, per raggiungere cifre importanti, deve continuare a tutelare le proprie acque e la salute delle specie ittiche. 

 Domenico Letizia

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