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SETTEMBRE 2023 PAG. 45 - Pechino celebra il successo delle FTZ

 



La Cina considera positivamente l’introduzione delle Zone di libero scambio (FTZ), le aree speciali che permettono la sperimentazione di riforme economiche più orientate all’apertura dei mercati. Dall’istituzione della prima FTZ pilota a Shanghai nel 2013, la Cina vanta 21 FTZ a livello nazionale. In queste aree, secondo il ministero del commercio, sono state sviluppate fino a 302 innovazioni istituzionali che poi sono state promosse in tutto il Paese. Nell’ultimo decennio il sistema delle FTZ ha contribuito al 18% del volume degli investimenti esteri e del commercio estero con meno di quattro millesimi della superficie cinese. L’obiettivo per il futuro, già annunciato da Pechino, è di allineare ulteriormente le loro politiche alle regole economiche e commerciali internazionali, promuovendo una più accentuata apertura istituzionale e di accesso al mercato. Inoltre, nelle FTZ pilota saranno compiuti sforzi per migliorare l’integrazione delle riforme in diversi settori ed esplorare i modi per costruire moderni cluster industriali con caratteristiche proprie. In occasione del decimo anniversario dell’istituzione della FTZ di Shanghai, fondata a Pudong, è stato pubblicato anche un libro bianco. Secondo il documento, alla fine del 2022 la zona aveva attirato ben 84.000 nuove imprese: 2,35 volte il numero di imprese istituite nei 20 anni precedenti alla sua istituzione. Nello specifico la Pudong New Area ha reso possibili 18.691 nuovi progetti esteri, con un capitale complessivo registrato pari a 217,27 miliardi di dollari e un investimento estero complessivo in uso effettivo pari a 74,99 miliardi di dollari. Solo lo scorso anno la Pudong New Area ha registrato un PIL di 1.600 miliardi di yuan (circa 223,05 miliardi di dollari), un volume totale di vendite di merci pari a 5.900 miliardi di yuan, vendite totali al dettaglio di beni di consumo pari a 360 miliardi di yuan, e un gettito fiscale di 520,1 miliardi di yuan. Questi dati rappresentano un tasso di crescita pari rispettivamente a 2,3 volte, 2,5 volte, 2,3 volte e 1,9 volte rispetto al 2013. La zona di libero scambio ha in particolare contribuito a creare un ambiente istituzionale più favorevole per le imprese. Fino a giugno di quest’anno, sono stati rilasciati oltre 58.000 permessi di lavoro per stranieri, tra cui 12.000 per talenti di alto livello.

Il RCEP farà da volano allo sviluppo del turismo internazionale

L’accordo di libero scambio del Partenariato economico globale regionale (RCEP) contribuirà a modificare il modello di sviluppo del turismo globale e a costruire la più grande comunità economica turistica del mondo. È quanto prevede un rapporto pubblicato dall’International Mountain Tourism Alliance e dall’Accademia cinese delle scienze sociali (CASS). Firmato nel novembre 2020 ed entrato in vigore il primo gennaio 2022 con l’obiettivo di eliminare gradualmente le tariffe su oltre il 90% delle merci scambiate tra i suoi membri il RCEP conta 15 paesi membri: i 10 Stati membri dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), più Cina, Giappone, Repubblica di Corea (ROK), Australia e Nuova Zelanda. Secondo il rapporto relazioni economiche e commerciali internazionali aperte e solide contribuiranno a ottimizzare l’ambiente del mercato regionale, a stimolare gli scambi economici e culturali e a collegare la domanda e l’offerta di turismo nei diversi Paesi. In questo modo dovrebbe crescere ulteriormente la quota del settore a livello globale che nel 2019 con un totale di 398 milioni di turisti stranieri e 260 milioni di turisti in uscita rappresentava già rispettivamente il 29% e il 24% del totale a livello mondiale. Tra gli altri elementi messi in evidenzia dal rapporto la forte interconnessione già esistente: i paesi   RCEP sono importanti risorse di turisti l’uno per l’altro. Ad esempio, otto delle dieci principali risorse di turisti in entrata per il Myanmar e la Repubblica di Corea sono Paesi RCEP. Il documento rileva che nei Paesi RCEP le aree montane rappresentano più della metà di tutte le superfici e costituiscono spazi turistici fondamentali. Questi Paesi vantano 46 siti montani patrimonio mondiale dell’UNESCO, offrendo un enorme spazio per lo sviluppo del turismo di montagna. “Il RCEP promuoverà un ciclo economico turistico più forte e i Paesi membri si trasformeranno in importanti destinazioni turistiche internazionali con più di un terzo dei flussi e dei consumi turistici internazionali”, sottolinea lo studio.

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