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Cluser BIG per l'economia del mare

 


Nel panorama nazionale della Blue Economy, il Cluster Tecnologico Nazionale Blue Italian Growth (CTN-BIG) lavora per essere un punto di riferimento strategico per l’innovazione e la cooperazione tra ricerca, industria e istituzioni. L’associazione, che riunisce università, enti pubblici di ricerca, imprese e amministrazioni, opera come piattaforma aperta e dinamica per la crescita sostenibile dell’economia del mare italiana. A delinearne le direttrici d’azione, con Porto e Interporto, è Giorgio Ricci Maccarini, presidente di Cluster BIG, che conferma la natura di tavolo di lavoro trasversale a disposizione del cluster: «una realtà permanente in cui convergono competenze e interessi di settori diversi, dallo shipping alla cantieristica, dalle biotecnologie blu alle energie rinnovabili offshore». 
«Ci occupiamo di innovazione nella blue economy – spiega - e affrontiamo temi che spaziano dal trasporto merci e passeggeri alle infrastrutture marine, fino alla biologia, alla pesca e al turismo. È un ventaglio molto ampio di filiere, tutte accomunate dal bisogno di innovazione”. 
Uno degli ambiti su cui il Cluster sta concentrando la propria attenzione è quello delle tecnologie underwater, in cui Ricci Maccarini, al di là delle attività già avviate, intravvede la possibilità di colmare un vero e proprio gap tecnologico: «molti attori, anche industriali, stanno lavorando in autonomia o in partnership ma il nostro obiettivo è attivare il sistema, favorendo la collaborazione e la creazione di filiere tecnologiche integrate». 
Altro tema chiave è quello dell’utilizzo multifunzionale degli spazi marini, con un’attenzione crescente alle energie rinnovabili offshore. «Tutto ciò che riguarda l’eolico o il fotovoltaico a mare è già al centro di attività di ricerca e di progetti industriali. Il nostro ruolo è accompagnare questi percorsi, sostenendo lo sviluppo di start-up e la partecipazione a programmi europei dedicati all’offshore green, un tema strategico anche per l’Italia». 
Il presidente di Cluster BIG evidenzia inoltre come stiano emergendo nuovi utilizzi del mare che un tempo erano difficili da immaginare. «Alcune grandi corporate stanno studiando la possibilità di trasferire data center sottomarini per motivi di sicurezza o efficienza energetica. Siamo ancora a livello di ricerca, ma monitoriamo questi sviluppi con ottimismo: possono trasformarsi in soluzioni concrete». Uno dei compiti centrali dell’associazione è proprio quello di fungere da cerniera tra esigenze industriali e opportunità di finanziamento, aiutando i soci a orientarsi tra i vari livelli di sostegno disponibili. 
«Cerchiamo di dare a tutti i nostri associati una lettura chiara dei finanziamenti attivabili a scala europea, nazionale e regionale costruendo, quando possibile, cordate intorno a soci in grado di agire da pivot, per valorizzare competenze e risorse». 
Questa funzione di coordinamento è accompagnata da un forte impegno internazionale. Il presidente conferma infatti la volontà del Cluster di estendere la propria rete «agli altri Paesi del Mediterraneo, dalla Grecia al Portogallo, e di rafforzare i legami con il Nord Africa». «L’Africa rappresenta un’opportunità da non perdere», osserva. «Le relazioni sono buone e ci permettono di lavorare su priorità condivise: loro possono beneficiare del trasferimento di tecnologie e best practices, mentre l’Italia può trovare competenze e manodopera specializzata in settori come portualità, turismo e cantieristica». 
Il Cluster BIG sta infine elaborando anche un nuovo piano d’azione per la promozione delle attività tecnologiche e industriali legate alla Blue Economy che sarà presto messo in campo. «Siamo nati per innovare le industrie del mare - conclude Ricci Maccarini - e continueremo a farlo rafforzando la collaborazione tra pubblico e privato, per una crescita sostenibile e competitiva dell’intero sistema marittimo italiano».
MDC
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