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Riciclo navi, occasione per l’economia circolare UE

 


Il riciclo delle navi potrebbe diventare uno dei pilastri delle nuove politiche industriali europee orientate alla circolarità e alla decarbonizzazione. Con un numero crescente di unità destinate a raggiungere la fine del ciclo operativo nei prossimi anni, il settore offre infatti un potenziale strategico per ridurre le emissioni, recuperare materiali e rafforzare l’autonomia produttiva dell’Unione. 
Shipbreaking Platform, organizzazione internazionale che monitora le pratiche di demolizione navale, ha partecipato alla consultazione avviata dalla Commissione europea sul futuro Circular Economy Act, sottolineando il ruolo che il riciclo navale può assumere per l’industria siderurgica e per il settore delle costruzioni. 
La flotta mondiale continua a crescere e invecchiare, scenario che potrebbe determinare un aumento fino a cinque volte del numero di navi avviate alla demolizione nella prossima decade, con un potenziale recupero superiore ai 100 milioni di tonnellate di acciaio di alta qualità. Il riciclo dell’acciaio consente un risparmio di 1,5 tonnellate di CO₂ per ogni tonnellata rispetto alla produzione da materia prima vergine, contribuendo a una riduzione significativa dell’impronta emissiva dell’industria europea. Progetti innovativi hanno inoltre dimostrato la possibilità di riutilizzare direttamente l’acciaio navale nel settore edilizio. 
Nonostante queste opportunità, la maggior parte delle navi a fine vita viene ancora inviata alle spiagge di Bangladesh, India o Pakistan, dove prevalgono pratiche di demolizione non sicure né sostenibili. Attualmente solo l’1% delle navi di proprietà europea viene riciclato all’interno dell’UE. 
 «Possedendo un terzo della flotta mondiale, l’Unione Europea ha il dovere di guidare il cambiamento e dare un esempio ambizioso di riciclo navale sostenibile. Invece di distruggere ecosistemi costieri fragili e mettere a rischio la salute dei lavoratori nei Paesi terzi, le navi europee a fine vita dovrebbero contribuire agli sforzi di decarbonizzazione e circolarità,» afferma Ingvild Jenssen, direttrice della NGO Shipbreaking Platform.  

Leggi le proposte di NGO Shipbreaking Platform


Secondo l’organizzazione, il Circular Economy Act rappresenta un’occasione decisiva per orientare il settore verso pratiche più sostenibili. Nella propria posizione, la Shipbreaking Platform invita la Commissione a includere misure mirate: priorità a eco-design e upcycling, riconoscimento della flotta europea come riserva strategica di acciaio secondario, maggiore trasparenza sulle informazioni dei materiali attraverso un “Ship Material Passport”, obiettivi di appalti pubblici circolari per i materiali derivati dalla demolizione, incentivi dedicati e una revisione del Regolamento UE sul riciclo delle navi per chiudere le attuali lacune normative. 

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