Sudafrica–Europa, green corridor per il minerale di ferro
Un nuovo studio di fattibilità pubblicato dal Global Maritime Forum e condotto dal Rocky Mountain Institute (RMI) delinea una concreta strategia di decarbonizzare del traffico marittimo di minerale di ferro tra Sudafrica ed Europa attraverso l’uso di ammoniaca verde. Le prime navi portarinfuse alimentate con questo combustibile potrebbero essere operative entro il 2029, con l’obiettivo di una decarbonizzazione completa della rotta nel 2035.
Il progetto si inserisce nel quadro delle iniziative per lo sviluppo di green shipping corridors, ossia rotte marittime a zero emissioni, e rappresenta uno dei pochi esempi di collegamento dal “global South”, posizionando il Sudafrica come hub strategico per la produzione e il bunkeraggio di combustibili puliti.
Secondo lo studio, “il Sudafrica, grazie alle sue abbondanti risorse di energia rinnovabile, è in una posizione strategica per diventare un hub di produzione e bunkeraggio di ammoniaca verde a costi competitivi, in particolare nel porto di Saldanha”. Nei primi anni, le operazioni di bunkeraggio potrebbero essere svolte a Rotterdam, che dispone di infrastrutture più mature, mentre Saldanha è destinata a diventare il fulcro a lungo termine per l’approvvigionamento di carburante del corridoio. 
La realizzazione del progetto è promossa da un consorzio guidato dal Global Maritime Forum, composto da Anglo American, CMB.TECH, Freeport Saldanha, VUKA Marine ed ENGIE, con l’obiettivo di accelerare la transizione verso combustibili alternativi e promuovere opportunità di sviluppo sostenibile in Sudafrica. 
Le normative regionali europee, come FuelEU Maritime e EU ETS, avranno un ruolo determinante nel ridurre il divario di costo tra l’ammoniaca verde e i combustibili convenzionali. Lo studio stima che queste misure “possono ridurre il divario di costo di oltre il 60%”. Lo stesso Net Zero Framework dell’IMO, sebbene permangano incertezze sulla sua piena attuazione, dopo il recente rinvio al 2026, potrebbe “chiudere completamente il divario di costo e persino rendere l’ammoniaca verde più economica dei combustibili fossili”. 
“Con le normative globali vincolanti per ora rinviate, c'è ancora un business case da costruire per l’ammoniaca verde su questo corridoio,” ha confermato Marieke Beckmann, vicedirettrice della decarbonizzazione del Global Maritime Forum. “Il ruolo dei governi nazionali e locali diventa sempre più importante nell’incentivare l’adozione di carburanti a zero emissioni scalabili.” 
Il rapporto individua tre opzioni per la decarbonizzazione della flotta: sostituzione graduale, spostamento anticipato delle navi convenzionali e flotta dedicata. Quest’ultima opzione, che prevede una progressione da una nave nel 2029 a 22 nel 2035, è considerata la più efficace per raggiungere la neutralità climatica della rotta. 
Il fabbisogno stimato di ammoniaca verde per il corridoio varia da 89 a 350 mila tonnellate annue entro il 2035, a seconda dello scenario di domanda. La produzione locale, favorita dalle condizioni di costo e dalle risorse rinnovabili, resta “competitiva nel lungo termine rispetto ai mercati internazionali”, nonostante gli attuali incentivi statunitensi rendano più vantaggiosa l’importazione dal Texas. 
Come ha evidenziato Shanon Neumann, Associate: Investment Facilitation presso Freeport Saldanha, “questo approccio graduale offre agli armatori e ai produttori di carburante una chiara tempistica su cui lavorare. Tuttavia, per aiutare Saldanha a compiere una transizione rapida, la combinazione di finanziamenti pubblici e privati può sbloccare gli investimenti nelle infrastrutture e ridurre i rischi dei progetti iniziali.” 
Lo studio evidenzia che la realizzazione del corridoio richiederà un’azione coordinata tra settore pubblico e privato. Tra le priorità: creare nuovi modelli di business e accordi contrattuali in grado di equilibrare rischi e benefici, sviluppare un quadro normativo favorevole in Sudafrica per attrarre investimenti e mobilitare finanziamenti internazionali e incentivi. 
Se attuato con successo, il progetto potrebbe diventare un modello di riferimento per la decarbonizzazione del trasporto marittimo globale, favorendo la crescita dell’economia dell’idrogeno sudafricana, stimata fino al 3,6% del PIL entro il 2030.


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