Header Ads

Stop compensazioni, allarme autotrasporto

 


Un nuovo intervento inserito nella Legge di Bilancio 2026 rischia di compromettere la stabilità dell’autotrasporto. A lanciare l’allarme è Trasportounito, per voce del suo coordinatore Giuseppe Tagnochetti, che denuncia come l’articolo 26 della Finanziaria – in vigore dal 1° luglio 2026 – possa avere “effetti e ricadute devastanti per l’intero comparto”. 
La norma vieta alle imprese di compensare i crediti d’imposta non derivanti da dichiarazioni fiscali, includendo anche i rimborsi delle accise sul gasolio professionale. Un meccanismo che, secondo Tagnochetti, “avrà conseguenze pesantissime sulla liquidità delle aziende”. 
“Più dell’80% delle merci che alimentano industria, distribuzione e la domanda delle varie comunità del Paese si sposta sulle ruote di un camion. Ma ancora una volta, e potrebbe essere l’ultima, lo Stato considera questa attività alla stregua di un obbligo e di una certezza. Da oggi non è più tale e, con bilanci sull’orlo del crack, la maggioranza delle imprese di autotrasporto, anche indipendentemente da azioni di protesta che saranno inevitabili, potrebbero collassare trascinando nel baratro l’intera economia del Paese.” 
Attualmente le imprese utilizzano i crediti sulle accise come riserva immediata di liquidità, compensandoli con imposte e contributi. In questo modo si riduce il fabbisogno di anticipazioni o finanziamenti. Se la compensazione venisse bloccata, i rimborsi dovrebbero essere attesi in contanti, con tempistiche che nella pratica possono protrarsi per mesi. Secondo Trasportounito, le ricadute finanziarie sarebbero immediate: rallentamento dei flussi di cassa, aumento dei costi di gestione e rischio di insolvenza diffusa. In un comparto caratterizzato da margini di profitto minimi e costi in costante crescita – carburanti, pedaggi, manutenzioni, assicurazioni – anche un ritardo di pochi mesi potrebbe mettere in crisi l’operatività delle imprese. 
“Chiediamo un’immediata rivisitazione e correzione di questa norma – sottolinea Tagnochetti – non per ribadire la ormai cronica lamentazione su un settore reso fragile dall’incoerenza di un Paese che ne sottovaluta la funzione strategica, ma per affermare che il blocco delle compensazioni inciderebbe sulla stabilità complessiva della filiera logistica. Una riduzione della capacità operativa dei vettori significherebbe tempi di consegna più lunghi, meno mezzi su strada e un inevitabile aumento dei costi lungo tutta la catena del trasporto.” 
L’associazione avverte che il provvedimento potrebbe avere effetti a catena anche su industria e distribuzione, generando ritardi, carenze e un aumento dei prezzi per consumatori e imprese. “Una misura nata per rafforzare i controlli fiscali – conclude Tagnochetti – annullerebbe proprio gli effetti attesi, in quanto azzererebbe la liquidità reale per migliaia di imprese che operano in modo regolare, mettendo in crisi l’intero sistema del trasporto su gomma con un diabolico effetto domino sulla competitività delle imprese produttive e del sistema economico italiano.”
Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.